Multi-asset, ecco perché è il momento di tornare a investire

Hirt Gregor News
Gregor Hirt, immagine concessa (AllianzGI)

Un ciclo economico globale su cui pesano ancora le conseguenze del Covid. Un lento riassorbimento dell’inflazione che, a meno di soprese al rialzo, torna verso i target delle banche centrali. Delle differenze nelle aree del mondo sul versante della crescita. Questi alcuni punti chiave del contesto macro descritto da Claudio Marsala, head of Multi Asset Solutions di AllianzGI. Uno scenario tuttora interessato dalla normalizzazione post pandemia e in cui persistono delle complessità per gli investitori per la costruzione dei portafogli. “I dati economici in arrivo di crescita e inflazione sono postivi, ma con differenze regionali forti”, dice Marsala. “Nei Paesi sviluppati la dinamica inflattiva sembra sotto controllo e ciò supporta l’idea di tagli dei tassi dalle banche centrali”, continua. “Gli Usa si sono dimostrati resilienti, mentre l’Europa è più in difficoltà per l’aumento dei prezzi delle materie prime e per la maggiore dipendenza dell’export verso la Cina che è alle prese con una fase complicata per la crescita. Per gli Usa il nostro scenario di base è di un soft landing, perché gli aggressivi rialzi dal 2022 non si sono tradotti in uno stop dell’economia. Ciò è avvenuto anche grazie agli alti tassi di risparmio delle famiglie e l’aumento dei salari che hanno sostenuto i consumi. Il mercato del lavoro sta rallentando, ma non in modo brusco, con il numero di posti di lavoro per occupato che sta diminuendo”, dice Marsala. “Questa normalizzazione porta la Fed a pensare ad allentare i tassi, con tre tagli attesi nel corso dell’anno. Le banche centrali continuano a essere data-dependent. C’è ancora il rischio di brevi correzioni sui mercati. Ma il processo sembra essere sulla giusta strada”, argomenta l’esperto.  

Giappone e Usa

Assieme agli Stati Uniti, l’altra posizione privilegiata per AllianzGI è sul Giappone. “I nuovi fenomeni inflattivi, dopo decenni di inflazione inesistente e bassa crescita, spingono le aziende a impiegare le ingenti masse di liquidità nei loro bilanci per produrre e investire, anche in operazioni di buyback che sostengono i listini. Inoltre, un altro fattore di supporto per le azioni del Paese è l’attesa di una normalizzazione della banca centrale che potrebbe alzare i tassi a breve, in quello che sarebbe il primo aggiustamento del costo del denaro dopo 9 anni, e a interrompere il meccanismo di controllo della curva”, spiega l’esperto. “Siamo positivi sull’azionario giapponese, negativi per l’obbligazionario in vista di questa svolta nella politica monetaria”, commenta.

Cina

Restando in Asia, la Cina attraversa un momento difficile di bassa fiducia da parte degli investitori. La crisi dell’immobiliare ha messo in crisi il modello di sviluppo economico basato su costruzioni e esportazioni manifatturiere che ha assicurato al Paese decenni di crescita vertiginosa. “Questo ha causato ripercussioni a cascata con fenomeni deflativi e impoverimento dei consumi”, dice Marsala. “I processi di assestamento dalle crisi immobiliari sono lunghi. Il Governo ha realizzato interventi espansivi e misure di supporto. Ma ad oggi non ci sono stati degli stimoli fiscali di Pechino di una portata tale da invertire questo trend negativo. L’obbligazionario ha sofferto molto. Le valutazioni ridotte delle azioni cinesi sono un punto di interesse, ma siamo in attesa di nuovi elementi positivi prima di prendere posizione sulla Cina”, dice.   

Multi-asset, l’importanza di essere flessibili

Gregor Hirt, Global CIO Multi Asset di AllianzGI, si è soffermato sulle evoluzioni del multi-asset che si sta riprendendo dopo un anno nero come il 2022, quando i crolli in parallelo di azioni e bond per la correlazione positiva tra le due asset class hanno portato ingenti perdite. “Il classico portafoglio 60/40 ha sofferto molto”, dice Hirt. “Ma il nostro stile di gestione flessibile dei portafogli multi-asset orientato alla gestione del rischio e della volatilità, anche grazie all’accesso a asset-class alternative e l’utilizzo di strategie di copertura tramite derivati, ci ha permesso di mitigare le perdite”, spiega. “Oggi il contesto è migliorato. Per noi lo scenario è di soft landing che sarebbe positivo sia per le azioni che per le obbligazioni, con significative opportunità per il multi-asset che resta una colonna portante di ogni portafoglio”, conclude.