S&P Global Ratings, i tassi alti sono il nuovo paradigma per l'economia

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Nik Korba (Unsplash)

Un nuovo paradigma richiede uno sforzo di adattamento. Una parte degli effetti degli squilibri provocati dal Covid si sono riscontrati durante lo scorso anno, come l'aumento improvviso dell'inflazione già a partire del 2022 o il rallentamento della crescita economica. Questi sono di certo elementi che preoccupano gli addetti ai lavori ma quello che impensierisce di più è il rialzo dei tassi e il fatto che questo fenomeno è qui per restare. "Staremo particolarmente attenti al rifinanziamento e al tasso al quale si rifinanzia una società, come ovvio le aziende con rating più basso saranno quelle che correranno più rischi", ammette Barbara Castellano, Global Analytics Credit di S&P Global Ratings, in occasione della 2024 Italy annual press conference organizzata a Milano dalla società.

"La categoria B- è molto rappresentata a livello globale e sul mercato ci sono 1.200 miliardi di dollari. L'outlook, a livello globale, è negativo in tutte le categorie, nella parte più debole del portafoglio, da B- a scendere, il net outlook bias arriva sotto al 40%, si registra inoltre una aspettativa di incremento dei default, negli Stati Uniti questo fenomeno è già accaduto, mentre in Europa sono stati sotto la media scorsa, ci aspettiamo che aumentino nel corso del 2024 da 3.1% a 3.75%", prosegue.

Soft landing per l'economia UE e un anno di transizione per l'Italia

Per l'economia europea quello che prevedono gli esperti è un soft landing. "La stagnazione continuerà fino alla seconda parte dell'anno prossimo, nella seconda parte del 2024 invece la crescita europea migliorerà attestandosi sullo 0,8% con l'Italia allo 0,6% meglio, di poco, rispetto alla Germania", dice Sylvain Broyer, chief economist EMEA di S&P Global Ratings. Secondo l'esperto per il Paese sarà un anno di transizione con il passaggio da investimenti privati a pubblici anche attraverso l'implementazione del Next Generation UE che, fino questo momento, nell'intera zona euro ha avuto un andamento lento. "Non solo, la deflazione è stata più forte in Italia rispetto che in altri Paesi dell'eurozona e questo trend proseguirà nel corso dell'anno e la spesa dei consumatori dovrebbe beneficiarne", commenta Broyer.

Guardando con una lente meramente economica ci sono tre ragioni per le quali è possibile parlare di soft landing: "il real income continuerà ad aumentare se la deflazione proseguirà, in secondo luogo il mercato del lavoro è in fase di miglioramento e, infine, l'inflazione migliorerà rimanendo però ancora vischiosa e non su un percorso per poter tornare al suo target prima del 2025", dice.

Il prossimo futuro delle aziende e delle banche italiane

Per le imprese italiane questo dovrebbe essere un anno di relativa stabilità a detta di Renato Panichi, Senior director Corporate Ratings di S&P Global Ratings. "Non ci sono stati molti cambiamenti nel corso del 2023 per quanto riguarda il rating delle aziende e le aspettative per il 2024 sono simili con una percentuale di outlook stabile pari all'80%, mentre quelli negativi si pongono sotto alla media europea e anche sotto a Paesi come la Germania che in questa fase sta soffrendo maggiormente "in questa fase. ", ammette. L'esperto di S&P ha evidenziato la resilienza del settore dei servizi se comparato a quello manifatturiero, in linea con gli ultimi risultati dei PMI di dicembre. A detta di Panichi. In valore assoluto l'EBITDA è cresciuto e questo sta a indicare che nella sostanza le aziende sono state in grado di trasferire i rincari al consumatore attraverso un rialzo dei prezzi di vendita anche grazie all'aumento dell'inflazione.

Inoltre, per quanto riguarda il settore bancario, un elemento positivo rispetto lo scorso anno è che "le banche sono meno esposte al rischio economico inteso come un insieme di fattori strutturali, ad esempio una minore esposizione a un elevato rischio di credito, una migliore capacità di gestirlo, e anche la riduzione dello stock di Npl che ha raggiunto livelli di minimi storici, fa sì che gli istituti non abbiano una zavorra che invece ha caratterizzato il settore nei dieci anni precedenti", dice Mirko Sanna, director Financial Institutions di S&P Global Ratings.

L'esperto sottolinea come i tassi di deterioramento del credito siano ai minimi storici. "Ci aspettiamo quest'anno un graduale aumento dei tassi di deterioramento, che si attesteranno però a livelli normali, ricordando che ci sono ancora 200 miliardi di prestiti garantiti dal Governo". Da registrare inoltre una migliore redditività ed efficienza del settore bancario "anche grazie alla riduzione delle filiali territoriali negli ultimi anni (soprattutto in Italia) e questo è un elemento destinato a proseguire nel tempo parallelamente all'aumento dell'offerta dei servizi digitali. Un altro fenomeno degno di nota è quello del consolidamento bancario, l'uscita dei piccoli istituti e, dall'altra parte, numerose M&A e aggregazioni che hanno portato a una polarizzazione del settore", conclude.