Conti (Eurizon): “Cambio di traiettoria per l’inflazione (ma quella core tiene)”.

Andrea Conti, responsabile Macro Research Team, Eurizon
Andrea Conti. Foto ceduta (Eurizon)

L’inflazione ha cambiato traiettoria. L’indicatore che nel corso del 2022 e nei primi mesi del 2023 ha soffiato sulla politica dei tassi delle banche centrali inizia a scendere, ma la discesa è determinata soprattutto dal calo delle materie prime, rileva Andrea Conti, responsabile macro research di Eurizon in the Globe, la consueta rilevazione mensile della società. Secondo l’esperto, dunque, l’inflazione core “cova ancora sotto la cenere” (tra le componenti di questa inflazione gli incrementi di prezzo risultano tutt’ora superiori rispetto al periodo pre-Covid), ma la fiammata inflazionistica sembra essersi spenta. Occorre adesso attendere che “la discesa dei  prezzi dell'energia vada poi a filtrare verso il basso su tutta su tutta l’inflazione”. Un altro fattore che contribuisce a rallentare questo calo è legato alla crescita economica. Che sta tenendo. Conti la definisce “la sorpresa del 2023” anno che molti consideravano “a rischio di recessione”.

Cosa attendersi dalle banche centrali

Con un processo di disinflazione non ancora completato, e una crescita economica che tiene, afferma Conti, “le banche centrali non hanno molta fretta di finire la restrizione monetaria è men che meno di abbassare i tassi”. Di conseguenza le aspettative del mercato risultano “cristallizzate” a metà strada tra il prevedere una Fed ferma per il resto dell’anno o un ulteriore, ultimo, rialzo di 25 punti base tra giugno e luglio. Mentre per la BCE il mercato monetario sconta due rialzi di 25 pb nei due mesi e soltanto dopo si intravvede una  una fase di attesa. Certo, si legge nel documento diffuso da Eurizon con l’outlook sul mese “sono aspettative compatibili con un rallentamento dolce per l’economia che andranno verificate alla luce dei prossimi dati di inflazione e di crescita economica”. 

Come si sono mossi i mercati

Dopo un mese in cui i tassi americani a breve termine sono un  po' risaliti (“il mercato forse aveva scontato troppo presto, dopo la crisi delle banche regionali negli Stati Uniti, che la Fed potesse abbassare i tassi”) il mercato ha rivisto un po' verso l'alto i tassi Usa a breve, anche se ci si trova in un contesto in cui i tassi governativi hanno smesso di salire e si sono stabilizzati. Fotografia simile per i tassi per i tassi tedeschi. “In questo contesto - afferma Conti - noi continuiamo a considerare interessante il mercato obbligazionario. I tassi a breve termine negli Stati Uniti prezzano una Fed tra il 5 e il 5,5%, mentre i tassi a breve in Europa prezzano una Bce vicino al 4%”. Nell’ottica dell’investitore, dunque, le parti breve e medie delle curve obbligazionarie sono interessanti per incassare, con una volatilità relativamente bassa, tassi a scadenza abbondantemente positivi. Le parti lunghe hanno ampio potenziale di discesa (guadagno in conto capitale) in caso di rallentamento brusco dell’economia. 

La view di investimento

Con uno scenario che presenta crescita economica in rallentamento e inflazione in calo (anche se ancora superiore rispetto alle attese e al 2% ritenuto ideale), Eurizon conferma il giudizio di sovrappeso sui titoli governativi di USA e Germania, mentre mantiene un atteggiamento neutrale sulle azioni e sulle obbligazioni a spread che potrebbero mostrarsi ancora volatili, in attesa di valutare l’entità del rallentamento macro. 

Tra le obbligazioni corporate, quelle Investment Grade presentano un profilo rischio-rendimento interessante, mentre a maggior rischio di volatilità, in caso di scenario macro avverso, sarebbero le obbligazioni High Yield. Interessanti, tra le obbligazioni a spread, quelle emesse dalle economie emergenti dove le banche centrali hanno alzato i tassi in modo aggressivo, prima di Fed e Bce, e ora hanno spazio per accomodare un’eventuale frenata brusca dell’economia. 

Per quanto riguarda le azioni, le valutazioni assolute (rapporto prezzo/utili) e quelle relative (premio al rischio rispetto al governativo) appaiono storicamente interessanti e compatibili con rendimenti attesi di medio periodo in linea con quelli medi storici. L’eventuale prolungamento della restrizione monetaria o, all’opposto, una frenata brusca dell’economia potrebbero però riaccendere la volatilità, ultimamente sopita nell’aspettativa che prevarrà lo scenario di soft landing. Eurizon, perciò, mantiene un giudizio neutrale sulle azioni e aumenta il peso relativo sulle azioni europee, riducendo i mercati emergenti.