La crescente attenzione globale sugli obiettivi di Net Zero sta portando a un aumento della regolamentazione e delle politiche ambientali. Questo crea opportunità e rischi per gli investitori. “La lotta al cambiamento climatico, dal nostro punto di vista, può essere tradotta nei portafogli azionari in due modi”, afferma Laura Belotti, senior sales executive, Franklin Templeton. “Il primo - spiega - è quello di detenere società low carbon, decarbonizzare nel tempo un portafoglio complessivo esistente, preferibilmente attraverso l'impegno, ma utilizzando il disinvestimento come opzione se questo non dovesse avere successo. Il secondo consiste nell'investire in società che forniscono prodotti e servizi che contribuiscano al passaggio verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Riteniamo che questo metodo sia più incisivo e che rappresenti una maggiore opportunità di investimento, considerate la combinazione di normative favorevoli (come l'IRA statunitense), la crescente domanda dei consumatori e la competitività dei costi (le forme di energia solare e eolica sono oggi generalmente più economiche rispetto alla maggior parte delle tecnologie tradizionali). I clienti devono sapere cosa stanno acquistando e misurare il fondo sul lungo termine”. In questo senso “siamo molto orgogliosi del nostro Templeton Global Climate Change fund a gestione attiva, che detiene un 100% di patrimonio netto sostenibile (considerando anche la componente cash). Si tratta di un fondo articolo 9 secondo SFDR, con oltre cinque anni di track record. Il fondo è al primo quartile da inizio anno, a un anno, tre anni e cinque anni e top decile da inizio anno, a un anno, due anni e tre anni: una prova tangibile di buona performance, considerando la resilienza a vari contesti di mercato da quando è partito cinque anni fa. La size del comparto è pari a 1,3 miliardi”, conclude Belotti.
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