Le scelte di investimento delle famiglie italiane (secondo Consob)

Se la pandemia ha innescato una crisi epocale, il risparmio degli italiani è aumentato. A dirlo è l’ultimo report pubblicato dalla Consob che traccia un quadro sulla scelta d’investimento delle famiglie nel 2020. E sui cambiamenti che sono intercorsi negli ultimi dieci anni: meno obbligazioni e più fondi comuni d’investimento. Ma anche più consulenza. “Ci si affida al supporto professionale fornito dal consulente o dal gestore nel 41% dei casi (in crescita dal 30% del 2019), mentre si decide autonomamente nel 29% dei casi (40% nella precedente rilevazione)”, si legge nel rapporto. “Gli investitori che si avvalgono della consulenza seguono i consigli del professionista, che rimane uno dei principali punti di riferimento nei casi in cui non si comprenda appieno il contenuto delle raccomandazioni ricevute. La maggior parte degli individui intervistati afferma di avere contatti con il professionista almeno una volta l’anno sebbene circa il 40% indichi di non aver avuto interazioni con il proprio consulente nemmeno durante le fasi di maggiore turbolenza sui mercati”.

Gli investimenti

Lo studio, che raccoglie i dati relativi a un campione di 3.274 individui, rappresentativo dei decisori finanziari italiani, di cui 1.105 intervistati anche nei due anni precedenti, rivela anche come sia “raddoppiato l’ammontare di titoli oggetto di gestione patrimoniale su base individuale, nella maggior parte dei casi fornito da Sgr; a giugno 2020 il 33% circa del portafoglio risulta costituito da titoli di Stato domestici. Con riferimento alle gestioni collettive, i fondi comuni aperti di diritto italiano sono principalmente di tipo obbligazionario o flessibile, mentre le masse gestite da fondi monetari si sono quasi azzerate negli ultimi 10 anni. La composizione del patrimonio vede una netta prevalenza delle obbligazioni pubbliche e private (57%), a fronte del 17% e del 26% riferibili, rispettivamente, ad azioni e quote di fondi comuni”.

Inoltre nel 2020 la partecipazione ai mercati finanziari da parte delle famiglie italiane è lievemente aumentata rispetto all’anno precedente passando dal 30 al 33%.

ESG, questo sconosciuto

 I dati dell’Osservatorio riferiti agli investimenti sostenibili e socialmente responsabili (SRI), in termini di conoscenze, possesso e attitudini, mostrano che si tratta di alternative ancora poco conosciute. “Nel 2020, infatti, meno del 30% degli investitori dichiara di conoscere gli SRI sebbene tale quota risulti in crescita rispetto alle rilevazioni precedenti. Gli SRI rimangono poco diffusi, sebbene sia in aumento rispetto al 2019 la quota di coloro che rispondono di aver ricevuto una raccomandazione all’investimento in SRI dal proprio consulente.

Lontani dall’innovazione

Guardando alle nuove tecnologie in ambito finanziario, le famiglie italiane sono ancora poco digitali. In cripto-valute, trading online e fenomeni quali il robo advice e il crowdfunding emerge un livello di attività molto contenuto: “solo il 5% del campione, infatti, riferisce di avere effettuato trading online e le percentuali risultano inferiori negli altri casi. La quota di individui che dichiarano di avere una conoscenza, seppur basilare, di servizi finanziari digitalizzati è più alta tra gli investitori, dove si passa dal 13% per il robo advice al 30% circa per le valute virtuali e il crowdfunding al 44% per il trading online”.