La terza parte della tavola rotonda Credit Suisse AM targata FundsPeople analizza il mondo delle obbligazioni sostenibili.
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Il mercato dei green bond si è sviluppato incredibilmente dal 2007 a oggi, sia in Europa sia in Italia e rappresenta la parte più consistente del totale delle emissioni obbligazionarie sostenibili. Anche se più recenti, sustainable bond e social bond stanno facendo la loro parte.
Quali sono i punti di forza di questi prodotti?
Possono essere la risposta per chi vuole integrare rendimenti obbligazionari e sostenibilità?
Nella terza e ultima parte della tavola rotonda di Credit Suisse Asset Management targata FundsPeople l’analisi di questa interessante asset class.
I commenti sono riferiti al contesto dell’8 novembre 2022.
“I green bond sono un argomento di grande attualità. In Eurizon abbiamo due fondi sui green bond ex Art. art 9, uno specializzato sui mercati obbligazionari internazionali e l’altro sulle obbligazioni societarie green. In generale l’offerta sul mercato è ancora limitata, ma su questo fronte ci sono cambiamenti perché il segmento dei green bond sta crescendo” osserva Andrea Loraschi, portfolio manager di Eurizon . “Inoltre, tante emissioni, specie inizialmente, per la grande richiesta erano prezzate a premio, quindi i rendimenti erano interessanti ma non tanto quanto emissioni similari. Considerata la richiesta, è un mercato che tenderà a svilupparsi molto e oggi forse è ancora più chiaro che un green bond è costruito in modo da dover rispettare i propri impegni. Cioè, per i green bond deve essere chiaro da prospetto cosa si va a fare e lo si fa secondo una serie di principi, peraltro naturalmente determinati dal basso, da associazioni di mercato stesse, che indicano a che cosa ci si deve ispirare, e contestualmente verificate da certificatori esterni”. Secondo il manager in questo ambito c'è molto interesse, che porterà a un consolidamento del mercato. “Impossibile inserire un progetto di costruzione di pale eoliche di una municipalità scozzese all’interno di un fondo tradizionale, mentre un green bond consente un empowerment locale per i cittadini che partecipano alle iniziative. Dal premio che c’era all’inizio ora si va verso un bilanciamento, con rendimenti che cominciano a essere più in linea rispetto a emissioni simili. Segnale interessante di un mercato che si sta stabilizzando e diventa più liquido. Ci aspettiamo che le fabbriche prodotto creino un numero crescente di fondi specializzati sui green bond, parallelamente all’aumento delle emissioni sul mercato di questa tipologia di obbligazioni”.
1/4“Generali si è reso partecipe in maniera importante di questo mercato sul primario. Nel 2019 siamo stati la prima assicurazione europea a emettere un green bond, da 750 mln, seguito da un’altra emissione nel 2020, mentre nel 2021 abbiamo emesso un cat bond, che è stata la prima emissione nel mercato delle insurance-linked security a integrare caratteristiche green innovative” commenta Chiara Scalone, Product Development Specialist di Generali Assets & Wealth Management. “La nostra expertise si fonda quindi sul fatto che abbiamo ruolo importante anche come emittente. Abbiamo perfezionato negli anni il nostro Sustainability Bond framework, che ricomprende il precedente Green Bond framework e amplia le categorie di attività che possono essere finanziate dai proventi dei bond emessi nell’ambito del programma (che oltre a green building e attività di efficientamento energetico include ora temi sociali come il social housing o la gestione delle crisi naturali o sanitarie). Il nostro comitato dedicato” aggiunge Scalone “si assicura che gli asset rispettino i criteri finanziari e di esclusione per tutta la durata dell’investimento. Se i criteri di eleggibilità non sono più rispettati, l’attivo viene rimosso dal pool e sostituito secondo una pipeline approvata dal comitato. Ci aspettiamo comunque che nel futuro prossimo l’industria resti concentrata sulla componente E di ESG, considerato anche come la Bce voglia decarbonizzare il suo portafoglio in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Pensiamo che il movimento verrà sostenuto anche da molti investitori privati che nei prossimi mesi continueranno a ridurre la carbon footprint dei loro portafogli, con un conseguente impatto sulle valutazioni”.
2/4“Il gruppo Zurich ha mostrato assoluto interesse sin dalla nascita dell’asset class, tanto che avevamo l’obiettivo di acquistare per il nostro bilancio 5 miliardi di $ in green bond in alcuni anni e siamo già al target” dichiara Alessandro Greppi, Portfolio Manager Unit Linked and Pension Funds di Zurich Insurance Group. “Ora che l’asset class e diventata più attrattiva dal punto di vista valutativo non vediamo motivo di allentare l’interesse. Anche perché ci siamo resi conto che l’esposizione verso i green bond ci consentiva di ridurre la volatilità degli investimenti all’interno dei nostri portafogli. Quindi univamo l'utile, il finanziamento di progetti green, al miglioramento delle performance in termini di abbattimento della volatilità. Per quanto riguarda l'offerta da parte dei vari provider, chiaramente riscontriamo anche noi quanto sia limitata, più per la difficoltà di individuare asset da acquistare, più che per i motivi che valgono per altre tipologie di asset class del fixed income, come ad esempio applicare i filtri e i principi ESG a determinati indici”.
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Per Enrico Camerini, head of Fund Buyer Italy, Credit Suisse AM, l’obiettivo ultimo sarebbe quello di avere più emittenti “più progetti con un impatto positivo tramite questi strumenti” Il mercato aumenterà se ci saranno maggiori emissioni e quindi più investimenti nel campo delle rinnovabili e dell’efficientemento energetico”. “Gli utilizzi possono essere anche maggiori”, fa eco Andrea Semino, head of Index & ETF Sales Italy, Credit Suisse AM “ad esempio anche le banche hanno iniziato a emettere green bond, erogando mutui per finanziare ristrutturazioni di abitazioni a fini energetici, pompe di calore ecc, che amplia tantissimo l’universo dei green bond”. “I green bond rappresentano il vero tratto distintivo della sostenibilità nel fixed income. Perché mentre nel mondo dei corporate bond le metriche sono le stesse dell’equity, sui green bond invece parliamo di articolo 9 puro” aggiunge Camerini, mentre Semino fa notare che “MSCI ESG Leaders è la metodologia principale sulla maggior parte dei nostri prodotti. Se si guarda corporate bond investment grade o high yield poco cambia, si possono usare gli stessi filtri. Diventa un po’ più complesso fare integrazione ESG nei titoli governativi, in quanto spesso i principi valoriali promossi sono in conflitto con alcuni emittenti governativi. Pensiamo agli Stati Uniti, dove in molti Stati c'è la pena di morte. Dovremmo escluderli da un prodotto governativo Articolo 8? È molto complicato”. “Gli stessi USA che solo di recente hanno comunicato la loro intenzione di mantenere gli impegni di riduzione delle emissioni nonostante abbiano le emissioni pro capite più alte al mondo” argomenta Camerini, ma resta il dubbio su come sia più giusto comportarsi con i Treasury dal punto di vista della sostenibilità. “Ecco perché” conclude Semino” identifichiamo i green bond come una valida alternativa, sono degli articolo 9 in purezza, i cui finanziamenti vanno direttamente all’economia reale”.
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