Resteranno o no nell’Unione Europa? Se lo chiedono, come tanti, anche dal team di Anima SGR: in attesa del referendum sulla Brexit del 23 giugno, la società milanese preferisce restare prudente sulle azioni e in particolare sulle Borsa europee. D’altronde è anche quello che farà la Federal Reserve, che si riunisce domani e mercoledì e probabilmente non toccherà il tasso di interesse. Giovedì anche la Bank of England non si muoverà a una settimana dal voto più importante per il Regno Unito. Nonostante le opinioni discordanti fra gli osservatori una vittoria del No, come dicono da Anima “determinerebbe l’avvio del processo di uscita dall’Ue e avrebbe effetti nel complesso negativi o molto negativi sull’economia, sia del Regno Unito sia della Ue e sarebbe uno shock per i mercati finanziari, almeno nell’immediato. Una vittoria, invece del fronte del Sì avrebbe conseguenze leggermente positive sui mercati”.
La società di gestione comunque è fiduciosa: “Riteniamo che lo scenario più probabile sia il Sì (rimanere nella UE) e quindi che l’eventuale volatilità delle prossime settimane possa offrire delle opportunità di investimento”. La Brexit, comunque vada, non è l’unica cosa che spinge il team di Anima a tenere un comportamento neutrale. “Sussistono comunque elementi che potrebbero favorire un rialzo dei mercati, a partire da un possibile e ulteriore restringimento degli spread, che a sua volta potrebbe innescare una rinnovata ricerca di extra rendimento, riportando ulteriori flussi sull’high yield e sul mercato azionario. Guardando ai fondamentali, invece, dopo alcuni trimestri di revisione negativa di crescita degli utili europei, non è da escludere che questo trend si inverta, favorito da un miglioramento del quadro macro. Restiamo del resto ancora positivi sulla congiuntura economica in Europa. Nei portafogli dei fondi azionari europei abbiamo una visione positiva sul settore delle telecomunicazioni, healthcare e consumi di base, negativa invece sui titoli finanziari e su quelli tecnologici”, spiegano dalla società di gestione.
Sull’Italia le aspettative poi sono tutte sul fondo Atlante. “L’iniziativa è sicuramente positiva anche se non ancora del tutto risolutiva. Inoltre, in un contesto di tassi bassi e talvolta negativi, la redditività degli istituti di credito appare infatti strutturalmente sotto pressione e perciò appare necessario accelerare nelle operazioni di integrazione”.
Gli altri mercati azionari
Se sugli Usa il giudizio di Anima rimane negativo, in attesa della Fed, sulle Borse emergenti gli esperti si dicono costruttivi. “Il potenziale raffreddamento nella domanda di materie prime potrebbe pesare nel breve termine sulle valute e sui mercati emergenti, dove però le aspettative sugli utili hanno mostrato una certa stabilizzazione dopo mesi di revisioni al ribasso”. Nelle Borse asiatiche poi il giudizio resta neutrale. “I consumi in Giappone sono scesi per il secondo mese consecutivo ad aprile e la spesa delle famiglie è diminuita dello 0,4% rispetto all’anno precedente dopo aver ceduto il 5,3% a marzo; questo andamento dei consumi dimostra come l’economia non sia ancora in territorio sicuro senza contare che le esportazioni sono in calo del 10% nel mese di aprile, così come le vendite negli Stati Uniti, che hanno raggiunto il punto più basso degli ultimi cinque anni”.
Periferia, high yield e bond emergenti le scelte privilegiate
Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, secondo Anima, “va ancora evidenziata una certa differenza tra i tassi negativi dell’area Core dell’Europa e i tassi bassi, ma positivi, che registriamo nella Periferia. Pertanto, tenendo conto della manovra espansiva in atto avviata dalla Bce, riteniamo che l’ambiente rimarrà favorevole all’investimento in titoli governativi dell’Area Euro e sotto la spinta del supporto della Bce preferiamo ancora i titoli governativi periferici”. Se sul comparto corporate gli esperti preferiscono “avere emissioni con rendimenti più elevati, ma su orizzonti temporali ravvicinati anche con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana”, i segmenti delle obbligazioni high yied e dei bond emergenti “rappresentano ancora una buona opportunità nel medio periodo e la view viene mantenuta positiva”.“Con riferimento all’high yield, guardiamo sia ai titoli americani che a quelli europei: se da un lato i primi offrono un profilo di rischio/rendimento più interessante, dall’altro i secondi possono ancora beneficiare del programma di misure quantitative della Bce e di riflesso quindi dell’acquisto di titoli corporate investment grade. Sugli emergenti, comunque, la cautela resta d’obbligo considerano la politica monetaria della Fed che in prospettiva si farà meno espansiva”.