Il CEO di Morningstar riflette sulle tendenze del mercato, sulla polarizzazione degli investimenti ESG negli Stati Uniti e sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
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L'elemento fondamentale, nei prossimi anni, è continuare a concentrarsi sulla vicinanza all'investitore. "Un tempo i portafogli erano più semplici: liquidità, obbligazioni e azioni. Questi ci sono ancora, ma oggi ci sono più asset class e strumenti. Il nostro compito è quello di avere a disposizione i dati. Ci siamo impegnati molto in aree come il PE e il private debt, a cui aggiungiamo anche analisi e rating. Il nostro obiettivo è continuare a supportare gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi", afferma Kunal Kapoor, CEO di Morningstar.
Intelligenza artificiale
Nel pieno della febbre da IA, il dirigente sottolinea che l'azienda ha sempre mantenuto un forte investimento nella tecnologia. "Con l'IA possono succedere molte cose, ma c'è anche quella che io chiamo la sindrome dell'impostore dell'IA, perché oggi quando qualcuno ti dice cosa sta facendo in questo campo, in realtà sta parlando più che altro di apprendimento automatico". Per Kapoor l'IA "non si limita a far apprendere alle macchine ciò che gli esseri umani già fanno, ma va oltre, cambia il carico di lavoro e il modo in cui lavoriamo".
A suo avviso, sarà importante per Morningstar sia internamente che esternamente. "All'interno, nella misura in cui possiamo usarlo per ridurre alcuni degli attriti che si verificano in alcune delle nostre attività. Ad esempio, oggi un analista deve consultare diversi report per acquisire i dati di cui ha bisogno, ma idealmente in futuro questo potrà essere fatto da un sistema di intelligenza artificiale, che potrà anche guidare l'analista su dove trovare determinate informazioni", spiega. Anche all'esterno sarà un supporto, "per esempio, quando si tratta di screening. Per questo offriamo il servizio MO, un assistente digitale che può già aiutare a rispondere alle domande sui nostri dati", aggiunge.
Qualità dei dati
In questo contesto, l'esperto ritiene che sarà inevitabile assistere a cambiamenti in Morningstar Direct. "Il modo in cui effettuiamo le ricerche cambierà, ma la cosa più importante sarà sempre quella di potersi fidare della fonte delle informazioni. Oggi vediamo ancora che ci possono essere risposte diverse alla stessa domanda, il che significa che dobbiamo essere molto attenti agli sviluppi tecnologici", sostiene.
Per Kapoor è importante distinguere tra qualità e comparabilità dei dati, perché si può creare confusione tra i risultati ottenuti da diversi fornitori. L'esperto si aspetta che "col tempo i risultati miglioreranno, perché ci sarà una maggiore divulgazione da parte degli emittenti. L'attenzione si concentrerà quindi maggiormente sulla qualità di tali informazioni".
Inoltre, ritiene che sia essenziale "continuare a mantenere l'equilibrio tra la tecnologia e le persone che analizzano i dati e aggiungono valore. Il modo di lavorare può cambiare, ma c'è spazio per le persone e la tecnologia".
Regolamenti UE
Per quanto riguarda la bozza di regolamento dell'UE sui fornitori di dati di sostenibilità, Kapoor crede che "l'intenzione è buona, ma il diavolo si nasconde nei dettagli. È importante non confondere il desiderio di coerenza con la fissazione di un livello basso, perché nel mercato ESG la rendicontazione è migliorata ogni anno senza bisogno di una regolamentazione. L'importante è che la regolamentazione non abbassi l'asticella, che le informazioni rimangano utili e che gli investitori possano continuare a conoscere la rilevanza dei dati.
Aggiunge che la regolamentazione non deve avere conseguenze onerose e deve essere sensata. "Non sarebbe una buona cosa se ci ritrovassimo con informazioni non rilevanti o non comprensibili".
ESG negli Stati Uniti e in Europa
In merito alla politicizzazione degli investimenti ESG negli Stati Uniti e alla marcia indietro di alcuni investitori, ha dichiarato: "Bisogna ricordare che i dati ESG possono essere utilizzati in modi diversi. Nella nostra base clienti ci sono investitori favorevoli e investitori contrari. Ognuno può utilizzare i nostri dati nel modo che preferisce e che ritiene più utile, e credo che sia giusto così". Aggiunge che "la retorica politica perde di vista il fatto che in ultima analisi si tratta di una questione di scelta degli investitori. Inoltre, la domanda di personalizzazione continuerà a crescere negli Stati Uniti e continueremo ad avere bisogno di tutti questi dati. La domanda di dati ESG c'è e continuerà ad esserci".
A suo avviso, l'Europa è chiaramente all'avanguardia nell'utilizzo di questi dati. Il tempo ci dirà se l'uso di questi dati produce buoni risultati nei portafogli, ma in molti portafogli abbiamo visto che è così". Tuttavia, avverte che "l'Europa corre il rischio che il livello di regolamentazione possa avere l'effetto opposto a quello desiderato, il che sarebbe un peccato".
Tendenze globali
Essendo una società globale, Morningstar ha l'opportunità di vedere le tendenze di ogni regione nel loro contesto. Kapoor sottolinea che "l'Europa è leader nel settore ESG. Gli Stati Uniti sono un gigantesco mercato molto efficiente, quindi non sorprende che siano stati il luogo in cui le commissioni sono scese di più, data la competitività. L'Asia è ancora in fase di sviluppo".
A livello globale e in misura maggiore o minore, secondo l'esperto, le tendenze principali sono la riduzione delle commissioni, la personalizzazione, l'importanza della consulenza e l'aumento della pressione normativa.
Gestione attiva e passiva
Per quanto riguarda una possibile differenziazione dell'universo d'investimento tra prodotti passivi e a basso costo da un lato e prodotti alternativi illiquidi dall'altro, ritiene che "la maggior parte degli investitori sia alla ricerca di soluzioni più semplici. La gestione attiva non è destinata a scomparire, quella costosa sì, e nessuno deve disperarsi per questo".
Per quanto riguarda lo sviluppo della sua soluzione per i prodotti del mercato privato (Pitchbook), sottolinea che un'altra tendenza del mondo di oggi è la convergenza dei mercati pubblici e privati. "Oggi chi investe non può considerarli mondi a parte, ma deve fare dei confronti, soprattutto se è un investitore istituzionale. Ci sono ancora differenze, come la volatilità e le commissioni, ma stanno convergendo".
Kapoor conclude l'analisi riflettendo sulle potenziali sfide all'attuale boom del mercato, tra cui il rischio di un'eccessiva fiducia e il rumore geopolitico, che secondo lui non dovrebbero paralizzare il risparmio e gli investimenti.