Net Zero Asset Managers Initiative, sale il numero dei firmatari (e arrivano gli italiani)

green
Paula Prekopova, Unsplash

L’impegno a sostenere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, attraverso la definizione di obiettivi intermedi al 2030 (la riduzione del 50% delle emissioni) e al 2025, allineati alle evidenze scientifiche e in linea con l’obiettivo globale di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi centigradi. Uno sforzo congiunto, messo in campo dalla comunità finanziaria internazionale e sfociato (tra le altre iniziative sorte negli ultimi anni) nella Net-Zero Asset Managers Initiative (Nzami) che ha visto, in questi giorni, un incremento tra i firmatari, in concomitanza con i lavori della COP26 di Glasgow. Sono 43 i nuovi firmatari dell’iniziativa che hanno rivelato gli obiettivi al 2050 e indicano oltre un terzo delle attività gestite (per un totale di 4.200 miliardi di dollari su 11.900 gestiti) in linea con lo zero netto secondo un report sui progressi pubblicato dalla Nzami in questi giorni. Intesa Sanpaolo ha annunciato l’adesione all’iniziativa, attraverso Eurizon Capital SGR, Fideuram Asset Management SGR e Fideuram Asset Management Ireland: gli unici asset manager italiani aderenti a oggi. Tra le altre firme annunciate negli ultimi giorni si segnalano inoltre quelle di Candriam e Aegon Asset Management.

Lanciata a dicembre 2020, Nzami, è costituita da asset manager internazionali impegnati a sostenere l’obiettivo net-zero entro il 2050, ed è coordinata dai Principi per l’investimento responsabile (PRI) delle Nazioni unite, dall’Institutional Investors Group on Climate Change (Iigcc), Asia Investor Group on Climate Change (Aigcc), Investor Group on Climate ChangeCDP (ex Carbon Disclosure Project) e la non profit Ceres. Il già nutrito gruppo iniziale (30 firmatari) vede oggi 220 sottoscrittori che rappresentano, collettivamente, asset in gestione per 57 mila miliardi.

Intesa Sanpaolo nell’orbita della Gfanz

L’iniziativa si inserisce all’interno di un percorso comune per asset manager, asset owner e istituti di credito promosso sotto l’ombrello Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), lanciata la scorsa primavera nell’ambito dei lavori preparatori al vertice di Glasgow in scena in questi giorni. Nella Gfanz sono coinvolte le principali iniziative partner della campagna Onu Race to Zero, che raggruppa una coalizione di iniziative impegnate a conseguire il net zero entro il 2050. E appunto la partecipazione alla Nzami, rappresenta per Intesa un ulteriore tassello del percorso avviato negli ultimi mesi con un primo passaggio importante lo scorso 20 ottobre, quando la banca guidata da Carlo Messina ha annunciato l’adesione alla Net-Zero Banking Alliance (Nzba), che riunisce a oggi 79 banche di 36 Paesi.  Nel caso di Intesa Sanpaolo la sottoscrizione dell’alleanza è avvenuta contestualmente alla pubblicazione del primo report redatto secondo le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).  Mentre la società di gestione Eurizon, è anche entrata a far parte dell’Iigcc, l'organismo europeo per la collaborazione degli investitori sul cambiamento climatico, che agiscono per favorire la riduzione delle emissioni di carbonio. “Questo è un momento critico per unire le forze per combattere il cambiamento climatico e le conseguenze del riscaldamento globale”, ha dichiarato Saverio Perissinotto, CEO di Eurizon Capital SGR. Il CEO ha sottolineato la “responsabilità collettiva” di lavorare a fianco degli emittenti per realizzare l'ambizione dello zero netto per le generazioni future. “Eurizon – ha detto – crede fermamente negli investimenti sostenibili e responsabili e siamo pronti a fare la nostra parte”.

Nuovi firmatari

Come anticipato, nelle ultime ore anche altri protagonisti del settore hanno annunciato la propria adesione. È il caso di Candriam che, tra le altre cose, indica come il percorso di accelerazione della riduzione delle emissioni all’interno del portafoglio sarà guidato anche dalla strategia di engagement e stewardship sul clima. “Come asset manager attivo responsabile, siamo orgogliosi di aderire alla Net Zero Asset Managers Initiative e di condividere le nostre ambizioni di decarbonizzazione avanzata”, ha dichiarato Naïm Abou-Jaoudé, CEO di Candriam.

Impegno sottoscritto anche da Aegon AM che per rispettare gli impegni net zero al 2050, cercherà di aumentare la quota di patrimonio in gestione allocata su strumenti utili al raggiungimento dell’obiettivo, iniziando con gli asset gestiti per conto di altre società del Gruppo Aegon che seguono il medesimo impegno verso l’azzeramento delle emissioni. Darà inoltre priorità alla riduzione delle emissioni anche nell'economia reale, continuando il suo programma di engagement e utilizzando la sua influenza sulle società partecipate per incoraggiare la misurazione e la riduzione continua dei gas serra. Commentando l'adesione, Bas NieuweWemeamministratore delegato di Aegon AM, ha dichiarato: "Siamo tutti molto consapevoli dell'impatto che le emissioni stanno avendo sul clima del nostro pianeta e della necessità di agire ora prima che sia troppo tardi. Come gestori di investimenti – conclude –, crediamo di poter giocare un ruolo vitale incoraggiando le aziende in cui investiamo a ridurre le loro e a passare a zero emissioni, per il bene delle generazioni future”.