Quale futuro per i multi-asset?

Stefano Zoffoli, Responsabile gestioni multi-asset (Swisscanto)
Immagine concessa (Swisscanto)

CONTRIBUTO a cura di Stefano Zoffoli, responsabile gestioni multi-asset di Swisscanto. Contenuto sponsorizzato da Swisscanto.

L’onda lunga della pandemia, con le relative ricadute economiche e finanziarie, ha rimescolato le carte per gli investitori. Sul reddito fisso, dopo un decennio di calma piatta e tassi negativi, l’aumento improvviso dell’inflazione e il successivo inasprimento monetario hanno portato a un’impennata dei tassi e a un ritorno di interesse per le obbligazioni. I mercati azionari sembrano guidati più dalle banche centrali o da alcuni episodi piuttosto che dai fondamentali. Tutto ciò ha sollevato alcune questioni sull’efficacia dei portafogli multi-asset. Nel lungo periodo, un portafoglio diversificato tra azioni e obbligazioni ha un effetto di stabilizzazione tra opportunità di ritorno e rischi di mercato. Se nel 2022 questo non si è verificato, ciò è dovuto solamente a condizioni eccezionali, tanto che da inizio 2023 questi prodotti si sono comportati molto bene. Quali sono quindi le implicazioni per i portafogli flessibili in un contesto che non risponde ai tradizionali canoni di investimento e in una fase incerta del ciclo?

La principale preoccupazione degli investitori riguarda i potenziali impatti della recessione economica. Europa, soprattutto la Germania, e Cina mostrano già chiari segnali di contrazione. Nel Regno Unito la crescita è debole. L’unica eccezione, al momento, è rappresentata dagli Stati Uniti dove la dinamica economica si è dimostrata finora sorprendentemente solida, nonostante la politica monetaria restrittiva. Diversi indicatori segnalano che anche in questo trimestre ci si può aspettare una crescita economica positiva dagli Usa, sostenuta ancora dai consumi e da un mercato del lavoro solido. Nei mesi estivi, però, il credito al consumo è stato limitato per la prima volta e i criteri sui finanziamenti nuovamente inaspriti, il che indica un rallentamento dei prestiti nei prossimi mesi. Sono anche in aumento i tassi di insolvenza su carte di credito e finanziamenti per l’acquisto di auto. In sintesi, è probabile che la propensione alla spesa delle famiglie statunitensi possa rallentare, facendo mancare il sostegno all’economia globale e favorendo le possibilità di una leggera recessione. D‘altronde, le società in particolare nei settori che si trovano all‘inizio del ciclo di produzione, come chimica, logistica e costruzioni, già da tempo hanno timori per il futuro. Un simile quadro macro è complessivamente più favorevole per le obbligazioni. Pensando quindi a un portafoglio multi-asset, la soluzione più intuitiva potrebbe essere quella di ridurre la quota azionaria e aumentare la componente obbligazionaria.

Focus sul reddito fisso

Nel reddito fisso è tuttavia importante individuare categorie in grado di offrire diversificazione, ritorni reali e un livello di rischio accettabile. Privilegiamo quindi emittenti governativi (aggiungendo quindi duration), ma anche specifiche situazioni nel mondo corporate. I Gilt, i governativi del Regno Unito, sono stati molto penalizzati dalle recenti dinamiche politiche interne, ma il decennale ha un rendimento intorno al 4,5% e, considerando l’inflazione in discesa e il rallentamento della congiuntura, rappresentano una soluzione con un interessante profilo rischio / rendimento.

Allo stesso modo, il Tips (Treasury inflation-protected securities) triennale Usa prezza un’inflazione implicita del 2% che, in un contesto di inflazione intorno al 3%, offre un buon guadagno relativo. I governativi degli emergenti in media pagano 300pb sopra i Treasury e in chiave selettiva vi sono anche emittenti investment grade. Da ultimo, sebbene i corporate ci sembrino decisamente troppo cari in vista di un indebolimento congiunturale, vale la pena menzionare le cosiddette obbligazioni ibride con caratteristiche particolarmente ricercate nell’attuale contesto di mercato: basso rischio di default, rendimenti elevati e resilienza alle variazioni dei tassi di interesse. Attualmente, inoltre, il rendimento aggiuntivo degli ibridi societari rispetto ai tradizionali corporate è intorno al 2,4%, un valore superiore alla media di lungo periodo e che offre una comoda protezione contro eventuali espansioni degli spread. Tutto sommato quindi, i guadagni sostanziali di un portafoglio bilanciato ottenuti dall‘inizio dell‘anno principalmente grazie alle azioni, possono essere difesi parzialmente attraverso la tipica gestione del rischio di un bilanciato che dispone di varie alternative nell‘obbligazionario.