La via dei passivi di Credit Suisse AM

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Valerio Schmitz Esser, Head of Index solutions, Credit Suisse AM (immagine concessa)

Contributo a cura di Valerio Schmitz Esser, Head of Index Solutions, Credit Suisse AM. Contenuto sponsorizzato.

Grazie alla lunga esperienza maturata nel campo delle gestioni indicizzate, per noi di Credit Suisse Asset Management estendere l’offerta al comparto degli ETF è stata un’evoluzione naturale. Dal lancio della nuova gamma di exchange-traded fund, circa un anno fa, questi prodotti hanno già superato quota 5 miliardi di euro di attivi in gestione1. Siamo molto soddisfatti di questo risultato, che sottolinea l’importanza dei prodotti indicizzati nel contesto di portafoglio dei clienti europei. I nostri ETF sono parte integrante di una gamma di oltre cento prodotti, tra fondi indicizzati ed ETF, che offrono agli investitori europei un ampio menu da cui scegliere per la propria allocazione di portafoglio. Pensiamo, infatti, che ETF e fondi indicizzati rappresentino due componenti complementari del portafoglio, spesso ottimali in contesti diversi.

Il focus sulla sostenibilità è uno dei fiori all’occhiello della nostra nuova gamma. Crediamo che la decisione di lanciare un’offerta di ETF con criteri di sostenibilità sia stata una scelta molto ben recepita dalla comunità di investitori, anche perché ci ha permesso di posizionarci in un ambito di nicchia dove i nostri ETF hanno spesso solo 1-2 competitor diretti.

I risvolti distributivi

Credit Suisse Asset Management è una fabbrica prodotto specializzata, che mette in campo una gamma completa di strumenti indicizzati ed è in grado di offrire anche soluzioni molto personalizzate, sia sui grandi volumi, che sui piccoli, ad un mercato molto parcellizzato. L’ambiente competitivo delle gestioni in Italia, richiede di avere una visione strategica e complessiva del ruolo dell’allocazione tramite strumenti passivi. Flessibilità e agilità nel costruire soluzioni personalizzate, conoscenza del contesto, expertise consolidata con una piattaforma con masse per oltre 150 miliardi di euro2 e possibilità di gestione di mandati, anche localmente se necessario, sono elementi che ci permettono di proporci tra gli interlocutori principali per la consulenza strategica nei confronti di investitori impegnati oggi in un percorso di evoluzione del proprio portafoglio.

Molto spesso l’argomento dei prodotti indicizzati viene trattato in modo superficiale facendo riferimento esclusivamente a benchmark e costi. Le implicazioni di business, distributive e operative sono, tuttavia, molto più ampie. Negli anni il mercato si è avvicinato al concetto di prodotto wrappato o model portfolio costruito con strumenti passivi sistematizzati all’interno di un contenitore. Gestioni patrimoniali, assicurazioni multiramo, certificati con sottostante passivo e soluzioni online di gestione patrimoniale sono stati i primi fruitori di tali soluzioni di carattere innovativo. Al più canonico uso da parte di gestori in fondi di fondi si sono, quindi, affiancate soluzioni a più alto tasso di complessità rispetto alla considerazione dello strumento indicizzato come unico elemento a sé stante.

Confrontando il modello degli ETF con quello dei fondi indicizzati, ritengo che la vera sfida stia nel modernizzare la distribuzione di questi ultimi, perché le piattaforme per la sottoscrizione di fondi non sono affatto armonizzate ed è difficile per molti investitori, in particolare quelli al dettaglio, sottoscrivere o riscattare fondi indicizzati. Essendo fondi comuni, la disponibilità dei fondi indicizzati nell’offerta bancaria dipende dagli accordi distributivi presi tra il gestore e l’intermediario bancario stesso. Da un punto di vista meramente distributivo, gli ETF sono invece accessibili direttamente, attraverso le principali borse valori continentali, da qualunque piattaforma di home-banking.

Ad ogni investitore il suo passivo

Negli ultimi anni lo strumento ETF ha vissuto un momento di espansione molto più consolidato, supportato sicuramente dalle sue caratteristiche intrinseche di trasparenza e semplicità di accesso. Non sono sicuro però che tutti gli investitori, sia privati che professionali, conoscano nel profondo gli elementi distintivi rispetto ai fondi indicizzati, un mercato che in Europa ha dimensioni paragonabili a quello degli ETF, intorno ai 1,000 miliardi di euro3.

La principale differenza è la modalità di negoziazione: come un fondo attivo tradizionale, i fondi indicizzati vengono negoziati una volta al giorno (dopo cut-off), mentre gli ETF durante tutta la giornata in modalità mercato secondario. La modalità di negoziazione “tradizionale” dei fondi indicizzati li rende più adatti a una clientela professionale, che può far leva sulle competenze operative pre-esistenti (ad esempio la negoziabilità su AllFunds). La contabilità per quote e la negoziazione a fine giornata rende i fondi indicizzati particolarmente adatti a far parte di fondi di fondi o gestioni patrimoniali, dove risulta operativamente rilevante la gestione delle “spezzature” tra le diverse linee e conti d’investimento. D’altra parte, gli ETF, sono titoli negoziati sul mercato borsistico, un canale probabilmente più congeniale a chi necessita di quotazioni intraday o agli investitori che non vogliono gestire l’operatività dei fondi. Quest’ultimo punto è importante guardando un target di clientela finale più giovane, abituata a negoziare i fondi attraverso il trading diretto, come i robo-advisor.


1 Fonte: Credit Suisse, dati al 28.02.2021.

2 Fonte: Credit Suisse, dati al 28.02.2021.

3 Fonte: Morningstar


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