Il boom dei fondi italiani nel primo semestre 2017 (secondo Consob)

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Klesta, Flickr, Creative Commons

Quello che emerge dagli ultimi dati sull’intermediazione finanzaria nel Paese sembrano cifre più che positive per il risparmio gestito. La Consob ha infatti pubblicato il consueto bollettino statistico semestrale con le cifre aggiornate a giugno 2017. Il focus è dunque concentrato sulla prima parte dello scorso anno, dove si registra una crescita considerevole dei volumi relativi al servizio di collocamento di strumenti finanziari (+19,1%). Il patrimonio gestito da intermediari italiani risulta stabile rispetto alla fine del 2016, per effetto della crescita del patrimonio riferibile a OICR aperti di diritto italiano (+3,9%), a fondi chiusi di diritto italiano (+0,4%) e a fondi pensione e altre forme pensionistiche istituiti in Italia da società diverse da imprese di assicurazione (+1,6%), nonché del calo del patrimonio riferibile a gestioni patrimoniali su base individuale istituite in Italia (-1,2%).

Fondi OICR col segno più

I fondi aperti fanno la parte del leone: Secondo il bollettino infatti il patrimonio patrimonio gestito degli OICR esteri collocati in Italia risulta aumentato (+2,7%). Ma nel primo semestre 2017 anche la raccolta netta degli OICR aperti di diritto italiano è cresciuta considerevolmente rispetto allo stesso periodo del 2016 (da 1,4 a 8,1 miliardi di euro). Fanno male invece i prodotti assicurativi. Nel primo semestre 2017 infatti, secondo l’Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, i premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario distribuiti in Italia da intermediari italiani hanno fatto registrare una forte flessione (- 33,1%), dovuta in prevalenza al calo dei premi relativi alla distribuzione di polizze unit linked (-32,8%).

Raccolta in aumento

Le semestrali 2017 delle SGR di diritto italiano mostrano poi una crescita considerevole dell’utile netto rispetto al primo semestre del 2016 (+ 31,0%), dovuta sostanzialmente all’incremento delle commissioni nette. Nello stesso periodo, anche l’utile delle SIM è cresciuto significativamente (+8,6%), principalmente per la riduzione delle commissioni passive e dei costi del personale.