EY: banche e assicurazioni italiane brillano per ambiente e sociale, ma la governance segna il passo

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Banche e assicurazioni europee guidano la classifica internazionale in termini di attività in linea con i parametri ambientali, sociali e di governance (ESG) e di disclosure di sostenibilità, con l’Italia che incassa uno dei risultati migliori nel settore, secondo l’ultima rilevazione dell’EY Sustainable Finance Index. Il dato italiano mette in luce un’ottima performance, sia in termini di punteggio ambientale sia sul lato social. Anche le banche spiccano sul fronte environmental ma le entità italiane rivelano ancora un ritardo sul fronte governance.

Il benchmark di EY confronta più di 200 informative di oltre 1.100 società di servizi finanziari (banche, assicurazioni, società di gestione patrimoniale e del risparmio) in tutto il mondo, in relazione ai fattori ESG e alla qualità dell’informativa sulla sostenibilità. L'Indice classifica i progressi dei diversi Paesi nel loro percorso verso la sostenibilità, assegnando un punteggio da 1 a 10; inoltre, misura l’ampiezza e il dettaglio dell'informativa relativa alle attività ESG esprimendo una percentuale di copertura dei parametri inclusi nell'indice.

ASSICURATORI ITALIANI LEADER ESG IN EUROPA SU AMBIENTE E SOCIAL

Come anticipato, in termini di evoluzione sui parametri di sostenibilità le entità assicurative europee si confermano in testa rispetto ai peer internazionali e rispetto al settore bancario. Nel 2020, evidenzia EY, a fronte di una media globale di 5,8, il mercato assicurativo del continente ha ottenuto un punteggio di 6,6 per l'attività ESG, con una media del 64% per quanto riguarda la disclosure contro il 55% a livello globale. In questo frangente spicca il dato italiano con un punteggio di 6,7 sulle attività ESG e del 71% sulla divulgazione.

Andando a indagare nel dettaglio dei singoli parametri, con un punteggio di 8,4 su 10 le assicurazioni italiane dominano quelle di tutti gli altri Paesi in termini di attività volte a limitare o ridurre il loro impatto ambientale e si comportano bene anche nella gestione dell'energia e nell'attività sui cambiamenti climatici. La performance di settore italiana mostra un punteggio leader di 7,1 anche sulle tematiche sociali, in particolare sul fronte della protezione dei dati e degli informatori (whistle-blower), mentre arranca sui temi legati all’equità della retribuzione. Sempre sui temi sociali il comparto assicurativo italiano rende pubblici il 74% dei dati ESG: 20 punti percentuali sopra la media globale. Inferiore invece il dato sulla governance, che si attesta a 5,9 rispetto al 6,4 di media globale. Ad affossare il dato italiano la debolezza in tema di trasparenza sulle attività e di composizione del consiglio di amministrazione, soprattutto riguardo alla diversity: la percentuale media di membri esecutivi di sesso femminile nei CdA è dell’8% contro il 17% a livello globale.

BANCHE UE, LA SPINTA TARGATA SFDR

Nel dettaglio del comparto bancario, il panorama europeo conferma ancora una volta la leadershio di settore, con la divulgazione sul 60% dei parametri dell’indice EY contro una media globale del 48%. Un forte impulso, in tal senso, è stato fornito senz’altro dalle evoluzioni normative e dalla messa a terra negli ultimi mesi del Regolamento Ue SFDR, come conferma anche Rossella Zunino, Italy Financial Services Sustainable Finance Leader di EY: “La disponibilità delle istituzioni finanziarie a comunicare dati di qualità sulle loro iniziative nel campo della responsabilità sociale e ambientale è un indicatore forte dei progressi in materia di finanza sostenibile. Significa che le istituzioni finanziarie sono impegnate nel raggiungere gli obiettivi ESG e stanno monitorando i loro progressi. È un buon segnale, ma va anche considerato che la disclosure è spesso legata ad esigenze di compliance normativa e spinta soprattutto dal regolatore europeo. Con l’introduzione lo scorso marzo del regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (SFDR) gli intermediari sono chiamati a informare gli investitori finali dei rischi legati alla sostenibilità, oltre a quelli finanziari”.

Il settore bancario europeo ottiene un punteggio di 4,6 nelle attività ESG e del 44% in termini di disclosure contro una media globale del 23%. Migliori le performance sugli aspetti sociali (55% di divulgazione dei parametri ESG contro il 40% della media globale) e, soprattutto, sulla governance (70% contro il 65% a livello globale).

IL DATO ITALIANO

Il focus sull’Italia, in questo caso, mette in luce il buon andamento dei parametri ambientali e, per contro, una diffusa debolezza sugli aspetti di governance. Nel dettaglio, il punteggio ambientale delle banche italiane è di 6,1: un dato decisamente superiore a quello della media globale ferma al 2,8; mentre il livello di informativa ESG è del 45% (la media globale è del 23%). Positivo anche il posizionamento in relazione agli aspetti sociali, con un disclosure rate del 63% (50% la media globale) e un punteggio ESG di 6,6 (contro il 6,0 della media globale). In questo caso emergono lacune in termini di equità della remunerazione, attenzione allo sviluppo della comunità in cui operano (una sola banca su 20 segue le linee guida dell'OCSE per le imprese multinazionali), riservatezza dei dati e protezione degli informatori.

In tema di governance emergono infine risultati inferiori alla media globale. Le banche italiane mostrano un punteggio ESG di 5,8, contro una media globale di 6,1, e un livello di divulgazione del 62%, contro il 65% della media mondiale. La modesta performance si deve soprattutto alla debolezza nel divulgare parametri quali il numero di riunioni del consiglio di amministrazione e la relativa partecipazione, il divario salariale, i diritti degli shareholder e la confidenzialità sulle politiche di voto.