Un passo falso dei decisori politici, un grave rischio per i mercati nel 2022

Peter Westaway, foto concessa (Vanguard)

CONTRIBUTO a cura di Peter Westaway, chief economist e head of Investment Strategy Group di Vanguard Europe. Contenuto sponsorizzato da Vanguard.

Ci sono le condizioni per la prosecuzione della ripresa dell'economia globale nel 2022, ma le prospettive per gli investitori dipenderanno dalle scelte dei responsabili delle politiche fiscali e monetarie a livello globale che dovranno decidere dell’eventuale revoca delle politiche di supporto indotte dalla pandemia.

Secondo le nostre previsioni economiche e di mercato per il 2022 l'economia globale continuerà a crescere, anche se più lentamente, con i responsabili delle politiche fiscali e monetarie che dovranno iniziare a revocare i programmi straordinari decisi per sostenere le economie colpite dalla pandemia, senza tuttavia mettere in forse la ripresa.

Il contenimento dei contagi da Covid-19 continuerà a essere fondamentale per la prosecuzione della ripresa, mentre la probabile revoca delle politiche di sostegno comporta un nuovo rischio per i mercati finanziari rispetto agli ultimi anni. Tenendo conto di questi rischi, le nostre ultime previsioni suggeriscono che la crescita dell'economia del Regno Unito raggiungerà all'incirca il 5,5% nel 2022, mentre è probabile che quella dell'area euro e degli Stati Uniti si attesterà più o meno al 4%. In Cina, dove l'economia nazionale sta accusando il rallentamento del settore immobiliare, prevediamo una crescita di circa il 5%, inferiore rispetto alla storia più recente.

Un equilibrio delicato

I livelli senza precedenti del sostegno fiscale e monetario messo in campo dai governi e dalle banche centrali dall'inizio della pandemia sono stati decisamente efficaci. Le misure di sostegno ad ampio raggio, dalla cassa integrazione ai programmi di acquisto titoli, hanno creato condizioni finanziarie molto favorevoli, grazie soprattutto al miglioramento dei dati economici.

Al tempo stesso, le catene di fornitura globali si trovano a dover fare i conti con costanti ritardi, perché le aziende sono alle prese con carenze di manodopera e di materiali. Ciò ha comportato rialzi dei prezzi di diversi prodotti, che hanno colpito in particolare i beni di largo consumo e i prodotti industriali. Questo ha fatto crescere l'inflazione nella maggior parte delle economie. È improbabile che questi attriti fra offerta e domanda vengano meno a breve, lasciando alle banche centrali il difficile compito di trovare un delicato equilibrio tra l'aumento dei tassi d'interesse per mettere un freno all'inflazione e il sostegno per tornare ai livelli occupazionali pre-Covid.

È per questo che l'attenzione per il 2022 è concentrata soprattutto sui responsabili delle politiche fiscali e monetarie: un loro passo falso sarebbe un grave rischio per i mercati degli investimenti. Ma allora, come si comporteranno, secondo noi, i mercati il prossimo anno e oltre?

Previsioni per i mercati obbligazionari

Riteniamo che le banche centrali, comprese la Bank of England, la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve, aumenteranno i tassi d'interesse per contrastare l'inflazione, che dovrebbe quindi rallentare nel 2022. Non crediamo che il rialzo dei tassi possa pregiudicare eccessivamente i rendimenti totali dei mercati obbligazionari da qui in avanti, in quanto prevediamo che l'inflazione e le tendenze demografiche e tecnologiche dovrebbero contribuire a mantenere bassi i tassi a lungo termine.

Complessivamente prevediamo che i rendimenti obbligazionari saranno fiacchi nel prossimo decennio. Con l'ausilio del Vanguard Capital Markets Model, che calcola le nostre aspettative di rendimenti annualizzati a dieci anni, riteniamo che i mercati obbligazionari locali e quelli diversi dall'area euro offriranno agli investitori rendimenti compresi tra -0,5 e 0,5%, con un peggioramento rispetto alle aspettative dello scorso anno (0,6 - 1,2%).

Previsioni per i mercati azionari

La revoca delle politiche di sostegno e le valutazioni tirate in alcuni mercati instaureranno una situazione difficile per le azioni globali, pur restando positive le previsioni annualizzate a dieci anni. Per chi investe in euro, è probabile che i rendimenti delle azioni dell'area euro si attestino tra il 2,7 e il 4,7%, quelli delle azioni internazionali (esclusa area euro, non coperte) tra l'1,4 e il 3,4%. L'ambiente difficile non dovrebbe indurre chi investe in azioni a cambiare rotta né a derogare ai princìpi di una buona ripartizione degli investimenti in un portafoglio globalmente diversificato di azioni e obbligazioni.