Il punto sul primo trimestre dell'industria del risparmio gestito in Europa in termini di flussi e prodotti scelti dagli investitori.
Per accedere a questo contenuto
Non sorprende che il primo trimestre del 2022 sia stato, in generale, un periodo negativo per l'industria europea del risparmio gestito. I problemi si accumulano: l'aumento dei prezzi delle materie prime, le interruzioni della catena di approvvigionamento, l'impennata dell'inflazione, la guerra in Ucraina... Date le incertezze che incombono sull'economia, ci si aspetterebbe che gli investitori europei sblocchino le loro posizioni in fondi a lungo termine e mettano i loro soldi in prodotti del mercato monetario. Ma, analizzando più a fondo i dati, questo non è successo. Almeno non in modo così determinante come ci si potrebbe aspettare.
Secondo i dati di Refinitiv, i fondi del mercato monetario, dove gli investitori tendono a cercare rifugio nei momenti di turbolenza, hanno registrato deflussi netti di 113,6 miliardi di euro, contro afflussi netti di 25 miliardi di euro per altri prodotti. Questo spiega perché il bilancio complessivo registrato dall'industria europea dell'asset management nel primo trimestre è stato negativo, con riscatti per un totale di 88,6 miliardi di euro. I riscatti sono stati significativi sia per i fondi del mercato monetario in euro che in dollari.
ETF e fondi indicizzati, i grandi vincitori
Se ci sono stati dei tipi di strumenti che si sono rafforzati nel primo trimestre, questi sono i veicoli a gestione passiva. Sia gli ETF che i fondi indicizzati hanno ricevuto afflussi netti tra gennaio e marzo. I primi hanno registrato afflussi netti di 38,2 miliardi, mentre i secondi 17,6 miliardi.
"Il fatto che gli investitori europei stiano comprando prodotti passivi in tempi di turbolenza del mercato non è sorprendente. È un fatto comune in periodi di condizioni di mercato difficili. In questi momenti, gli investitori preferiscono prodotti trasparenti e liquidi nei loro portafogli perché vogliono sapere cos’hanno e poterlo vendere rapidamente", spiega Detlef Glow, head of EMEA Research di Refinitiv.
Gli ETF che stanno vendendo di più sono strategie azionarie globali: un comparto in cui, tuttavia, anche i fondi a gestione attiva continuano ad attrarre denaro. Tra gennaio e marzo quest’ultimi hanno attirato circa 18 miliardi. Anche i fondi bilanciati globali sono un'altra categoria di prodotti che gli investitori europei continuano a comprare. Nel primo trimestre hanno registrato un flusso netto di quasi 8 miliardi. O i fondi equity income, che hanno registrato una raccolta netta di 6,7 miliardi. In queste tre categorie di prodotti, la gestione attiva ha continuato a superare la gestione passiva in termini di raccolta netta.
Non è stato il caso delle azioni americane, dov'è proseguita la tendenza degli ultimi anni a sostituire i fondi attivi con prodotti passivi. I 10 miliardi di afflussi negli ETF tra gennaio e marzo contrastano con leggeri deflussi dai prodotti gestiti attivamente. Un fenomeno si è registrato anche nel primo trimestre nel reddito fisso. In particolare nella categoria delle obbligazioni governative americane, dove gli afflussi di 5 miliardi registrati dagli ETF in questa asset class non sono stati uguagliati dai prodotti a gestione attiva, che hanno subito timidi deflussi.
Deflussi dal reddito fisso
Dopo la forte correzione dei mercati obbligazionari, che è già stata paragonata al crollo obbligazionario del 1994, gli investitori europei hanno liquidato le loro posizioni in questa asset class.
I maggiori riscatti sono stati registrati nei prodotti del reddito fisso globale. Di questi, 8,8 miliardi sono stati ritirati. Gli investitori hanno anche venduto prodotti a reddito fisso europei, con deflussi netti che hanno raggiunto i 7 miliardi, così come le strategie di credito europee, dalle quali sono stati venduti 5 miliardi. In tutte queste categorie, i deflussi si sono concentrati nei prodotti a gestione attiva, con gli ETF che sono rimasti praticamente piatti.