Politiche di remunerazione, diversità di genere e clima. Sono queste le tre modalità che Allianz Global Investors intende rafforzare quest'anno in materia di voto.
- Remunerazione: attualmente AllianzGI esprime voto contrario nelle assemblee delle società europee a grande capitalizzazione che non includono indicatori chiave di performance ESG nelle proprie politiche retributive. Nel 2024 questo requisito sarà esteso al di fuori dell’Europa e nel 2025 anche alle imprese di minori dimensioni.
- Diversità di genere: AllianzGI fisserà obiettivi più severi in alcuni Paesi in merito alla diversità di genere nei CdA, innalzando la soglia al 40% per le grandi società di Regno Unito, Italia e Francia, e prevedendo almeno un membro donna nel CdA di tutte le società asiatiche quotate. L’impegno di AllianzGI nei confronti della diversità di genere è stata la motivazione principale alla base della co-fondazione del 30% Club Investor Group Germany nel 2023 e della co-presidenza di tale iniziativa in Francia e Germania.
- Clima: nel 2023 si è registrata una diminuzione nel numero di delibere "Say on Climate". In futuro AllianzGI baserà le proprie decisioni sulla metodologia proprietaria Net-Zero Alignment Share Methodology, che fornisce uno strumento concreto per confrontare i progressi delle società in modo coerente tra i vari settori e mercati.
Qualche dato. La società ha pubblicato l’analisi annuale dei voti che ha espresso alle assemblee degli azionisti in tutto il mondo, basata sulla sua partecipazione a 9.137 (2022: 10.205) assemblee e sul voto espresso in merito a quasi 100.000 (95.512) proposte avanzate da azionisti e vertici aziendali.
AllianzGI ha votato contro o si è astenuta su almeno un punto all’ordine del giorno nel 71% di tutte le assemblee a livello globale (2022: 69%). Sempre a livello globale si è inoltre opposta al 18% delle proposte in materia di capitale, al 24% di quelle relative ai membri dei Consigli di Amministrazione (CdA) e al 41% delle proposte sulle remunerazioni, riflettendo le elevate aspettative sugli standard di governance.
L’analisi dei voti in Italia
In Italia AllianzGI ha votato contro il 36% di tutte le delibere nel 2023, percentuale leggermente maggiore rispetto al 32% del 2022, e si sono astenuti su un ulteriore 3% delle stesse.
La remunerazione dei vertici aziendali rimane l’argomento con il più alto tasso di opposizione in Italia. Nel 2023 la società ha votato contro il 55% delle proposte di remunerazione del top management astenendosi sul 10% delle stesse. Il 20% di questi voti contrari ha riguardato proposte su piani di incentivazione variabile a lungo termine, principalmente a causa di condizioni di performance da noi non ritenute sufficientemente impegnative e/o di un periodo di performance troppo breve. Alcuni voti contrari sono legati, come l’anno scorso, ad accordi di buonuscita eccessivi. Infine, la grande maggioranza dei voti contrari (73%) ha riguardato l’approvazione della politica di remunerazione e del report sulla retribuzione. Secondo quanto si legge nella noto, il mercato italiano risulta ancora indietro in termini di chiara comunicazione delle politiche remunerative, degli indicatori chiave di performance, dei risultati e della retribuzione delle componenti variabili, per poter consentire agli investitori di valutare meglio il legame tra gli incentivi al management e la strategia/performance aziendale.
Per quanto riguarda invece le delibere relative ai membri dei CdA, con il suo specifico sistema di "voto di lista", il mercato italiano è quello che presenta il più alto tasso di opposizione sulle questioni relative agli amministratori. Infatti, AllianzGI ha votato contro il 44% delle delibere legate a proposte in materia di amministratori (46% nel 2022), che includono le elezioni dei membri dei CdA ma anche questioni relative alle sue dimensioni o alla durata, rispetto al 23% a livello globale. Rispetto all’elezione del singolo, il sistema del "voto di lista" consente di votare a favore di una sola lista, quindi implica un voto contrario alle altre sottoposte al voto degli azionisti. L’Italia è l’ultimo Paese europeo a utilizzare questo sistema, e la società sarebbe favorevole a eleggere gli amministratori su base individuale piuttosto che in lista. "Pur aspettandoci un elevato livello di indipendenza dei membri del CdA, in occasione del voto valutiamo la composizione delle liste nel loro complesso, tra cui competenze, capacità e diversità degli amministratori", dicono.
Inoltre, dalla società spiegando che: "I nostri voti di dissenso sui punti legati all’autorizzazione di programmi di riacquisto di azioni e alla riemissione delle azioni riacquistate rimangono stabili rispetto al 2022 (23%). Il problema principale sul mercato rimane la richiesta di programmi di riacquisto di azioni per il 20% del capitale, mentre noi intendiamo sostenere programmi solo fino al 10%".
Infine, quest’anno sarà caratterizzato dal "DDL Capitali", che mira a migliorare la competitività dei mercati dei capitali italiani. "Questo potrà avere un impatto anche sulla stagione assembleare del 2024", concludono dalla società.