Neutralità sull'asset class e approccio cauto monitorando le dinamiche macroeconomiche sono i due punti che riassumono la posizione di Intesa Sanpaolo Vita. “Negli ultimi mesi siamo stati prudenti, con una maggiore preferenza verso il corporate investment grade. Pur non riducendo l’esposizione in high yield, nel complesso non l'abbiamo incrementata e abbiamo mantenuto un portafoglio diversificato. Sul Ramo I il nostro approccio è più basato su una logica di ‘building block’. Investiamo in high yield prediligendo, ad esempio, la differenziazione tra Europa e Usa, data anche la diversa struttura dei loro mercati di riferimento”, spiega Luigi Di Martino, asset specialist fondi e fund selector Rami I, III e VI dell’entità. Altro aspetto distintivo, per il professionista, è la ricerca del “puro credito”, quello più industriale. “In questo senso, stiamo evitando di selezionare fondi high yield che investono nel settore finanziario, e preferiamo utilizzare fondi specifici per esporci a tale componente. Al momento stiamo rivedendo leggermente la nostra posizione, con un crescente interesse per la fascia cross-over, focalizzandoci su titoli con rating doppia B e tripla B. Di contro, nella selezione di fondi destinati scelta dei clienti, miriamo a garantire più ampie e diversificate opportunità di investimento in high yield, con anche di fondi globali, flessibili, alternativi, ecc”, spiega.
Le considerazioni sulla duration, chiarisce Di Martino, non sono al centro dell’approccio all’investimento in high yield. “Secondo noi, quest’asset class è una componente fondamentale per diversificare il portafoglio e aumentarne la redditività, ma non è la leva principale per gestirne la duration. La nostra view sulla duration deriva dall’asset allocation strategica e, a livello delle Gestioni Separate, viene implementata principalmente attraverso altri strumenti, come i titoli governativi o inflation-linked”, afferma. La selezione di fondi high yield per Intesa Sanpaolo Vita si basa su altri criteri: “Apprezziamo, ad esempio, che il gestore abbia una lunga esperienza e sia anche un analista del credito; valutiamo il suo track record nel tempo in relazione a contesti di mercato differenti; ci interessa una costanza nella performance, evitando se possibile eccessivi swing (con estremi di alti rendimenti seguiti da perdite significative) e analizziamo l’allocazione settoriale”, conclude.
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