Europa, condizioni economiche critiche ma le prospettive per le società e il mercato azionario europeo sono positive

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Guillaume Perigois (Unsplash)

Prospettive economiche critiche in Europa ma le società potrebbero fornire ragioni per essere ottimisti. Questa è la view di Mark Nichols e Mark Heslop, European Investment manager di Jupiter che spiegano: "Una guerra vicina, un'infrastruttura energetica inadeguata, un'inflazione record, consumi in affanno e tassi d'interesse in aumento. Per nostra fortuna, investire in azioni europee non significa investire in Europa". Infatti la view del consensus è negativa per l'economia europea, "ma noi pensiamo che le prospettive per le società e il mercato azionario europeo siano positive. Se il mercato passasse da una visione macroeconomica negativa a un'attenzione particolare per l'andamento delle singole società, a nostro avviso le aziende di qualità esposte a trend di crescita di lungo periodo dovrebbero sovraperformare", spiegano i due professionisti di Jupiter.

Secondo i due esperti ci sono dei punti su cui è necessario porre attenzione. In primo luogo, le difficoltà e le restrizioni legate al Covid in tutto il mondo sono diminuite e molto meno vincolanti rispetto ai periodi precedenti. La Cina potrebbe essere l'eccezione, ma anche lì ci sono prove di un aumento della mobilità, compresa la riduzione della quarantena.

Inoltre, a detta di Nichols e Heslop, le aziende indicano sempre più spesso che le perturbazioni delle catene di fornitura nei vari settori industriali si stanno attenuando e, di conseguenza, le tariffe di trasporto e spedizione stanno diminuendo.

"L'inflazione e i tassi di interesse si sono storicamente mossi in modo ciclico. I nuovi paradigmi sono pochi e distanti tra loro. L'aumento dei tassi di interesse cede inevitabilmente il passo al loro calo, proprio come il giorno segue la notte", commentano i due professionisti.

Invece, guardando alle valutazioni, "in tutto il mondo i prezzi delle azioni sono crollati, e in Europa il fenomeno è stato più drammatico che in altre regioni. I titoli europei sono quotati con un significativo ribasso rispetto agli Stati Uniti, circa il 50% in meno su base price-to-earning (una misura del valore calcolata dividendo il prezzo delle azioni di una società per i suoi utili per azione)", spiegano. Infatti lo sconto dei titoli europei rispetto a quelli statunitensi è il più ampio degli ultimi cinque anni e, secondo i due, è estremo.

Inoltre c'è da tenere in conto che alcune fonti di crescita sono veramente strutturali, ovvero riflettono un cambiamento su larga scala. "Ad esempio, tra il 2010 e il 2020 la quantità di dati creati, consumati e archiviati in tutto il mondo è cresciuta di circa il 3.000%. Le proiezioni future indicano che è improbabile che questa espansione si inverta o rallenti a breve", proseguono.

Un ultimo aspetto è quello legato alla sostenibilità e nella fattispecie al cambiamento climatico. "Si stima che gli edifici siano responsabili di oltre il 40% delle emissioni globali di anidride carbonica. Le normative e le spese governative in Europa e negli Stati Uniti riflettono già la necessità di migliorare il patrimonio edilizio esistente e di garantire una maggiore efficienza dei nuovi edifici. Pertanto, le aziende in grado di creare prodotti e servizi che contribuiscano a migliorare l'efficienza degli edifici dovrebbero essere in grado di trarne vantaggio", commentano i due..