Reshoring, nel “dopo pandemia” cambiano gli equilibri mondiali di produzione (e gli investimenti)

emergenti
Marjan Blan (Unsplash)

Nonostante le opportunità di rendimento a due cifre che ci sono state nei mercati emergenti negli ultimi anni, gli investitori hanno dimostrato un comportamento avverso per questa determinata asset class. La ragione si può ricondurre a due principali fattori, secondo Polina Kurdyavko, head of BlueBay Emerging Markets, RBC BlueBay: “In primo luogo, il ritiro della liquidità in seguito all'aumento dei tassi da parte della Fed; in secondo luogo, l'aumento dei tassi di default sovrano, guidato da una serie di mercati di frontiera alle prese con la sostenibilità del debito”.

In prospettiva, BlueBay tende a privilegiare i Paesi orientati all'esportazione, in particolare i produttori di materie prime, dell'America Latina e del Medio Oriente. “Questi Paesi presentano un rischio di credito relativamente basso, data la loro qualità creditizia più elevata e l'esposizione ai prezzi delle materie prime che restano alti” spiega Kurdyavko. Secondo l’esperta, anche i Paesi a basso tasso di interesse che hanno affrontato di recente una ristrutturazione del debito, o che sono riusciti a evitarla del tutto, presentano opportunità di rendimento a due cifre su base più opportunistica.

Occidente in vantaggio

Dopo la pandemia, il riassetto della globalizzazione ha spinto le aziende a spostare queste ultime più vicino a casa. Il reshoring, come noto, ha portato maggiori vantaggi ai Paesi occidentali a discapito di Cina e Sud-Est asiatico, per la loro distanza geografica. Il Messico, grazie alla sua prossimità agli Stati Uniti, ne ha tratto vantaggio come l’Europa dell’Est per la vicinanza al Vecchio Continente. Anche l’India, con una popolazione in età lavorativa molto numerosa e un costo della manodopera contenuto, è un importante beneficiario di questa tendenza di lungo periodo. In questo processo, i mercati emergenti, come Sudafrica, Messico, Cile e Brasile potranno però trarre vantaggio dall'abbondanza dell'offerta di materie prime. “Dopo anni di investimenti scarsi nelle commodity in generale, l'impegno per la decarbonizzazione dell'economia globale sarà probabilmente una manna per la domanda, dato che le tecnologie verdi necessitano di notevoli quantità di materie prime”, spiega Aneeka Gupta, director, macroeconomic research, WisdomTree.

Cina, sempre più distante

Nonostante i dati siano incoraggianti, la ripresa economica cinese è ancora difficile da prevedere, sebbene anche lato prezzi comincino a notarsi alcuni miglioramenti. L’economia resta però debole e c’è il rischio di una deflazione, nonostante le autorità siano convinte di poter raggiungere il target di crescita prefissato pari al 5%: lo stesso dell’anno scorso.

La produzione industriale e le vendite al dettaglio nel periodo gennaio-febbraio 2024

Fonte: Reuters

Un altro punto delicato resta il settore immobiliare, comparto fondamentale per l’intera economia cinese, dal momento che ha un peso pari a circa il 25% del PIL del Paese. “Nelle ultime settimane, la crisi, che si protrae dal 2015, ha mostrato solo lievi segnali di miglioramento, con il calo degli investimenti immobiliari che ha rallentato, sebbene resti ancora lontano dal raggiungere livelli stabili”, conclude Giacomo Calef, country head di NS Partners.  

Rendimenti categorie mercati emergenti

Categorie MorningstarYTD%Rend. 1Y%Rend. 3Y %Rend. 5Y %
Azionari Grecia9,4140,718,9315,94
Azionari Europa Emergente ex Russia11,5643,1318,6211,35
Azionari Internazionali - Mercati di Frontiera15,7333,7713,949,31
Azionari India7,6234,7213,4411,18
Azionari America Latina-2,0221,49,672,56
Azionari Africa e Medio Oriente4,0211,739,435,77
Azionari Brasile-6,2622,696,21-0,62
Azionari Vietnam13,7518,744,7311,01
Azionari Indonesia1,16-23,82-3,37
Azionari Thailandia-5,82-15,29-6,4-6,09
Azionari Cina2,26-17,64-17,25-5,04
Fonte: Morningstar. Dati in euro al 3 aprile 2024.