Le previsioni di una crescita del PIL al 6% nel 2021 insieme alle aspettative sul PNRR sostengono l'interesse dei mercati sul nostro Paese. Ne abbiamo parlato con sei esperti italiani.
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Le previsioni di una crescita del PIL al 6% nel 2021 insieme alle aspettative sul PNRR sostengono l'interesse dei mercati sul nostro Paese. Ne abbiamo parlato con sei esperti italiani.
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Una maggiore “credibilità” nel panorama internazionale, l’aumento della copertura vaccinale, la ripartenza sul fronte dei servizi e dei consumi: tutti fattori che, oltre alle prospettive dettate dal PNRR, contribuiscono alla rinnovata fiducia dei mercati verso gli investimenti in Italia. Il percorso di sviluppo consolidato nel corso dell’anno è confermato anche dall’ultimo Bollettino economico di Banca d’Italia, che vede per il nostro Paese “una crescita superiore alle attese” dettata da un aumento del PIL superiore al 2% anche nel terzo trimestre, e che proietta la crescita domestica verso un obiettivo del 6% nel 2021 “più di quanto previsto nel Bollettino economico di luglio”. La ripresa italiana continua a dare fiato agli azionari e l’economia reale mantiene inalterato l’interesse di analisti e investitori. Uno scenario “stimolante” che, con i dovuti distinguo, si riflette anche nelle analisi degli esperti contattati da FundsPeople.
Parla di “prospettive costruttive nel medio periodo” sia per l’economia sia per il mercato azionario italiano, Luigi Dompè, responsabile azionario Italia di Anima SGR. Dompè richiama la combinazione tra il successo della campagna vaccinale “e gli importanti investimenti che verranno introdotti a partire dai prossimi mesi, attraverso il contributo del PNRR”. Questa combinazione, infatti, “fornirà ulteriore slancio alla crescita, che potrebbe essere intorno al 6% quest’anno e al 4% nel 2022, e alla modernizzazione dell’economia italiana”. Alla base del progresso anche l’impegno del Governo nel portare avanti “un’ambiziosa campagna di riforme, che dovrebbe alzare il potenziale di crescita di lungo periodo, contribuendo a riportare rinnovato interesse per il nostro Paese anche da parte degli investitori internazionali”. Secondo il responsabile azionario di Anima, proprio sul posizionamento dei fondi azionari Italia, “rimane un forte sovrappeso sul settore finanziario, che è correlato positivamente al rialzo dei tassi e che, in ottica earning season, non dovrebbe aver risentito delle problematiche relative alla catena di approvvigionamento globale”. Oltre a mostrare valutazioni interessanti sotto diverse metriche, il settore dovrebbe inoltre “beneficiare nel corso dei prossimi mesi di un significativo flusso di dividendi, grazie alla maggiore libertà d’azione lasciata dalle autorità regolatorie”. L’esperto sottolinea come la società rimanga esposta al “tema” della transizione energetica, dell’economia circolare, della sostenibilità ambientale con una selezione di titoli trasversalmente a diversi settori. “È stato incrementato il settore energetico, mentre i principali sottopesi riguardano i consumi discrezionali e gli industriali – conclude Dompè –. Permane una preferenza per le large cap rispetto alle mid e small cap, giustificata dal forte gap valutativo a favore delle prime”.
1/5“Anche nei prossimi mesi, l’Italia godrà di condizioni raramente così favorevoli”. È l’opinione di Vittorio Gaudio, direttore asset management development di Banca Mediolanum, che cita le previsioni più recenti sull’economia italiana (FMI Outlook ottobre 2021), in cui si stima una crescita vicina al 6%, superiore a quella dell’Eurozona e dei Paesi avanzati, e quasi al doppio della crescita tedesca (stimata a +3,1%). A supportare l’ottimismo “in primis, la congiuntura internazionale, vista ancora robusta, nonostante le attuali criticità nella disponibilità di materie prime e il conseguente rialzo delle loro quotazioni”. A questo si somma la prospettiva di una permanenza per l’Eurozona di “una coincidenza inconsueta di politiche fiscali straordinariamente espansive e di politiche monetarie attendiste: la BCE non alzerà i tassi di interesse almeno sino al 2023, e le ingenti risorse del nostro PNRR devono ancora dispiegare il loro effetto propulsivo, misurabile in circa quattro punti di PIL nei prossimi anni”. Gaudio indica come in un probabile scenario di inflazione temporaneamente in crescita (“ma entro limiti ragionevoli”) e quindi di un costo del denaro a livello globale ancora modesto nei prossimi mesi, “le preferenze a livello allocativo devono essere ancora indirizzate al mercato azionario”. In questo contesto, “i listini europei, sostenuti da politiche economiche favorevoli alla crescita, e da valutazioni contenute rispetto alle altre aree, meritano di essere adeguatamente pesati nei portafogli: in particolare la Borsa italiana, la quale oggi può vantare, oltre ai vantaggi comuni all’Eurozona, una rinnovata credibilità di Governo (il fattore ‘Draghi’), e una situazione di abbondante liquidità disponibile grazie alla ripartenza dei PIR”.
2/5Anche Francesco De Astis, responsabile Italian Equity di Eurizon evidenzia come l'arrivo di Mario Draghi si stia rivelando “un fattore fondamentale” per il nostro Paese. “Chi guarda la Borsa italiana da vicino si accorge di come questo mercato, giorno dopo giorno, stia riacquistando momentum e credibilità”. Altro segnale positivo è dato dal lancio di numerose Opa. Il fenomeno non soltanto indica la presenza di un forte valore in tante società quotate sul mercato domestico, ma è indizio di un altro sviluppo, perché “al di là dei flussi prevalentemente finanziari che arrivano dagli investitori esteri, ritornare a investire nell’economia reale dell’Italia è qualcosa di più strutturale e con una prospettiva di più lungo periodo”. De Astis individua diversi temi di interesse sul mercato azionario italiano a partire dal settore bancario, che di recente vede un recupero supportato da diversi elementi. Tra questi “il peso rilevante del settore in termini di capitalizzazione di mercato, in quanto settore domestico legato al rischio Italia (espresso dallo spread e notevolmente migliorato), l’asset quality migliorata, gli yields (inteso come sommatoria di dividend yield e buy back) interessanti alla luce della rimozione del ban alla distribuzione dei dividendi da parte del regolatore, l’M&A agevolato dallo stesso regolatore, i multipli ancora molto bassi sul valore di libro vs i peers”. Guardando a fine anno, Eurizon tenderà a favorire “quei settori che si prestano a intercettare i trend prevalenti per i prossimi anni” e che attrarranno anche le risorse del Next Generation Fund, tra questi l’economia circolare, il New Tech e il settore dei Networks (le reti infrastrutturali). In generale, dice l’esperto, “la componente che merita più attenzione è quella legata al recupero strutturale del mercato azionario italiano e l’asset class che meglio la rappresenta sono le mid /small caps. Questa è anche l’asset class che ha meglio performato in questi mesi e dove ci sono ancora opportunità da cogliere, con un approccio che tenga conto dei singoli titoli più ancora che dei settori. A supportare le mid/small caps italiane nei prossimi mesi – conclude De Astis – si aggiungerà inoltre la liquidità rinveniente dai PIR.
3/5Massimo Trabattoni, head of Italian Equity di Kairos cita i dati macroeconomici pubblicati da Governo e Commissione europea in merito a produzione industriale e PIL del Paese, “entrambi molto forti e al di sopra delle aspettative”, e i dati PMI (indicatori prospettici), a indicare “una situazione positiva che fa ben sperare per una ripresa delle attività economiche in accelerazione trimestre su trimestre”. A corredo di queste indicazioni numeriche, afferma Trabattoni, “ci sono le guidance e le dichiarazioni dei management delle singole società che, grazie ai dati sugli ordini e alle conversazioni con i clienti, sostengono come la domanda stia tenendo molto bene e si aspettino una fine dell’anno ancora in miglioramento rispetto al primo semestre”. Dati rispecchiati anche dalla performance del mercato “che ha visto tanti titoli fare nuovi massimi storici e l’indice FTSE Mib rivedere i livelli pre-crisi del 2007”. Il risultato è quello di “valutazioni piuttosto elevate in confronto alla media storica con l’abituale sconto-Italia che si è andato via via riducendo, fino quasi a scomparire in alcuni segmenti di mercato, dove adesso i multipli sono comparabili con quelli europei”. Per questo motivo la società si dice cauta ed “estremamente selettiva” nel breve- medio termine, “mentre rimaniamo molto più costruttivi nel medio-lungo termine man mano che gli investimenti relativi al PNRR e le riforme strutturali promesse, e in parte già messe in atto dal governo Draghi, cominceranno ad avere l’effetto positivo previsto sull’efficienza del Paese”. Mentre a livello settoriale la logica è evitare quei segmenti di mercato più connessi ai trend globali, “come i finanziari che si muovono soprattutto in base ai tassi e/o i petroliferi che sono guidati dal prezzo del barile”, per contro la società ricerca opportunità “all’interno di industrie dove la crescita dipende da fattori endogeni relativi agli investimenti e ai consumi domestici”.
4/5Anche Banca Aletti, banca private e investment center del Gruppo Banco BPM, nell’Outlook di scenario macro-globale per il quarto trimestre 202 vede una crescita del PIL del 6% quest’anno, molto superiore alla media europea (+4,7%) e un impulso che resta forte nel 2022, con un aumento stimato del reddito del 4,7 per cento. A trainare i conti l’attività industriale e l’export. Tuttavia, anche il settore terziario e i miglioramenti nel mercato del lavoro sono elementi determinanti per una ripresa più diffusa. Secondo Banca Aletti, poi, il PNRR, solleciterà maggiormente la modernizzazione dei sistemi e l’aumento strutturale del potenziale di sviluppo. “Le previsioni di Banca Aletti, condotte dalla struttura Economic Research and Marchets Strategy – spiega l’amministratore delegato Alessandro Varaldo –, si inquadrano in uno scenario generalmente favorevole alle azioni internazionali a dividendo con esposizione al fattore value e alle piccole e medie capitalizzazioni tra cui le eccellenze domestiche. La componente obbligazionaria è stabilmente investita in sottostanti di qualità diversificati per fonti di reddito; tasso variabile e obbligazioni di emittenti finanziari convertibili rappresentano le opportunità della nostra strategia di portafoglio a duration contenuta”.
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