Carpenzano (Capital Group): "Non è troppo tardi per salire sul treno del reddito fisso"

Flavio Carpenzano. Immagine concessa (Capital Group)
Immagine concessa (Capital Group)

Crescita globale in rallentamento, dinamiche dell’inflazione, scelte di politica monetaria, rischi geopolitici e l’incognita delle elezioni in Usa di novembre. Sono tanti i fattori di incertezza per i mercati obbligazionari per l’anno appena iniziato. “Sono contrario alla definizione di tassi di interesse ‘higher for longer’ che risulta a mio avviso troppo generica, la vera domanda da porsi è quanto saranno alti e quanto a lungo”, spiega Flavio Carpenzano, Investment Director per il reddito fisso di Capital Group presentando l’outlook 2024 per il comparto obbligazionario. “I tassi scenderanno ma non torneranno ai livelli pre-covid, in virtù di una crescita resiliente, una produttività più alta negli Usa e un’inflazione che torna ai target delle banche centrali ma si assesterà a livelli più alti che in passato. Se osservati da una prospettiva storica, i tassi bassi a cui eravamo abituati dopo la crisi del 2008 non erano la normalità, mentre può essere definito ‘normale’ il livello a cui si stanno assestando ora”, continua l’esperto.

“In Usa l’inflazione core è prossima al 2 per cento. Questo è importante perché concede margine alla Fed di abbassare i tassi anche in caso di soft landing. Quindi crediamo che la Fed taglierà i tassi, ma crediamo che il mercato sia troppo ottimistico riguardo all’entità dei tagli”, dice Carpenzano. “In Europa la situazione è più complessa: le tensioni nel Mar Rosso stanno impattando sui costi di produzione per le aziende e ciò potrebbe influire sull’inflazione. Inoltre, i salari restano troppo elevati rispetto al target Bce. Un rallentamento della crescita salariale sarà indispensabile per vedere i primi tagli nel Vecchio continente. In più si osservano una stabilizzazione dell’economia tedesca e una maggiore fiducia sui consumi. Per l’Europa siamo più cauti su un imminente taglio dei tassi”, dichiara Carpenzano.

“Tornando agli Usa è difficile fare previsioni sul risultato delle elezioni presidenziali. Ma indipendentemente dall’esito del voto, entrambi i candidati dovranno mettere in campo delle politiche di spesa, e questo porterà a un irripidimento della curva negli Stati Uniti”, aggiunge l’esperto.

2024: è troppo tardi per salire sul treno del reddito fisso?

“Sebbene novembre e dicembre del 2023 siano stati tra i migliori mesi della storia in termini di rendimenti, i rendimenti sono appena tornati ai livelli visti all'inizio del 2023 con una differenza principale: l'inflazione è molto più bassa. Ciò significa che i tassi reali sono più alti e le banche centrali hanno un margine significativo per tagliare i tassi nel 2024”, spiega Carpenzano.

Di conseguenza, secondo Carpenzano, la risposta alla domanda se il rally dell’obbligazionario sia in procinto di esaurirsi è no. “Perché è appena iniziato", dice l’esperto.

Per questo motivo, secondo l'esperto, per gli investitori che si chiedono come percorrere la strada che li attende, è importante:

•          Essere attivi e flessibili per cogliere i potenziali rimbalzi della volatilità e le dislocazioni;

•          Essere attivi nella selezione del credito: “gli spread delle obbligazioni societarie investment grade rimangono relativamente stretti rispetto agli standard storici, ma la dispersione rimane elevata e offre molte opportunità ai gestori attivi”, avverte Carpenzano.

•          Rimanere diversificati: “oggi gli investitori possono potenzialmente generare rendimenti e redditi elevati, diversificando il proprio portafoglio senza concentrare il rischio in classi di attività complesse e rischiose, poiché anche le obbligazioni di qualità superiore offrono oggi rendimenti elevati. è importante mantenere il rischio bilanciato tra obbligazioni di alta qualità e obbligazioni ad alto reddito”, aggiunge l’Investment Director.

Debito cartolarizzato: un anno migliore

L'orientamento verso gli asset di qualità superiore si riflette anche nelle opportunità offerte dai titoli garantiti da ipoteca (MBS) e dalle tranche senior del credito cartolarizzato. “Questi settori sono di qualità molto elevata (per lo più con rating AAA) e molto liquidi. Ritengo che abbiano prospettive positive e che dovrebbero generare rendimenti in eccesso rispetto ai Treasury simili o superiori a quelli delle obbligazioni societarie in un settore che è di qualità molto più elevata, più liquido e che dovrebbe avere una maggiore capacità di recupero in uno scenario economico negativo”, spiega Carpenzano. “Poiché il calo dei tassi d'interesse potrebbe portare a un'ondata di rifinanziamenti di mutui ipotecari con cedole più elevate, ritengo che i gestori attivi abbiano molte opportunità di fornire ulteriore valore attraverso la selezione dei titoli”, afferma.

Investire negli EM nel contesto attuale

Secondo l’esperto di Capital Group se la Fed taglierà i tassi prima e più rapidamente, come suggerito dalla riunione di metà dicembre, lo scenario per il debito EM nel 2024 sarà piuttosto costruttivo. “Tuttavia, gli EM dovranno probabilmente affrontare un dollaro USA piuttosto forte, una crescita globale debole e un fitto calendario elettorale mondiale. Vediamo le maggiori opportunità nel debito core in valuta locale e nel debito di frontiera in valuta forte”, dice Carpenzano. “Attualmente preferiamo detenere una certa duration locale nei Paesi in cui le pressioni inflazionistiche continuano a diminuire e le politiche monetarie diventano più accomodanti. Molti di questi paesi si trovano in America Latina, tra cui Brasile e Messico, ma ci piace anche la duration in Sudafrica”, dice l’Investment Director.  

Credito investment grade ben posizionato

Le obbligazioni societarie investment grade hanno dato risultati positivi agli investitori nel 2023, anche se l'85% delle repliche è stato guidato dagli ultimi due mesi dell'anno, quando la narrativa di mercato si è spostata, in particolare negli Stati Uniti, in quanto le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) nel 2024 hanno alimentato il più grande rally dei Treasury decennali statunitensi dalla crisi finanziaria globale del 2008. “La maggior parte del restringimento degli spread per l'IG nel 2023 si è verificato in questo periodo”, osserva Carpenzano.

“A seguito del rally, gli spread del credito globale sono ora leggermente più stretti rispetto alle loro medie storiche”, continua. “Tuttavia, vi sono alcune variazioni regionali, con i crediti in Europa e in Asia che potenzialmente offrono valutazioni più convincenti, motivo per cui un approccio globale è fondamentale per trovare opportunità. Inoltre, uno degli effetti dell'aumento dei tassi e della riduzione della liquidità da parte delle banche centrali è stata una maggiore dispersione tra i singoli crediti e settori. Per i gestori attivi con ampie capacità di ricerca, ciò offre opportunità di investimento potenzialmente interessanti”, conclude Carpenzano.