Fidelity International Analyst Survey: Giappone punto di forza dell'economia mondiale nel 2024

Giappone
Manuel Cosentino, foto concessa (Unsplash)

Come ogni anno, Fidelity International ha interpellato i suoi analisti per tastare il polso dei settori economici e delle diverse aree economiche globali da loro coperte. Gli esperti della casa di gestione partecipano a più di 20 mila incontri con le aziende all’anno. In pratica, in un giorno lavorativo qualsiasi, un’analista parla con il management di una società ogni 10 minuti. Le risposte del sondaggio, considerate nel loro insieme, tracciano così un quadro chiaro sulle tendenze di mercato dei dodici mesi successivi, e oltre. Dall’indagine di quest’anno emergono due temi chiave per il 2024: le prospettive di crescita per le aziende globali e l’affermarsi del Giappone come punto di forza dell'economia mondiale.  

Per la prima volta dalla pandemia, un numero più alto di analisti di Fidelity ritiene che l'inflazione dei costi delle aziende diminuirà anziché aumentare nel prossimo anno. "Secondo i nostri analisti nordamericani, nessuno parla più di inflazione, gli stipendi sono stati l'ultimo aspetto critico, ma anche questi sembra si stiano normalizzando rapidamente", ha dichiarato Gita Bal, Global Head of Fixed Income Research di Fidelity International.

I settori dell'energia e della finanza in difficoltà

Inoltre, gli analisti del gestore prevedono che la maggior parte dei settori che coprono migliorerà nel corso dell’anno: la percentuale di coloro che affermano che il loro settore è in crescita è passata dal 52% di oggi al 61% dei professionisti che prevedono che ciò avverrà tra 12 mesi.

Ci sono, tuttavia, alcuni settori dove le risposte evidenziano una situazione dove si potrebbero presentare condizioni più difficili nel corso dell'anno. Gli analisti che coprono le aziende petrolifere e del gas del Nord America e dell'Europa citano il calo dei prezzi delle materie prime come un vento contrario per il settore energetico. Anche il settore finanziario vedrà il rovescio della medaglia del calo dei tassi di interesse.

Il Giappone faro dell’economia mondiale

Come anticipato, il Giappone, secondo gli analisti di Fidelity, è destinato a diventare il punto di forza dell'economia mondiale nel 2024. Le aspettative di crescita dei ricavi e degli utili nel 2024 sono, infatti, più alte per il Giappone che per qualsiasi altra regione. Gli analisti che coprono il Giappone sono anche i più ottimisti sull'aumento dei margini di guadagno. Il Giappone è in testa alla classifica per quanto riguarda le aspettative di spesa in conto capitale, i rendimenti del capitale, gli aumenti dei dividendi, la capacità di trasferire i costi ai consumatori e la possibilità che le sue aziende si trovino o meno in una fase espansiva del ciclo economico entro il prossimo anno. Ecco perché l'88% degli analisti giapponesi di Fidelity prevede che i propri settori entreranno in una fase di espansione entro 12 mesi.

“Il motivo di tanto ottimismo è evidente”, spieva Gita Bal. “L'economia giapponese è finalmente uscita da oltre due decenni di recessione e stagnazione, con segnali incoraggianti di aumento dei prezzi su larga base. Se negli ultimi anni l'inflazione è stata un grosso problema per gran parte del mondo, per il Giappone in questo momento è un bel problema da avere”, dice.  

Cigni grigi?

Ma quali sono secondo gli esperti della casa di gestione i fattori di rischio che potrebbero compromettere questo scenario positivo? Quest'anno si terranno moltissime elezioni, con un numero di persone chiamate a votare nel 2024 superiore a quello di qualsiasi altro anno della storia e il conseguente rischio di disordini. Tuttavia, uno dei risultati più sorprendenti dell'indagine è che la maggior parte degli analisti (65%) afferma che le proprie aziende non parlano affatto di elezioni.

Le aziende che, invece, affrontano il tema si dividono quando si tratta di parlare di rischi elettorali. Molto si riduce a scenari particolari in settori specifici. Solo il 28% di tutti gli analisti di Fidelity intervistati afferma che l'attuale contesto geopolitico sta incidendo sui piani di investimento. Si tratta della percentuale più bassa di analisti che lo afferma da quando abbiamo iniziato a porre questa domanda nel 2017.

“La fine dell'era dei tassi zero era destinata a creare tensioni. Siamo già in un periodo in cui le aziende stringono la cinghia, la domanda è sempre più sotto pressione e il potere dei prezzi diminuisce. Tuttavia, l'indagine di quest'anno offre chiari segnali del fatto che, comunque vada il rallentamento, per la maggior parte delle aziende il sistema si ripristinerà e la fase successiva le risolleverà anziché abbatterle”, conclude Gita Bal.