Abbiamo chiesto ai responsabili prodotto di alcune delle principali reti italiane come sta cambiando l’offerta prodotto alla luce delle tendenze e delle tematiche più disruptive nel prossimo futuro.
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Abbiamo chiesto ai responsabili prodotto di alcune delle principali reti italiane come sta cambiando l’offerta prodotto alla luce delle tendenze e delle tematiche più disruptive nel prossimo futuro.
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Tastano il polso a investitori e mercati per adattare la propria offerta alle esigenze di una clientela spesso disorientata da scenari di mercato mutevoli. Da sempre reti e banche sono vere e proprie anticipatrici, o meglio, intercettatrici di tendenze quando si parla di prodotti finanziari d’investimento. In passato sono state le prime a proporre i fondi comuni, oggi fanno lo stesso con investimenti alternativi, ETF e soluzioni illiquide, affidandosi al prezioso supporto della tecnologia. In una recente tavola rotonda organizzata da FundsPeople sul tema dell’innovazione dei prodotti finanziari, abbiamo chiesto ai responsabili di quest’area di alcune delle principali reti italiane a quali trend e tematiche stiano guardando con maggior interesse.
I commenti si riferiscono al contesto del 2 maggio 2023.
Particolare attenzione è rivolta ai private markets che già rivestono un ruolo importante nei portafogli della clientela istituzionale ma che, secondo gli esperti, cresceranno molto probabilmente anche tra gli investitori privati. “Lo sviluppo di soluzioni e piattaforme che consentono di avvicinare gli investitori ai mercati privati rappresenta uno dei principali trend che caratterizza la nostra industria”, commenta Sebastiano Serrao, head of Investment Products & Services di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking. “Investire nei mercati privati significa non solo ricercare un premio di rendimento derivante dal profilo illiquido di questi strumenti, ma anche efficientare il portafoglio grazie ad una migliore diversificazione, affrontare in maniera più preparata un contesto inflattivo e, non ultimo, partecipare a grandi trend di mercato come la green transition con un approccio più puro e mirato”, spiega Serrao. Per quanto riguarda le tematiche più disruptive, invece, l’esperto ritiene che queste siano fortemente connesse all'evoluzione tecnologica. “Si parla già della progressiva affermazione dei digital asset, ovvero asset basati sulla tecnologia di registro distribuito o, più specificamente, sulla tecnologia blockchain, che consente di tokenizzare gli asset ma anche di direct indexing che permette di replicare indici azionari completamente personalizzabili attraverso l’acquisto dei titoli sottostanti anche per portafogli di piccole dimensioni”, conclude.
1/4A mostrare particolare interesse per i mercati privati, sottolinea Chiara Calì, director, Global Investment & Protection Products di Unicredit, è principalmente la clientela di fascia alta con esigenze di investimento sofisticate. “Abbiamo notato un recente cambiamento di approccio da parte dei principali operatori internazionali sui private markets che stanno iniziando a offrire loro stessi delle soluzioni come gli ELTIF, che ci permettono di avere a disposizione delle strategie che possono essere distribuite direttamente alla nostra clientela senza dover utilizzare strutture di prodotto molto complesse”, spiega la responsabile. “Il ritorno dei rendimenti nel fixed income”, prosegue Calì, “ci ha spinto a privilegiare la componente obbligazionaria di alta qualità e con duration di medio termine con l’obiettivo di creare portafogli in grado di generare rendimenti interessanti. A questo si affianca l'opportunità di cogliere l’upside della componente azionaria con soluzioni bilanciate, quindi multi-asset, diversificate sulla parte azionaria con portafogli globali non troppo concentrati anche di tipo tematico, focalizzandosi su megatrend di lungo periodo come il cambiamento climatico o la transizione energetica. “Per aumentare il profilo di efficienza e diversificazione delle strategie”, conclude l’esperta, “utilizziamo anche strumenti molto trasparenti come gli ETF all'interno dei portafogli multi-asset”.
2/4Per Luigi Capezzone, responsabile delle strategie di investimento e dei prodotti di risparmio gestito di Banca Generali, il contesto di stabilità di mercato a cui eravamo abituati, dove l'offerta delle banche sembrava disegnata per adattarsi ai diversi scenari di mercato, è ormai solo un ricordo. “La nostra idea”, spiega, “è di strutturare un’offerta che copra la più larga parte dell'universo investibile sfruttando la tecnologia sul lato advisory per consigliare i clienti in maniera veloce ed efficace sull'attività di asset allocation tattico-strategica e di risk management”. Anche Capezzone ritiene che l’esposizione sui private markets rispetto al totale del portafoglio dei clienti aumenterà in maniera sostanziale. “Stiamo anche notando un ritorno di interesse verso la componente hedge fund in formato UCITS. Per quanto riguarda le commodity, poi, ci si è resi conto che, oltre ai mercati privati, sono l'unico altro elemento in grado di dare un effetto di decorrelazione, mentre su tutta la parte del credito, così come sull'equity, stanno aiutando le strategie di long short credit”.
3/4Riuscire a fare previsioni sui prossimi decenni è davvero difficile, soprattutto considerando quanto le nuove tecnologie riescano a essere dirompenti in modo rapido e capillare. “Quello che notiamo oggi è che ormai il tema dell’innovazione è un punto cardine in ogni discussione con i nostri clienti”, afferma Daniele Diotti, senior sales executive di Franklin Templeton. Per quanto riguarda i prodotti, dalla società hanno individuato diverse soluzioni che potrebbero prendere piede nei prossimi anni. “La tecnologia ci viene in soccorso nell’iper personalizzazione delle soluzioni di investimento, non solo per la fascia HNW ma anche per l’affluent market attraverso il direct indexing, una strategia d’investimento che consente all’investitore di costruire da zero il suo personalissimo indice di titoli”, spiega l’esperto. A tal proposito, da Franklin Templeton hanno sviluppato GOE (The Goal Optimization Engine) una nuova soluzione digitale progettata con lo scopo di stabilire e mantenere un piano di investimento costante per perseguire uno o più obiettivi e cercare di massimizzare le probabilità di successo per ciascuno di essi entro i parametri che l'utente ha specificato. “GOE si differenzia da molti altri metodi di investimento basato sugli obiettivi in quanto pone la probabilità di successo al centro delle decisioni. Questo perché il suo scopo è il raggiungimento dell'obiettivo e la probabilità di non raggiungerlo è la misura del rischio”, conclude.
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