Come già detto, l'obbligazionario è al momento un'area di grande interesse per gli investitori alla quale gli ETF consentono di accedere agevolmente. “In passato, questi strumenti erano associati a rendimenti inferiori, ma costi minimi. Ora, grazie ai costi contenuti, gli ETF offrono rendimenti più elevati. Pertanto, sono particolarmente utili per raggiungere specifici segmenti della curva dei rendimenti. Si possono costruire portafogli diversificati, che includono obbligazioni corporate, governative e altri titoli, e in momenti strategici dell'anno, è possibile sfruttare l'analisi tecnica per adottare una posizione tattica mirata su segmenti specifici della curva dei rendimenti, sia a lungo termine che molto a lungo termine”, afferma William Trevisan, gestore di portafoglio di Pharus AM.
Secondo l’esperto, le dimensioni del portafoglio rappresentano una variabile fondamentale da considerare per capire come utilizzare gli ETF obbligazionari. “Se consideriamo un portafoglio di dimensioni più contenute, credo che gli strumenti passivi siano particolarmente adatti per la componente core. Questo perché consentono di ottenere massima diversificazione offrendo una visibilità in tempo reale e dettagliata sul contenuto del portafoglio, cosa che i prodotti attivi non fanno”, spiega. Un elemento che hanno notato dall’asset manager nel corso degli anni, infatti, è stata proprio la necessità, da parte dei clienti, di conoscere esattamente ciò che possiedono nel portafoglio e comprendere la filosofia e la metodologia del gestore, aspetti che possono essere soddisfatti con gli ETF. “Se il portafoglio è di dimensioni superiori e il cliente ha una maggiore tolleranza al rischio, allora gli strumenti passivi legati all'obbligazionario possono essere utilizzati in maniera più tattica. In questo caso, si può lavorare sulla componente satellite, concentrandosi su singoli temi, tratti specifici della curva dei rendimenti o sfruttando condizioni di mercato favorevoli, magari anche per periodi brevi”, conclude.
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