AIFI: l'assenza di mega deal fa crollare gli investimenti nel I semestre (-71%)

Markus Spiske Unsplash
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Un calo evidente e in netta controtendenza rispetto ai dati del I semestre dello scorso anno. Gli investimenti di private equity e venture capital nel mercato italiano totalizzano, nel primo semestre del 2023, un ammontare pari a 3,2 miliardi: -71% rispetto al dato (record) dello stesso periodo 2022 (quando raggiungevano i 10,9 miliardi). Per contro, nel confronto con lo scorso anno, è la raccolta complessiva (sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre) pari a 1,98 miliardi, a essere in crescita del 16% rispetto al primo semestre.

I risultati dell’analisi condotta da AIFI, in collaborazione con PwC Italia, sono stati presentati venerdì 22 settembre nel corso di una conferenza stampa. Gli operatori che hanno effettuato un closing nel periodo sono stati 20 (26 nello stesso periodo dell’anno precedente). La raccolta sul mercato è stata pari a 1,07 miliardi, in calo del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; mentre le fonti principali della raccolta sul mercato sono state: investitori individuali e family office, 24%, fondi di fondi privati, 23%, e fondi pensione e casse di previdenza, 18%. A livello geografico, il 67% dei capitali proviene da investitori domestici. Con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 56% dei capitali raccolti complessivamente in operazioni di venture capital e il 35% in buyout.

Fonte: Aifi, PwC.

“Il primo semestre dell’anno mostra una raccolta complessiva in crescita, ma grazie solo alla presenza di alcune iniziative istituzionali nel comparto del venture capital, altrimenti avremmo avuto un calo nella disponibilità di fondi per investimenti” dichiara Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI. “Per questo motivo è importante che i fondi previsti per il venture capital e per la ristrutturazione non siano deviati verso il costituendo fondo per il Made in Italy. Quest’ultimo dovrebbe invece essere dotato di nuove risorse finanziare per non deprimere un mercato che si presenta debole, come mostrano i dati”.

Tonfo degli investimenti

Come anticipato, il calo del 71% negli investimenti nei primi sei mesi del 2023 è legato anche a fattori contingenti: nel 2022 il dato era stato fortemente influenzato da alcune operazioni di dimensioni elevate. Diverso l’andamento di quest’anno, con soltanto tre operazioni di ammontare superiore a 150 milioni (tra gennaio e giugno 2022 erano otto). Se si considerano solamente gli investimenti di ammontare inferiore ai 150 milioni, il dato del primo semestre 2023 risulta in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente (2,33 miliardi, contro 2,52 del 2022).

Cresce, invece, il numero di operazioni che si è attestato a 346 (+2% per 338 investimenti). Nel dettaglio, il segmento del venture capital (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) è cresciuto del 10% in numero (232), mentre è diminuito del 7% in termini di ammontare (410 milioni). Il buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) ha registrato un calo del 39% per ammontare, pari a 2,2 miliardi, e del 14% per numero (75). Aumenta del 13% nell’ammontare (210 milioni) e del 20% nel numero (18 operazioni) l’expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda).

Fonte: Aifi, PwC.

Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono stati 14, contro i 15 dell’anno precedente, ma l’ammontare è diminuito del 96% (263 milioni di euro), a causa dell’assenza di grandi operazioni, che avevano invece caratterizzato l’anno precedente. Le operazioni di turnaround (finalizzate al sostegno di imprese in difficoltà) sono state solamente 4 (5 nello stesso periodo dell’anno precedente), per un ammontare pari a 29 milioni (-70%).

Evoluzione degli investimenti di private equity e venture capital

“L’evoluzione del debt market nel primo semestre 2023 ha sicuramente frenato i large e mega deal, che avevano invece caratterizzato positivamente il primo semestre 2022” ha commentato Francesco Giordano, private equity leader di PwC Italia. “Visto il contesto, nei primi sei mesi dell’anno gli operatori si sono principalmente concentrati su transazioni di taglio più piccolo e in particolare su operazioni di add-on per aumentare la massa critica delle società in portafoglio.”

La distribuzione degli investimenti per settore

In termini di distribuzione geografica, il 76% delle 313 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 237 investimenti), il 16% al Centro (52) e il restante 8% al Sud e Isole (24 investimenti). A livello regionale, in linea con gli anni precedenti, la Lombardia si è classificata al primo posto con 161 operazioni, pari al 51% del totale, seguita dal Lazio (25, 8%). Con riferimento ai disinvestimenti, nel corso del primo semestre del 2023 ne sono stati realizzati 54, un numero che segna una crescita del 10% rispetto al primo semestre del 2022. L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 996 milioni di euro, contro i 1.483 milioni del primo semestre del 2022 (-33%).