Anima SGR: a marzo costruttivi sui governativi core e BTP (con un occhio all’equity italiano)

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Nik Korba (Unsplash)

Il quadro macro è meno preoccupante, e le previsioni (anche alla luce dei dati positivi che arrivano da oltreoceano) sono al rialzo. Ciò non toglie le aspettative di un rallentamento “su scala globale” nel 2024, ma la view di Anima SGR su marzo si confronta con una serie segnali confortanti. Negli Usa, come anticipato, i dati positivi su PIL, spesa delle famiglie, fiducia dei consumatori e mercato del lavoro hanno spinto gli analisti della SGR milanese a “togliere la recessione dallo scenario base per il terzo anno consecutivo”. Più debole la performance del Vecchio Continente. Con un’economia dell’area euro che, nonostante abbia evitato la recessione “resta sostanzialmente in stagnazione”, gli esperti si dicono convinti, “che un ulteriore deterioramento della crescita sia improbabile, soprattutto nel comparto manifatturiero”. Fiacca anche l’economia cinese, alle prese con “problemi strutturali che gravano sul settore immobiliare, dalla mancanza di fiducia delle imprese e dalla debolezza della domanda interna”.

Alla luce di questi sviluppi, affermano gli esperti della società “aggiungiamo una sfumatura di costruttività sui governativi coree sui BTP, oltre che su selezionate opportunità nei mercati azionari italiani”.

Disinflazione più pronunciata in area euro

Intanto, nonostante segnali contrastanti (su entrambe le sponde dell’Atlantico) l’inflazione ha ridotto fortemente la sua portata tensiva. Negli Usa si è assistito a una risalita della Core CPI, a causarla un aumento della componente supercore dallo 0,4 allo 0,8%, aumento che gli analisti imputano alla volatilità tipica di gennaio. Prosegue intanto il calo dell’inflazione core “seppure un ritmo più blando di quanto ipotizzato in passato” sia negli Stati Uniti sia in Europa (che però vede stabile l’inflazione sui servizi).

Cosa faranno le banche centrali

Protagoniste assolute delle cronache finanziarie degli ultimi due anni, le banche centrali si trovano oggi a dover decidere sulla fine del ciclo restrittivo. Lo scenario di base di Anima SGR, preve per la Fed “un taglio dei tassi di interesse di 100 punti base entro fine anno con il primo intervento a maggio”, certo è che i dati sull’inflazione potrebbero far slittare di un mese l’intervento. Diverso il discorso per la BCE che si trova ad affrontare uno scenario in cui l’indice dei prezzi al consumo è in flessione e la crescita è rallentata.  “Questo non implica però che Lagarde abbia il capitale politico per avviare il ciclo di tagli prima della controparte statunitense”, affermano gli analisti che si aspettano un primo taglio a giugno, per un totale di 75-100 punti base entro fine anno. 

Asset allocation

Data l’incertezza su quando avverranno i primi tagli dei tassi, la view sull’obbligazionario suggerita dagli esperti vede “una strategia di accumulazione” ma “senza posizioni aggressive”, con una preferenza per le scadenze a 7-10 anni. Gli analisti riportano a neutrale positivo il giudizio sui titoli di Stato di USA, Paesi Euro core e Italia. “Sui Treasury pesano il ridimensionamento delle attese di mercato sui tagli dei tassi, la riduzione delle probabilità di un errore di politica monetaria e l’orientamento al rialzo dei rischi per la crescita, mentre il potenziale di discesa dei tassi è limitato; sui Bund e sui BTP invece giustifichiamo la nostra posizione con la crescita asfittica dell’economia europea, il proseguimento nella discesa dell’inflazione, una politica fiscale meno accomodante che negli USA e (per i titoli italiani) la forte domanda degli investitori”, si legge nell’analisi. Nessuna variazione sul fronte dei bond societari dove oltre alla preferenza per strumenti liquidi e a breve scadenza, gli esperti mantengono l’orientamento sui comparti “a più alto merito di credito”.

Alla ricerca di “occasioni” nell’azionario italiano

Sul fronte azionario gli analisti di Anima confermano un giudizio neutrale a marzo: si aspettano che “i mercati salgano del 5-10% entro fine anno”, mentre “le fasi di debolezza possono rappresentare opportunità di acquisto”.

Il posizionamento sull’equity vede in Europa un interesse maggiore per i settori cicilici e value, in quanto supportati dai dati macroeconomici più forti delle attese e “nonostante una stagione degli utili non entusiasmante”. In merito ai singoli settori la preferenza va su tecnologia, materiali di base e consumi discrezionali. L’Italia, dopo un 2023 da record, continua ad attrarre su “occasioni specifiche, in particolare fra le banche”. Anima nel nostro Paese mantiene un giudizio positivo su finanziari, tecnologia, lusso e telecomunicazioni. In sottopeso “i beni di prima necessità, gli industriali e le società indebitate trasversalmente ai comparti”.

Negli Stati Uniti permane l’interesse per le big della tecnologia. Sul fronte emergenti, invece, l’incertezza della Fed” potrebbe costringerli “a ripensare la propria strategia di taglio tassi rischiando di dover scegliere tra crescita e cambio”.