Evli Emerging Frontier: “Non investiamo mai senza incontrare il management”

Burton Flynn e Ivan Nechunaev News
Burton Flynn e Ivan Nechunaev, foto concesse (Evli)

L’arrivo di una recessione per le aggressive politiche di rialzo dei tassi delle banche centrali è il maggior rischio nel radar degli investitori per la seconda parte dell’anno. In questo contesto, esporsi al rischio dei mercati emergenti e di frontiera può sembrare un azzardo. Ma indipendentemente dal contesto macro economico, le aziende di valore in un universo così esteso non mancano. E di conseguenza, le opportunità di guadagno. “Dopo aver recentemente contattato 400 società dei mercati emergenti, abbiamo osservato che circa il 75% vede una recessione globale come uno scenario probabile”, spiegano Burton Flynn, CFA, managing partner e Ivan Nechunaev, senior investment analyst. I due specialisti di Evli compongono il team di gestione del fondo con rating FundsPeople 2023 Evli Emerging Frontier, che in Italia è rappresentato dal distributore di terze parti Selinca. “Il nostro è un processo bottom-up e la nostra strategia consiste nel possedere solo società che prevedono una crescita solida e che scambiano a multipli P/E a una cifra o a quindici. La maggior parte di queste società è di alta qualità, con eccellenti rendimenti del capitale e bilanci solidi. Riteniamo che queste società siano in grado di resistere a un'eventuale recessione”, affermano. Inoltre, secondo le analisi dei gestori, le valutazioni appaiono oggi molto favorevoli, sia rispetto alle valutazioni dei mercati sviluppati sia rispetto alle valutazioni storiche dei mercati emergenti.

Un universo ampio e poco conosciuto

Secondo Flynn e Nechunaev i piccoli mercati emergenti e i mercati di frontiera (intesi come tutti i Paesi in via di sviluppo che non sono BRIC+) rappresentano l'angolo più inefficiente del mercato. Il loro focus è sulle aziende poco conosciute, in genere a piccola e media capitalizzazione, ma comunque dall’elevato potenziale. “Siamo settoriali e investiamo in società a basso costo, in crescita e di alta qualità che sono in qualche modo incomprese dagli investitori e che hanno il potenziale per raddoppiare nei prossimi 12 mesi”, spiegano.

La chiave: incontrare di persona il management

Un elemento essenziale nel processo di selezione è l’incontro con i team dirigenziali delle aziende. “Non investiamo mai in nessuna società se non ci sediamo di fronte al management”, affermano. Numeri alla mano, negli ultimi 10 anni i due gestori hanno effettuato 170 viaggi e incontrato oltre 2.200 società in 33 Paesi. Durante gli incontri con le aziende vengono valutati attentamente i driver di crescita della società, i modi in cui l'azienda potrebbe essere fondamentalmente fraintesa dagli investitori, i catalizzatori per il raddoppio del prezzo delle azioni nei prossimi 12 mesi e il sentiment del CEO. “Ci informiamo anche sulla politica ESG della società e cogliamo l'occasione per conoscere il management dell'azienda e verificare la presenza di eventuali bandiere rosse in materia di governance”, dicono. “Dopo ogni incontro chiediamo all'azienda di compilare un questionario ESG proprietario che consiste in 83 domande relative alle pratiche ESG dell'azienda. Questo ci aiuta a scoprire in che modo le iniziative di sostenibilità della società potrebbero aiutarla a sovraperformare”, sottolineano.

Update del portafoglio

Attualmente ci sono in portafoglio circa 30 aziende. La crescita media degli utili è del 105% negli ultimi 12 mesi, di molto superiore a quella dell'indice MSCI Emerging Markets che nello stesso periodo ha registrato una crescita media degli utili del 39% (il paragone è solo a scopo di confronto, in quanto Evli Emerging Frontier non ha un benchmark di riferimento).  

“Le nostre società in portafoglio sono anche di qualità molto più elevata, con un rendimento medio del capitale proprio del 23% rispetto al 13% dell'indice EM e un rapporto di indebitamento molto più basso”, continuano i gestori. “Tuttavia, siamo investitori value e possediamo solo società di qualità in crescita e a buon mercato: il P/E medio del nostro portafoglio, pari a 8,5x, è uno sconto significativo rispetto al 12,5x dell'indice EM”, concludono.