La lotta al surriscaldamento globale passa (anche) dai portafogli

Fonte: unsplash
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Innalzamento delle temperature e del livello del mare, incendi ed uragani, valanghe: davanti all'evidenza delle conseguenze del cambiamento climatico in tutto il mondo, sempre più investitori preferiscono la strada della sostenibilità nelle scelte di vita quotidiana e in quelle che riguardano il loro portafoglio. Alla luce di questa nuova consapevolezza, il ruolo che i fattori ESG stanno assumendo nella sfera degli investimenti tradizionali (e non) è sempre più importante.

“La pandemia ha ricordato a tutti quanto gli esseri umani siano fortemente dipendenti dai sistemi naturali”, ha sottolineato Francois Millet, managing director & head of Strategy, ESG and Innovation di Lyxor ETF. “Molti investitori operano ora sulla base dell’idea che clima e crescita esponenziale delle disuguaglianze siano importanti fattori di rischio, e che mitigare questi rischi costruendo un mondo più inclusivo e resiliente in un'ottica di lungo termine sia un requisito imprescindibile per la stabilità finanziaria”. Secondo Bloomberg infatti lo scorso anno gli investimenti ESG hanno attirato più del 50% degli afflussi netti confluiti negli ETF europei. Prosegue Millet: “La notizia del rientro degli Stati Uniti nell'Accordo di Parigi dello scorso febbraio ha dato slancio alla transizione ESG già in corso e ha reso l'Accordo più forte che mai”.

Così come i singoli governi anche le autorità di regolamentazione stanno intervenendo e gli investitori tengono sempre più conto dei rischi climatici nei propri portafogli e molti puntano ad allineare gli investimenti con uno scenario in cui l'aumento della temperatura non supererà 1,5°C. Gli indici S&P PACTTM  (Paris-Aligned & Climate Transition) sono stati creati con questo obiettivo in mente, cioè rendere accessibili strategie che mirano a essere compatibili con il contenimento del riscaldamento globale. Come ha recentemente chiarito Jaspreet Duhra, senior director & head of EMEA ESG Indices di S&P DJI in un’intervista, “gli indici sono concepiti per soddisfare i requisiti degli Indici di riferimento UE allineati con l'accordo di Parigi e degli Indici di riferimento UE di transizione climatica. Ciò significa che, oltre a ridurre le emissioni di carbonio rispetto ai benchmark tradizionali, questi indici puntano anche ad un tasso di decarbonizzazione annuo del 7% in termini assoluti”, il tasso cioè richiesto per azzerare le emissioni nette entro il 2050 e contenere il riscaldamento a 1,5°C, secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico. “Inoltre”, ha sottolineato Duhra, “questi indici sono strutturati in maniera tale da mantenere la stessa esposizione dei benchmark ai settori ad alto impatto climatico, per impedire che la decarbonizzazione venga conseguita semplicemente spostando l'intera ponderazione sui settori a basso impatto climatico”.

C’è però chi teme di allontanarsi troppo dal mercato investendo in chiave ESG. Riprende il discorso Francois Millet di Lyxor ETF: “I nostri investitori sono spesso sorpresi di scoprire che il "costo" dell'allineamento del loro portafoglio allo scenario 1,5°C è relativamente contenuto in termini di deviazione dal mercato. I test retrospettivi indicano un tracking error a tre anni degli Indici S&P Paris-Aligned Climate inferiore al 2% per le azioni statunitensi e dei mercati sviluppati e un tracking error di poco superiore per l'Europa. Questo tracking error ha generato una differenza di replicazione positiva nell'arco degli ultimi tre anni. Inoltre, le tecniche di costruzione del portafoglio sono pensate per generare la minore deviazione possibile dall'indice di riferimento. Per noi non esiste alcuna alternativa all'allineamento dei nostri portafogli su un percorso di decarbonizzazione assoluta”.

Riallocando il capitale in maniera significativa a favore delle aziende più abili nel ridurre le proprie emissioni, penalizzando i ritardatari e incentivandoli e colmare il divario, chi investe in strategie allineate agli obiettivi climatici manda un segnale molto chiaro alle imprese. Ancora Millet: “Riteniamo che l'adozione su vasta scala di strategie allineate agli obiettivi climatici avrà un impatto decisivo sul quella parte di economia quotata in borsa, responsabile di circa il 50% delle emissioni di gas serra globali, una percentuale che sale se si considerano anche le filiere produttive. Potrebbero volerci meno di 10 anni perché gli investimenti ESG diventino la nuova normalità”, spiega l’esperto. Il miglioramento delle informative societarie da un lato e degli standard e della qualità dei dati dall'altro renderà i rating ESG importanti tanto quanto quelli creditizi ai fini della valutazione globale delle imprese. “L'aumento implicito della temperatura delle società o dei portafogli potrebbe diventare un nuovo standard, al pari del rapporto prezzo/utili o degli utili per azione. Potremmo raggiungere un punto di svolta in cui stare sul lato sbagliato del mercato, in termini di rating ESG, esposizione ai rischi di transizione climatica e ai rischi fisici e sottoesposizione alle opportunità, diventa più costoso. Alcuni proprietari di patrimoni europei stanno cominciando a convertire l'intera gamma di benchmark regolamentari spostandosi sugli indici di riferimento ESG o allineati con gli obiettivi climatici. Potrebbe essere questa la tenenza futura nel mondo degli investimenti”, sottolinea.

Per tutte queste ragioni, il clima è uno dei pilastri della strategia ESG di Lyxor. Nel 2017 la società ha istituito il primo ETF Green Bond del mondo e più di recente sono stati il primo fornitore di ETF in Europa a lanciare una gamma completa di ETF azionari sul clima ideati per soddisfare i requisiti degli Indici di riferimento UE di transizione climatica e degli Indici di riferimento UE allineati con l'accordo di Parigi. Infine sono state pubblicate le “temperature” di 108 ETF Lyxor, misurate in base alle informazioni a disposizione sui relativi indici sottostanti. Conclude Millet: “Abbiamo sviluppato una metodologia rigorosa per calcolare le temperature di questi indici grazie a Trucost, società specializzata nell’analisi dei dati climatici. E’ così possibile filtrare per asset class, mercato e/o esposizione per visualizzare l’impatto degli investimenti sul riscaldamento globale e confrontarli con altri ETF della gamma per scoprire quali sono le scelte di portafoglio più rispettose del clima”.

L’argomento sarà oggetto di una conferenza organizzata da Lyxor che si terrà al Salone del Risparmio, domani 15 settembre dalle 17 alle 18 in sala Yellow2. Clicca qui per iscriverti a “Il Clima chiama. Conversazione con Isolde Kostner”