GQG Partners emerging markets equity fund: 30 anni dello stile forward-looking quality di Rajiv Jain

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Rajiv Jain. Foto concessa (GQG Partners)

Secondo Rajiv Jain, i portafogli di investimento devono andare oltre la tradizionale contrapposizione tra growth e value. Il co-fondatore della boutique GQG Partners, che per il marketing in Italia si affida a Chiodi Alpha Management, svela la sua ricetta per mitigare il rischio di ribasso dei mercati azionari: puntare sulle società di alta qualità con prospettive di solida crescita a lungo termine. È lo stile che GQG ha battezzato Forward-Looking Quality, incentrato su aziende di qualità che quotano a prezzi interessanti e presentano chiari vantaggi competitivi.

Questo approccio si allontana dall’idea dei tradizionali investimenti growth o value e punta invece sulle società che presentano le maggiori probabilità di registrare una crescita composta del capitale in un orizzonte di cinque anni. La selezione delle posizioni non si basa su dati di performance retrospettivi, bensì mira a individuare le migliori aziende di ogni settore che secondo GQG vanno incontro a una crescita sostenuta degli utili.

La tripletta: alta qualità, utili sostenuti e valutazioni interessanti

Il processo di investimento valuta ogni azienda in base a criteri quali la solidità finanziaria, la sostenibilità della crescita degli utili e la qualità del management. I titoli che segnano la tripletta alta qualità, utili sostenuti e valutazioni interessanti vengono inseriti in portafoglio e la relativa ponderazione viene stabilita in base al livello di convinzione. Il risultato è un portafoglio relativamente concentrato completamente svincolato da qualsiasi benchmark.

QGQ svolge una minuziosa analisi proprietaria con l’obiettivo di ottenere una comprensione approfondita delle società da diversi punti di vista. La ricerca di un vantaggio di conoscenza rispetto a un mero vantaggio informativo parte dal Research Mosaic della boutique di investimento. Si tratta di un gruppo di gestori esperti coadiuvati da un team di ricerca i cui membri hanno maturato competenze di analisi variegate di tipo più o meno tradizionale (giornalismo investigativo, contabilità specializzata, analisi ESG e del credito, ad esempio) per ottenere una visione diversificata e completa di alcune delle società più grandi e conosciute del mondo.

È questa la filosofia con cui Jain gestisce da 30 anni la strategia Emerging Markets Equity, prima in Vontobel e dal 2016 in GQG Partners con l’Emerging Markets Equity Fund, un fondo che è diventato un punto di riferimento nel segmento dell’azionario emergente e che quest’anno si è aggiudicato il riconoscimento del Rating FundsPeople+.

Allineamento con l’investitore

Un aspetto distintivo di GQG è il suo allineamento totale con gli interessi del cliente. Da un lato, GQG è una società detenuta per la maggioranza dai dipendenti. Il patrimonio netto personale dei soci fondatori (il presidente e chief investment officer Rajiv Jain e il chief executive officer Tim Carver) e dei dipendenti, compresi i gestori dei portafogli della società, è investito insieme al capitale dei clienti nei prodotti e nelle strategie di GQG Partners. Di fatto, la casa di gestione limita l’operatività personale dei dipendenti sui mercati azionari: l’unico modo in cui possono investire è attraverso i fondi di GQG Partners.

Dall’altro, la boutique è attenta ad applicare commissioni ragionevoli, che a suo avviso rappresentano una leva in più per generare interesse composto a lungo termine.

Ultimi movimenti del GQG Partners Emerging Markets Equity Fund

A livello settoriale, nell’ultimo quadrimestre del 2023 la performance relativa del fondo ha beneficiato della selezione di titoli delle utility e dei beni di consumo discrezionali, mentre ha risentito della scelta delle posizioni nell’energia (in sovrappeso) e del sottopeso della tecnologia. Su base geografica, il rendimento è stato sostenuto dall’esposizione all’India, dal sottopeso in Cina e dal sovrappeso in Brasile, mentre è stato penalizzato dal sottopeso di Taiwan e Corea del Sud e dal sovrappeso in Turchia.

In questo primo scorcio d’anno il portafoglio ha rafforzato le posizioni nei settori industriali e nelle utility, entrambi in sovrappeso. Secondo il gestore l’India si trova agli inizi di un ciclo di investimenti in infrastrutture che contribuirà a rafforzare la crescita economica e la competitività del Paese e ad aumentare il potenziale di generazione di utili di alcuni gruppi industriali e utility locali. “Queste aziende beneficiano del forte impegno del governo centrale e degli enti locali per ridurre la burocrazia e velocizzare il processo di approvazione dei progetti”, spiega.

Convinzione nel settore energetico

Inoltre, il team di gestione nutre una forte convinzione nei confronti del settore energetico. L’esposizione all’energia è stata ridimensionata, ma il comparto resta in sovrappeso. “Di recente abbiamo assistito a un aumento dell’offerta di greggio da parte di operatori in Sud America e di alcuni produttori di shale oil statunitensi. Continuiamo a monitorare la situazione per cercare di capire se si tratta dell’avvio di una tendenza strutturale o semplicemente di una mossa transitoria da parte di alcuni produttori locali per attirare un possibile pretendente in un settore in fase di consolidamento, che ha visto aumentare l’attività di fusioni e acquisizioni”, precisa Jain.

Per quanto riguarda la domanda, non si aspetta che registri una brusca frenata malgrado il rallentamento dell’economia mondiale. Inoltre, giudica soddisfacenti i risultati delle società dell’energia detenute in portafoglio, che a suo avviso dovrebbero annunciare dividendi significativi e capaci di mitigare almeno in parte la potenziale volatilità delle quotazioni, dato che gli investitori seguono con attenzione l’andamento dell’attività economica.