Secondo Murali Yerram, co-gestore della strategia con rating FundsPeople FTIF Franklin India Fund, le riforme, la crescita non correlata e le gli utili aziendali creano un ambiente favorevole per le performance dell’equity del Paese.
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L’India è senza dubbio uno dei mercati più interessanti del momento. Il PIL lo scorso anno è cresciuto di circa il 7% e dovrebbe continuare a farlo anche nel 2024. L’inflazione è stabile e il deficit statale è in diminuzione. Inoltre, nelle recenti elezioni il partito di governo Bharatiya Janata Party (BJP) guidato dal premier in carica Narendra Modi ha vinto in tre Stati chiave su quattro, accrescendo le probabilità di una vittoria alle elezioni generali previste a metà anno, con prospettive di maggiore stabilità politica. “L’India beneficia di una crescita positiva non correlata alla crescita mondiale che è in rallentamento. Tale aspetto rende i mercati indiani particolarmente interessanti”, spiega Murali Yerram, portfolio manager Equities e co-gestore del fondo con rating FundsPeople, FTIF Franklin India Fund. “Modi dovrebbe essere il vincitore delle prossime elezioni, ottenendo così il terzo mandato consecutivo. Sarebbe una notizia positiva per l’economia, perché ulteriori riforme in agenda dovrebbero far accelerare ulteriormente la crescita”, analizza l’esperto di Franklin Templeton.
Un ambiente favorevole alla crescita
Murali Yerram sottolinea altri dati macroeconomici che attestano la solidità del Paese. “La bilancia dei pagamenti è stabile: la quantità delle importazioni di petrolio e combustibili fossili sta rallentando, mentre aumentano i servizi informatici esportati dall’India e gli investimenti diretti all’estero”, spiega il gestore. “L’inflazione è stabile nell’ultimo decennio attorno al 4-5%. E il governo sta riducendo il deficit fiscale che dovrebbe tornare ai livelli pre-Covid nel 2026. Sarebbe uno dei primi Paesi al mondo a raggiungere questo traguardo. Inoltre, l’ampia riforma del sistema di tassazione introdotta nel 2019 ha permesso un significativo aumento del gettito fiscale”, dice.
La forza dei consumi
“In India ci sono circa 5.000 aziende quotate che garantiscono un universo investibile molto ampio e diversificato. La partecipazione del governo è limitata alle banche, all’industria pesante e ai settori ad alta intensità di carbonio come quello delle estrazioni minerarie, dell’energia e petrolifero. Ma al di là di questi settori, le società di prodotti e servizi di consumo sono nelle mani dei privati, così come quelle di servizi finanziari (ad eccezione delle compagnie assicurative di proprietà statale)”, spiega il gestore. “In particolare, in India c’è un trend dei consumi molto forte sostenuto dalla crescita demografica del Paese e dalla sua popolazione molto giovane”, osserva. “Con oltre 1,4 miliardi di individui, la popolazione dell’India lo scorso anno ha superato quella della Cina. Parallelamente, i redditi crescono a tassi a doppia cifra”, dice il gestore. “Prevediamo che da qui al 2030 l’India avrà una spesa incrementale per consumi di circa 6 trilioni di dollari. Sarà una grande opportunità per i consumi di beni durevoli e discrezionali. Per questo abbiamo un numero elevato di società di consumi discrezionali nel nostro portafoglio,nel food and beverage ma anche nella moda”, dice il portfolio manager. “Investiamo anche in società dell’healthcare, dell’industria farmaceutica di qualità, degli ospedali privati e delle assicurazioni sanitarie. La penetrazione di questi nuovi servizi è ancora molto bassa. Di conseguenza, il margine di crescita per le aziende di questi settori è significativo”, dice Murali Yerram.
Il fondo FTIF Franklin India Fund
L’approccio di investimento del fondo FTIF Franklin India Fund si basa su uno stock picking bottom up, e si fonda su un rigoroso processo di analisi dei fondamentali delle aziende. La preferenza è verso le società di qualità elevata con buone prospettive di crescita per i prossimi 5-10 anni, bassi livelli di debito e buoni livelli di flussi di cassa. I criteri ESG sono parte integrante del processo di analisi fondamentale e concorrono alla selezione dei titoli. Come conseguenza del focus di lungo termine, il turn over del portafoglio è molto basso. “Un elemento chiave che ci differenzia dai competitor è il nostro team di 15 persone tra analisti e gestori basato in India. Ciò garantisce una conoscenza approfondita dell’ecosistema locale e delle aziende. Le capacità di ricerca e di analisi sono trasversali a tutti i settori economici e a tutti i tipi di capitalizzazione delle aziende. Questo ci permette di generare alpha in modo consistente per i nostri investitori”, spiega il gestore. “Inoltre, vantiamo un lungo track record di gestione. Il business locale è stato lanciato nel 1993, mentre la strategia nel 2005. Lo stesso team la gestisce da allora, fornendo continuità e un solido legame di fiducia con gli investitori”, dice il professionista.
Focus sui consumi discrezionali e infrastrutture
Sulla base delle ampie opportunità previste per il trend dei consumi, la maggior esposizione del fondo è ai consumi discrezionali. Ma al gestore interessano anche le aziende esposte al trend delle nuove infrastrutture. “Ci sono molte città in India che stanno costruendo metropolitane o aeroporti. Nel Paese sono in fase di implementazione nuovi tratti di autostrade e ferrovie ad alta velocità”, dice Murali Yerram che aggiunge: “Siamo anche interessati alle compagnie di assicurazioni sulla vita o sanitarie. Inoltre, ci piacciono l’health care e il real estate, per la scarsezza di case di elevata qualità disponibili. E infine ci interessa anche l’IT, per il trend globale dell’Intelligenza artificiale”, spiega.
Tre motivi per investire nell’azionario indiano
In sintesi sono tre le ragioni chiave per investire oggi nelle aziende indiane secondo Murali Yerram: le riforme, la crescita non correlata e le buone prospettive delle performance azionarie sostenute dagli utili. “L’azionario indiano ha avuto buoni rendimenti, vicini al 10%, nei passati 15-20 anni, quando il contesto macro non era particolarmente favorevole”, spiega il gestore. “Di conseguenza le performance dovrebbero migliorare in virtù della buona visibilità sul fatto che l’attuale governo dovrebbe restare in carica per altri cinque anni, attuando delle politiche maggiormente orientate alla crescita”, osserva. “Il secondo punto, è che ci aspettiamo che la crescita del PIL dovrebbe continuare e sarà guidata sia dai consumi sia dagli investimenti. E se nel 2025 ci sarà una ripresa globale, anche le esportazioni potrebbero beneficiarne”, osserva il manager. “Infine, c’è una correlazione vicina al 70% tra la crescita del PIL e quella degli utili delle aziende indiane. Si tratta di uno dei dati più alti tra i Paesi emergenti. Per la Cina questo dato è vicino al 40%, per la Corea del Sud al 48%”, dice. “Quindi, i mercati azionari indiani guidati dalla crescita degli utili aziendali dovrebbero continuare a generare performance interessanti per i prossimi anni”, conclude.