Si può dire che il 2022 non sia stato un anno semplice sui mercati finanziari. Ma il 2023, almeno per il momento, si è rivelato altrettanto sfidante. L’ultimo elemento di disordine in ordine cronologico riguarda lo scongiurato default degli Stati Uniti, con un accordo sul tetto del debito. La fiducia di consumatori e imprese è minata dagli interrogativi riguardo l’inflazione. A maggio il tasso d'inflazione nei 20 Paesi dell'Eurozona è sceso al 6% rispetto al 7% registrato ad aprile e all'8% di un anno prima. Un dato che sarà cruciale per calibrare le aspettative sui rialzi dei tassi da parte della Bce, la cui prossima riunione è in agenda a fine luglio. Senza contare lo spettro della recessione, che stando agli ultimi dati Eurostat, si è già verificata nell'Eurozona nel primo trimestre 2023. In questo contesto si inseriscono le small e mid cap, che storicamente hanno registrato significativi rimbalzi nelle fasi successive ai picchi dell’inflazione. Le società di piccole dimensioni dispongono di un più difficile accesso ai mercati del debito e del capitale azionario rispetto alle società più grandi e questo può aver ulteriormente allontanato i grossi investitori. Restano un interessante punto di arricchimento all’interno dei portafogli. Nella prima parte dedicata al tema small e mid cap, si è indagata la risposta dell’asset class alle attuali condizioni di mercato.
I commenti si riferiscono al contesto del 31 maggio 2023.