Rendiconti MiFID II: un test ti dice quanto è trasparente la tua banca

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LinkedIn Sales Navigator, Unsplash

MiFID II è uguale a trasparenza. È scritto nero su bianco ed è il mantra che nell’industria degli investimenti si ripete ormai da anni, da ancora prima che la Direttiva comunitaria entrasse in vigore il 3 gennaio 2018 (in Italia, ricordiamo, è stata recepita nell’ordinamento nazionale con la pubblicazione su Gazzetta Ufficiale del nuovo Regolamento Intermediari).

Tra le grandi novità introdotte dalla normativa pensata per rafforzare la tutela degli investitori vi è l’obbligo, per intermediari e consulenti finanziari, di fornire alla clientela un rendiconto dettagliato (in percentuale e in valore assoluto) dei costi associati agli investimenti effettuati. Un dettaglio di non poco conto visto che, stando ai dati dell’ESMA, l’Italia è tra i Paesi europei che applica i costi più alti (tra il 2 e il 4% delle somme investite ogni anno).

Chi ha investito nel 2018, dunque, avrebbe dovuto ricevere all’inizio di quest’anno la prima comunicazione da parte del proprio intermediario. “Avrebbe dovuto” perché ad oggi sappiamo che ciò non è avvenuto per tutti gli operatori. E chi invece il rendiconto lo ha inviato, lo ha fatto per posta elettronica, allegando documenti contenenti dalle 20 alle 60 pagine e, in molti casi, nei mesi estivi, e cioè in un periodo dell’anno in cui anche l’investitore più oculato potrebbe decidere di fare a meno di controllare assiduamente la propria email.     

L’opinione dei consulenti
La cosa sta facendo discutere non poco tanto che a luglio Moneyfarm e la School of Management del Politecnico di Milano hanno pubblicato i risultati, poco rassicuranti, di uno studio sull’adeguamento del settore della consulenza finanziaria e della gestione patrimoniale in Italia agli obblighi imposti da MiFID II in materia di trasparenza nei confronti della clientela.

“È ancora presto per valutare gli effetti della Direttiva. Di certo sono stati stabiliti dei principi di trasparenza, come appunto la comunicazione dei costi. In questo primo periodo, però, lo spirito della normativa - che incoraggia una comunicazione chiara e trasparente - non è stato sposato in pieno da almeno una parte degli operatori. Non crediamo che questa scelta sia lungimirante”, ha commentato Giovanni Daprà, AD e co-fondatore di Moneyfarm.

“Gli intermediari, lasciati a briglia sciolta sul dovere di trasparenza nei confronti dei clienti, stanno facendo di tutto per nascondere queste informazioni rilevanti ai clienti”, ha sottolineato Roberta Rossi Gaziano, responsabile consulenza personalizzata di SoldiExpert SCF. “Non essendoci uno standard, ognuno fa il rendiconto come vuole. Ci sono documenti di decine e decine di pagine in cui l’informazione rilevante sui costi te la devi andare a cercare in mezzo alla rassegna stampa della società e ai soldi devoluti in beneficienza. In un Paese con un analfabetismo funzionale elevato, questo taglia fuori moltissimi italiani dalla possibilità di comprendere quale costo venga loro effettivamente addebitato per il ‘disturbo’ di gestire i loro soldi”, ha criticato duramente l’esperta.

Un test per la trasparenza
L'ADUC, Associazione (senza scopo di lucro) per i Diritti degli Utenti e Consumatori, fornisce ai cittadini le informazioni riguardanti i propri diritti e doveri di consumatori e, nel caso specifico degli investimenti, mette a loro disposizione strumenti e consulenza gratuita per investire in maniera consapevole. L’Associazione ha disegnato un tool che ha chiamato ‘Test di trasparenza’ e che è disponibile sul suo sito. Il questionario è diviso in tre sezioni, una iniziale che raccoglie pochi dati personali dell’utente e altre due contenenti le seguenti domande:

  • La tua banca ti ha spedito il rendiconto?
  • Nel 2018 eri titolare di investimenti finanziari? 
  • Indicaci la banca per la quale stai facendo il test? (30 nell’elenco, poi categoria altri intermediari, banche sim o assicurazioni)
  • Sei in possesso della comunicazione dalla tua banca con il totale dei costi effettivamente sostenuti nel 2018 per la gestione degli investimenti?
  • Quanto è stato facile identificare, nella comunicazione della banca, il dato sul costo complessivo pagato nel 2018 per i tuoi investimenti?
  • Ti senti in grado di valutare se il costo pagato è adeguato al servizio che hai ricevuto?

Alla fine del processo, e in base alle risposte fornite dagli utenti, il sistema stabilisce se la banca ha superato o meno il test e dà la possibilità di richiedere aiuto gratuito al team di consulenti finanziari indipendenti di ADUC.