Il prezzo del petrolio continua a scendere una settimana dopo la decisione dell'OPEC di non ridurre le sue quote di produzione. Così, il brent è sceso al di sotto dei 70 dollari al barile e il West Texas ha perso questo livello psicologico (che condiziona la redditività di molti giacimenti petroliferi) e ieri veniva scambiato intorno USD 63 al barile. La domanda che i principali attori del mercato si stanno facendo in questi giorni è se questa passività dell' OPEC si tradurrà in una guerra dei prezzi. "Anche se gli Stati Uniti sta guadagnando una maggiore partecipazione a livello internazionale (sostituendo le importazioni di greggio attraverso la propria produzione) e la Russia resta un ottimo giocatore, pensiamo che sia troppo presto per considerare il cartello dell'OPEC irrilevante per influenzare i prezzi globali" dicono gli esperti ETF Securities. Ritengono, inoltre, che l'organizzazione sarà costretta ad annunciare un gran taglio della produzione al suo prossimo vertice, in programma per giugno 2015. "Molti dei suoi paesi membri hanno bisogno di un barile quotato al di sopra dei 100 dollari per mantenere equilibrati i loro budget. Nostante questi paesi possono affrontare deficit di bilancio, non cercheranno di andare troppo lontano su questa strada, appena iniziano ad aumentare i loro costi di finanziamento" spiegano gli esperti.
La conclusione dell'entità circa quest'ultima caduta dell'oro nero è che alla fine i membri dell'OPEC metteranno da parte le loro differenze e la guerra dei prezzi e si concentreranno sugli interssi in comune. "In effetti, il prezzo del petrolio in questo momento si trova a livelli molto bassi che minacciano la redditività di molte delle operazioni di estrazione di greggio e shale oil negli Stati Uniti. Questa riduzione dei margini rallenterà la rapida espansione del greggio degli Stati Uniti fino a quando i prezzi si stabilizzeranno a livelli più alti ", avvertono da parte di ETF Securities.
Funds People ha estratto dai dati di Morningstar Direct i fondi di Equity americana disponibili alla vendita in Italia che presentano una maggiore esposizione al settore energetico. Ecco l'elenco dei 15 fondi con maggior peso in portafoglio di questo settore.
Nome del fondo | Società di gestione | Ultimo update del portafoglio | Esposizione al settore energetico (%) |
UBAM Neuberger Berman US Eq Val I € Acc | UBP AM | 03/12/14 | 25,96 |
THEAM Quant Equity US Guru B USD | THEAM (BNP Paribas) | 13/11/14 | 25,04 |
JB EF US Leading-USD C | Swiss & Global AM | 03/12/14 | 18,83 |
Legg Mason CB Tact Div Inc A $ Inc M + e | Legg Mason | 04/12/14 | 16,78 |
Artisan US Value Equity A USD Acc | Artisan Partners Global Funds | 31/10/14 | 15,89 |
Invesco US Value Equity E | Invesco | 04/12/14 | 15,31 |
Eaton Vance Intl(IRL) US Value C2 $ | Eaton Vance | 04/12/14 | 15,18 |
OYSTER US Value I USD2 | Oyster AM | 03/12/14 | 15,15 |
BGF US Basic Value X2 USD | BlackRock | 04/12/14 | 15,08 |
DB Platinum IV CROCI US I1 | DB Platinum Advisors | 03/12/14 | 14,67 |
Brown Advisory US Equity Value $ A | Brown Advisory Funds | 03/12/14 | 14,34 |
Pioneer Fds US Res Value I EUR ND | Pioneer AM | 04/12/14 | 13,44 |
Parvest Equity High Div USA I | BNP Paribas | 04/12/14 | 13,41 |
Robeco US Large Cap Equities I USD Acc | Robeco | 31/10/14 | 13,38 |
VG SICAV US Equity I | Casa4Funds | 03/12/14 | 13,30 |
Dati Morningstar Direct del 5 dicembre 2014.