Private debt, gli istituzionali scommettono sul made in Italy

Tavola rotonda private debt. Foto Tetris Production per FundsPeople

Il private debt italiano continua a macinare record. Nel corso del 2022, secondo gli ultimi dati AIFI-Deloitte, la raccolta totale è stata pari a 1.131 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente, quando erano stati raccolti 987 milioni. Sempre nel 2022, i capitali provenienti dall’estero sono stati pari al 25 per cento. I fondi pensione e le casse di previdenza hanno pesato per il 26%, classificandosi come prima fonte, seguiti dai fondi di fondi istituzionali, che hanno contributo per il 19%, e dalle assicurazioni con il 18 per cento. Si è anche registrato un record di investimenti, pari a circa 3.224 milioni di euro, il valore più alto registrato sino ad ora, in aumento del 43% rispetto al 2021, che già aveva fatto registrare una cifra record.

I numeri sono indicativi di un settore finanziario in rapida espansione, che ha acquisito una crescente rilevanza negli ultimi anni. Nonostante il crescente interesse, il settore è ancora relativamente giovane e in fase di sviluppo. Ci sono ancora numerose sfide da affrontare, come la necessità di una maggiore consapevolezza e comprensione dei diversi strumenti finanziari disponibili e delle opportunità che il private debt può offrire. In quali settori è possibile riscontrare i maggiori vantaggi? Ecco le risposte degli investitori istituzionali nella seconda parte della tavola rotonda dedicata al private debt.

I commenti si riferiscono al contesto del 23 marzo 2023.