EdRAM: verso un’agricoltura 4.0 per affrontare le sfide del pianeta

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Priscilla Du Preez, Unsplash

Come nutrire 10 miliardi di persone nel 2050? È questa la domanda chiave di un evento di Edmond de Rothschild AM sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione globale. Una tema legato a doppio filo a quello della sostenibilità, per lo sfruttamento delle risorse, dell’acqua e le elevate emissioni di C02 derivanti dalle attuali pratiche agricole e di allevamento. Per la casa di gestione svizzera urge il passaggio ad un nuovo modello di agricoltura, definita Agricoltura 4.0, in cui il contributo della tecnologia diviene indispensabile per ridurre gli sprechi e ridisegnare i modelli di produzione in funzione dall’aumento demografico e le sfide ambientali.

Secondo il World Resources Institute la popolazione mondiale, stimata a 7,9 miliardi di abitanti nel 2019, raggiungerà i 9,8 miliardi nel 2050, con una domanda aggiuntiva di cibo pari al 56% di calorie in più per raccolto, rispetto al 2010. Inoltre, la FAO ha reso noto che nel 2021 ben il 17% degli alimenti prodotto va perso o sprecato. Numeri allarmati che manifestano in modo lampante la necessità di agire sin da subito. “La pandemia ha innescato un rischio di carenza di cibo e un aumento della malnutrizione, evidenziando anche la necessità di una rapida transizione verso un sistema agricolo sostenibile e più rispettoso dell'ambiente e delle persone”, ha spiegato Jean-Philippe Desmartin, head of the Responsible Investment Team di Edmond de Rothschild. “Puntare a sfamare quasi 10 miliardi di persone nel 2050, combattendo al contempo il cambiamento climatico, è una sfida importante, ma che deve essere raccolta immediatamente”, dice Desmartin che cita un altro dato interessante per far comprendere la portata di questo cambiamento: “Per soddisfare la domanda di cibo di domani, con le pratiche attuali, dovremmo aumentare la superficie terrestre globale di 593 Mha, corrispondente a quasi il doppio dell'India”, spiega. Una migliore gestione è quindi fondamentale per preservare gli ecosistemi, ottimizzando i rendimenti, proteggendo la biodiversità e utilizzando in modo efficiente le risorse disponibili. “Fare di più con meno, producendo di più per kg di fertilizzante o per litro d'acqua”, spiega Desmartin.

Il fondo a impatto Moringa

“Se vogliamo accelerare la transizione verso pratiche agricole in grado di preservare il pianeta e la sua popolazione, dobbiamo promuovere canali alimentari sostenibili ed equi che favoriscano l'economia circolare”, aggiunge Clément Chesnot, investment director del fondo Moringa. Si tratta di una strategia pionieristica in impact investing che che investe in progetti agroforestali nell’Africa Africa subsahariana e America Latina. “Mette insieme le foreste e l'agricoltura per aumentare le sinergie dell'ecosistema, un esempio di soluzione locale ma che può essere replicata su larga scala per aiutare a realizzare un vero e proprio nuovo ordine in materia di alimentazione” afferma Chesnot.

Uno dei pilastri principali della strategia è la trasformazione industriale in loco delle materie prime. Tale sistema aiuta ad intercettare il valore aggiunto e a formare la popolazione locale verso nuove attività più redditizie. La catena di approvvigionamento delle aziende dipende quasi esclusivamente da piccoli produttori che vengono assistiti con la certificazione biologica; essi possono anche beneficiare di altre misure come i prestiti pre-raccolto o i corsi di formazione in pratiche agro-ecologiche. Sono 12.000 produttori lavorano con queste aziende, sono stati creati 2.000 posti di lavoro e più di 16.000 ettari hanno ricevuto un impatto positivo.        

“Il nostro focus è su piccole e medie imprese di aree poco sviluppate del mondo. Ad esempio investiamo in SOBEMA, un'azienda del Mali che mira a fornire ai mercati locali una gamma di bevande diverse, basate su ingredienti di provenienza locale. Oppure in ComaFruits, attiva nella coltivazione di mango. In Benin investiamo in Tolaro Global, azienda leader nella lavorazione degli anacardi, un alimento sempre più richiesto tra vegetariani e vegani. Infine Cafetalera Nica-France è un’azienda agroforestale nicaraguense specializzata nella produzione di caffè di alta qualità”, spiega Chesnot.

AGRICOLTURA 4.0

“Stiamo entrando in una nuova fase dell’agricoltura, o agricoltura 4.0, in cui la tecnologia svolge un contributo essenziale”, afferma Lars Kalbreier, global chief investment officer of Private Banking di Edmond de Rothschild.

“L'agricoltura ha già subito tre grandi trasformazioni nella storia recente per adattarsi a una situazione in cui il consumo supera l'offerta. Questi tre catalizzatori - crescita della popolazione, standard di vita più elevati e rendimenti agricoli inferiori - sono tornati tra noi, ma questa volta con una consapevolezza delle questioni ambientali. Di conseguenza, il modello di globalizzazione è ormai obsoleto”, spiega.

Secondo la società svizzera per affrontare le sfide del XXI secolo e cambiare il nostro modo di produrre e consumare, l'agricoltura deve reinventarsi e iniziare la sua quarta trasformazione, diventando rispettosa dell'ambiente, economicamente redditizia e socialmente responsabile.  Lars Kalbreier individua tre aree per la sfida della trasformazione:

- l'introduzione dell'agrobotica e dell'intelligenza artificiale usando il cloud computing, la robotica e l'automazione dei compiti come sostituto dei prodotti chimici, la globalizzazione e la diminuzione del numero di agricoltori;

- l'agricoltura alternativa con l'emergere dell'agricoltura verticale vicino al consumatore finale;  

- la riduzione dei rifiuti e la logistica per ridurre i livelli di spreco alimentare, riciclare l'acqua, preservare la biodiversità e ridurre gli imballaggi.