Un gestore attivo su due segue le analisi ESG nelle decisioni di portafoglio

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Possessed Photography (Unsplash)

Gli asset manager confermano il loro impegno nei confronti della sostenibilità, con i fattori ESG che vanno a permeare con sempre maggiore capillarità le loro attività. È quanto certifica la ricerca ESG.IAMA (ESG Identity Asset Manager Assessment) realizzata da ET.Group, il think tank ideatore del salone.SRI, il principale evento in Italia sulla finanza sostenibile che si terrà il 14 e 15 novembre a Milano presso il Palazzo delle Stelline. Uno dei principali risultati dello studio è che nelle scelte di portafoglio quasi un gestore attivo su due deve seguire le indicazioni di investimento che provengono dagli analisti ESG interni alle singole società. Inoltre, uno su tre ha solamente parziale indipendenza in merito alle scelte di allocazione.

Il campione

La ricerca è stata realizzata raccogliendo le informazioni fornite da oltre 20 SGR internazionali, che complessivamente gestiscono masse ESG pari a oltre 122 miliardi di euro, il 32% del totale ESG distribuito in Italia. Obiettivo delle 113 domande suddivise in 5 macro-sezioni, “girare le telecamere” all’interno delle singole società, per capire quanto a fondo la sostenibilità ne influenzi la governance e l’operatività. Sulla base di un punteggio massimo ottenibile pari a 100, la media dei partecipanti ha ottenuto 51,12 punti, a fronte di una mediana pari a 54,84 punti.

L’impatto sulla governance

Il sondaggio ha permesso di individuare anche altre tendenze molto chiare in favore della sostenibilità declinata nella governance societaria: ad esempio, 1 SGR su 2 prevede che una parte della remunerazione del management sia legata al raggiungimento di target ESG, stessa percentuale che si riscontra rispetto alla presenza o meno in azienda di una figura di Head of Diversity & Inclusion. Tra gli altri risultati dell’indagine, che verrà presentata ufficialmente proprio durante la due giorni milanese nella conferenza dal titolo “Asset manager all’inseguimento di un’identità ESG (progetto ESG.IAMA)” del 15 novembre alle 16:45, anche il fatto che il 40% degli asset manager partecipanti ha definito chiaramente il proprio purpose in termini di sostenibilità, includendolo ufficialmente nella comunicazione corporate societaria.

Ancora, scorrendo la lista delle policy ESG incluse formalmente in documenti societari, è possibile individuare le dimensioni in cui le SGR sono più avanti in termini di adesione e quelle in cui significativi passi avanti sono ancora possibili. Tra le prime, quella relativa all’universo ambientale, alla diversità e inclusione, alla remunerazione e al conflitto di interessi. Tra le seconde, rispetto alle quali poche società hanno definito chiare linee guide ufficiali, quella sull’economia circolare, sullo smaltimento dei rifiuti, sulla corruzione.