I piani individuali di risparmio registrano un trend negativo da inizio anno, per un totale di 1,4 miliardi di perdite. Ecco gli ultimi dati aggiornati.
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Dal loro debutto, nel 2017, hanno raccolto miliardi di euro di investimenti fino a raggiungere un picco di 21 miliardi di AuM a fine 2021. Parliamo dei PIR ordinari che nel loro primo anno di vita avevano raccolto 11 miliardi. Questi prodotti hanno saputo navigare nelle fasi di mercato più complesse ma negli ultimi tempi il trend negativo è piuttosto evidente. Già nel primo trimestre dell'anno questi strumenti avevano registrato deflussi per circa 780 milioni, complici le incertezze geopolitiche, le politiche monetarie restrittive delle banche centrali, la volatilità dei mercati. Adesso il trend si è consolidato e le stime degli esperti tendono al ribasso.
Secondo gli ultimi dati di Assogestioni, nel secondo trimestre i piani individuali hanno continuato a perdere terreno: 610 milioni in meno per un totale di 1,4 miliardi da gennaio. La raccolta è negativa quasi per tutte le società che hanno lanciato i prodotti. Sono in pochi, infatti a mantenere dei numeri positivi. Sella raccoglie 16 milioni, seguita dal Gruppo Ersel (con 15,8 milioni) e da Cassa Centrale Banca (con 4,4 milioni). Al momento il patrimonio promosso complessivo è quindi sceso a 17,5 miliardi.
Secondo Luigi De Bellis, co-head Ufficio Studi Equita, il prossimo anno le cose dovrebbero migliorare: "per il periodo 2024-2025 stimiamo circa un miliardo di raccolta netta per i PIR ordinari, mentre per i PIR alternativi ci aspettiamo che possano raggiungere i 10 o 15 miliardi di AuM in cinque anni".
Raccolta dei fondi PIR ordinari al secondo trimestre 2023