Bolla finanziaria: cos'è e come si distingue da una buona idea d'investimento

bolla
Foto: zaktionman, Flickr, Creative Commons

Ogni tanto uno strumento finanziario sale così tanto da un giorno all’altro che è inevitabile chiedersi se si tratti dell’investimento del secolo o di una nuova bolla finanziaria. Ma come si distingue un buon investimento da una bolla? In questa voce del Glossario FundsPeople non rispondiamo a questa domanda, ma spieghiamo cos’è una bolla finanziaria, che caratteristiche ha e perché si verifica.

Cos’è una bolla?

Tutti abbiamo giocato prima o poi con i tubetti per fare le bolle di sapone: basta soffiare nel cerchio per creare in un attimo una bolla più o meno grande che, tuttavia, dura pochissimo prima di scoppiare. È lo stesso concetto della bolla finanziaria, chiamata anche bolla economica o speculativa.

Sui mercati finanziari si forma una bolla quando la domanda di un asset aumenta notevolmente in un breve periodo di tempo, determinando un forte incremento dei prezzi.  Louis d’Arvieu, gestore di Amiral Gestion, la definisce come “il trionfodella speculazione sull’investimento, ovvero l’acquisto di uno strumento finanziario che non è motivato da una decisione razionale basata sul suo rapporto qualità-prezzo, bensì dalla convinzione che continuerà a salire perché sta salendo e tutti lo vogliono comprare”.

Perché si verifica?

È qui che entra in gioco la scienza dell’economia comportamentale che pochi anni fa ha fatto vincere a Richard Thaler il premio Nobel per l’economia. Infatti, il rialzo sfrenato della quotazione di un asset dipende spesso dall’effetto richiamo o dalla paura di perdersi qualcosa (in inglese FOMO, fear of missing out), un fattore che per gli investitori è molto difficile controllare. La continua crescita di valore di cui beneficia chi ha già acquistato lo strumento funge da richiamo per chi non vuole essere tagliato fuori. Si diffonde così la sensazione generale che il titolo salirà in eterno, perché ci sarà sempre qualcuno disposto a comprarlo.

Le fasi di una bolla finanziaria

Secondo l’economista Hyman Minsky, le bolle dei mercati comprendono cinque fasi.

  • Inizio: gli investitori si lasciano trasportare da uno scenario che promette di essere un cambio di paradigma per il contesto economico. Attenzione alla frase “stavolta è diverso”.
  • Boom: il prezzo dell’asset comincia ad attirare l’attenzione della maggior parte degli investitori.  Attenzione: quando tutti parlano dello stesso strumento, è bene aumentare il livello di precauzione.
  • Euforia: la bolla raggiunge il punto di massima espansione, con valutazioni molto distanti dai fondamentali, sempre che ci siano dei fondamentali alla base.
  • Prese di profitto: alcuni investitori si rendono conto che le quotazioni dell’asset poggiano su basi irrazionali e cominciano a chiudere le posizioni.
  • Panico: arriva la fine della bolla. Le prime prese di profitto di pochi investitori si allargano a macchia d’olio, fino a provocare il crollo dei prezzi gonfiati a dismisura. Il ribasso spinge gli investitori a vendere, presto o tardi, in base alla loro resistenza emotiva.

Le prime bolle finanziarie...

Quando si parla di bolle finanziarie non si può non citare la prima della storia.

La bolla dei tulipani si verificò nel 17° secolo nei Paesi Bassi. All’epoca i bulbi di tulipano erano uno status symbol e venivano trattati come oggetti da collezione. Inoltre, i fiori che producevano non erano monocromatici come oggi, ma multicolori, grazie alla coltivazione di varietà importate in Europa da terre esotiche. La domanda registrò una crescita così rapida che, come spiega Wikipedia, “Nel 1623, un singolo bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell’epoca era di 150 fiorini)”. Ma la forte domanda che aveva spinto le quotazioni a livelli insostenibili si esaurì in pochi anni e i prezzi finirono per crollare, facendo cadere in bancarotta tutte le famiglie che si erano indebitate per acquistare i tanto desiderati bulbi.

Nel 18° secolo si verificò un’altra bolla tra le più note, la cosiddetta bolla dei Mari del Sud. Lo strumento coinvolto erano le azioni della Compagnia dei Mari del Sud (South Sea Company), una società britannica cui era stato concesso il monopolio per il commercio internazionale di schiavi con le colonie spagnole in Sud America e nelle Indie Occidentali. L’offerta limitata di contratti per la tratta degli schiavi dall’Africa fu la causa della forte domanda che fece salire il titolo, ma la bolla durò poco prima di scoppiare.

Nel tempo si sono susseguite molte altre bolle, come quella che causò la grande depressione nel 1929, la bolla immobiliare in Giappone negli anni Ottanta, la bolla dotcom e quella dei mutui subprime, che ha scatenato la crisi finanziaria globale.

...e alcune delle ultime

Louis d’Arvieu di Amiral Gestion ricorda anche alcune delle bolle più recenti, come quella che si è verificata l’anno scorso con le cosiddette azioni meme.

“Grazie al potere delle reti sociali si è creata una vera euforia collettiva nei confronti dei titoli di alcune società, chiamati meme stock”, afferma. E precisa: “Diversi gruppi di investitori retail si sono organizzati in modo virale su varie piattaforme Internet per far salire le quotazioni di aziende con basso flottante su cui gli hedge fund detenevano importanti posizioni corte per causare forti perdite agli investitori speculativi professionali. Una società come Gamestop, che a fine 2020 aveva una capitalizzazione modesta (400 milioni di dollari), ha visto il suo valore aumentare di 80 volte nel giro di pochi mesi senza alcuna giustificazione a livello fondamentale”.

L’esperto cita anche una crisi più recente, quella che ha portato al fallimento la piattaforma cripto FTX. “I capitali detenuti sui conti dei clienti sono stati usati per pagare altri clienti secondo il più classico schema Ponzi, ma anche per coprire spese ingenti come acquisti di ville, donazioni a politici e via dicendo”, specifica.

È possibile evitare le bolle?

È difficile distinguere tra trend di investimento e bolla finanziaria e poche volte ci si riesce. Le bolle continueranno a formarsi, perché l’irrazionalità e l’avidità fanno parte del comportamento umano. Ma basta seguire delle semplici direttrici per non lasciarsi trasportare dall’euforia immotivata nei confronti di alcuni investimenti.

  • L’investimento è l’opposto della speculazione. Speculare significa investire senza criterio per arricchirsi. Como dice Warren Buffett: “Se giochi a poker da mezz’ora e non sai chi è il gonzo, il gonzo sei tu”.
  • Mai investire in qualcosa che non si riesce a capire nel giro di 5 minuti o il cui meccanismo di rialzo su base fondamentale non è chiaro in termini economici.
  • Diversificare gli investimenti per ridurre al minimo le conseguenze di un possibile contagio sui mercati finanziari, anche se non si hanno in portafoglio posizioni in asset sopravvalutati. Dimenticare questo principio di investimento può fare molto male a medio e lungo termine.
  • Non investire solo per massimizzare i rendimenti senza tenere conto dei rischi.
  • Separare la narrazione dal processo di investimento. Le storie suscitano emozioni, mentre le valutazioni degli strumenti finanziari devono essere razionali.
  • Non investire mai solo per “non perdersi” qualcosa.