SdR21, BlackRock: "Bond Cina asset class troppo grande per essere ignorata"

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Annie Spratt, Unsplash

Un asset class troppo grande per essere ignorata quella dell’obbligazionario cinese. E ancora poco presente nei portafogli degli investitori globali, se si considerano le dimensioni di questo mercato. Si è parlato di bond del Dragone nella seconda conferenza di BlackRock del Salone del Risparmio 2021. Un tema molto caldo anche per le notizie delle estreme difficoltà finanziarie in cui versa il gigante dell'immobiliare Evergrande che, sull’orlo del fallimento, sta mettendo in grande apprensione i mercati locali e non solo. Ma nonostante le incertezze del momento, il potenziale della Cina sul lungo termine resta intatto. Luca Giorgi, in apertura della discussione, ha ricordato i molteplici punti di forza di questo mercato. La Cina ad oggi contribuisce da sola al 17% del PIL mondiale, è la seconda più grande economia al mondo e le proiezioni indicano che nel 2038 dovrebbe scalzare dal primo grandino del podio gli USA. Inoltre, è una realtà in grande fermento, con i mercati dei capitai locali che si stanno progressivamente aprendo ad investitori esteri, in un processo di trasformazione della sua economia verso consumi, tech e innovazione con una minor dipendenza dal manifatturiero e l'export.  

Bruno Rovelli ha poi presentato la view macro della casa di gestione: "Già lo scorso anno dopo essersi ripresa per prima al mondo dalla crisi del Covid-19, la Cina è entrata in una fase di restringimento della sua politica monetaria. L'obiettivo era di non amplificare possibili bolle finanziarie e abbiamo assistito a una diminuzione del peso del credito o ‘credit impulse’ nella crescita del PIL", spiega il chief investment strategist. Per quanto riguarda, invece, le recenti strette regolamentari disposte dal Partito che hanno penalizzato vari settori economici tra cui il tech ed educazione, Rovelli ha dichiarato: "Siamo vicini ad un punto di svolta. Le policies più restrittive hanno portato a un rallentamento della crescita”, ammette. "Ma le politiche monetarie dovrebbero tornare espansive, favorendo nuovamente l’obbligazionario", ha dichiarato.

UN MERCATO DECORRELATO

La parola è poi passata a Ursula Marchioni, head of Portfolio Consulting EMEA, secondo la quale il viaggio dei bond cinesi nei portafogli degli investitori europei è ancora in divenire: "I governativi cinesi offrono differenziali più alti e sono un’alternativa meno correlata ai mercati", ha detto. "C’è una costante accelerazione dell’attenzione sul tema. Continuiamo però a vedere una bassa rappresentazione della Cina nei portafogli e negli indici dei mercati. Questo sia per l’azionario per obbligazionario”, ha detto.

"L’obbligazionario cinese è un mercato in crescita e tale crescita e destinata a salire", ha dichiarato Suanjin Tan, gestore del BGF China Bond Fund che ha espresso la sua view sul caso Evergrande in risposta alle domande giunte dalla platea: "L'attenzione sul mercato immobiliare in questo momento è alta. Negli ultimi anni c’è stato un aumento spropositato delle costruzioni di nuovi immobili e molti sono rimasti invenduti. Inoltre, un tetto dei costi per abitazione imposto da Pechino ha messo in ulteriore difficoltà le imprese", ha spiegato. "Il Governo però ha deciso di occuparsi di queste debolezze del settore", ha concluso.