La Bce sospende i rialzi dei tassi: le prime reazioni dei gestori

Christine Lagarde (BCE)

Prima pausa della politica monetaria europea. Seguendo il copione, la Banca centrale europea ha mantenuto i tassi di interesse nel range tra il 4% e il 4,5%, nella riunione di ottobre. Si tratta della prima pausa dell'istituzione monetaria dal luglio 2022, dopo 10 riunioni consecutive di rialzo dei tassi.

Secondo i gestori di fondi internazionali, è molto probabile che ci troviamo di fronte a una pausa permanente di questo ciclo monetario. "L'aumento dei prezzi dell'energia rappresenta un ulteriore rischio di rialzo per l'inflazione complessiva, ma la moderazione della crescita e il raffreddamento dell'inflazione di fondo impediranno probabilmente ulteriori rialzi dei tassi", sostiene Gurpreet Gill, global fixed income macro strategist di Goldman Sachs AM.

Prima della riunione si era ipotizzato di anticipare la data di fine dei reinvestimenti dei rimborsi PEPP, attualmente prevista fino alla fine del 2024, come ricorda Alexander Batten, gestore di fondi a reddito fisso per Columbia Threadneedle Investments. "Il Consiglio direttivo non ha discusso di questo, in quanto il recente inasprimento delle condizioni finanziarie, dovuto alle curve più strette e agli spread più ampi della periferia, avrebbe ridotto la necessità di adottare ulteriori inasprimenti monetari", spiega.

Inoltre, un messaggio importante evidenziato da Marco Meijer, gestore e vice responsabile del reddito fisso di Mediolanum IF, è che Lagarde ha lasciato intendere che il recente massiccio sell-off delle obbligazioni europee non è giustificato da fattori interni, ma piuttosto da fattori globali (si legga: i Treasury statunitensi).

Segnali di debolezza nell'area euro

È una decisione che non ha sorpreso il mercato. "Il rallentamento dell'inflazione di fondo suggerisce che la stretta monetaria si sta ripercuotendo sull'economia reale", spiega Marc Schartz, gestore del portafoglio azionario europeo di Janus Henderson. In effetti, i gestori di fondi internazionali concordano sul fatto che l'economia europea sta già mostrando delle crepe. "Il PMI ha rivelato una continua debolezza dell'economia. Il settore dei servizi, che fino a metà anno era stato il pilastro dell'economia reale, continua a contrarsi, mentre il settore manifatturiero non mostra segni di ripresa", osserva Pablo Duarte, analista senior dell'Istituto di ricerca Flossbach von Storch.

È proprio per questo che i gestori di fondi internazionali vedono così difficile un ulteriore rialzo. "I dati sull'attività dell'Eurozona indicano che il blocco si trova in una situazione di recessione, mentre l'aumento dei rendimenti obbligazionari guidato dagli Stati Uniti inasprirà ulteriormente le condizioni finanziarie europee, pesando sulla crescita", sottolinea Luke Bartholomew, economista senior di abrdn. A suo avviso, mentre l'incertezza geopolitica potrebbe portare a un rimbalzo dei prezzi dell'energia e quindi rallentare il percorso dell'inflazione verso l'obiettivo, ci vorrebbe uno shock inflazionistico molto forte perché la Bce inasprisca ulteriormente la politica monetaria.

In effetti, secondo le previsioni di Karsten Junius, capo economista di J. Safra Sarasin Sustainable AM, è molto probabile che la Bce riveda al ribasso le sue previsioni di crescita nella prossima riunione di dicembre. Come ha riconosciuto la stessa Lagarde, la Bce sta già vedendo segnali più chiari del fatto che la sua politica monetaria restrittiva si sta trasmettendo all'economia attraverso il canale dei prestiti bancari. "Ha riconosciuto che la debolezza economica potrebbe durare fino al primo trimestre del 2024, dove le ultime proiezioni della Bce di settembre indicano ancora un tasso di crescita dello 0,3% trimestre su trimestre, un dato vicino alla crescita potenziale", osserva Junius.

2024: più alto più a lungo

Allo stato attuale, il consenso dei gestori e del mercato è che i tassi rimarranno a questo livello fino al 2024, prima che la Bce sia costretta a tagliare. Il mantra dei tassi più alti più a lungo sta prendendo forza. "Se l'inflazione si sviluppa in linea con le previsioni della Bce e con le nostre, il rialzo dei tassi di settembre 2023 sarà probabilmente l'ultimo: i tassi d'inflazione continueranno a scendere, a causa degli effetti base e dei fattori sottostanti", prevede Ulrike Kastens, economista per l'Europa di DWS.

Le divergenze di opinione riguardano invece il momento in cui avverrà il taglio dei tassi. Konstantin Veit, gestore di PIMCO, ritiene che i tagli arriveranno più tardi di quanto il mercato stia attualmente scontando. "L'asticella per un altro rialzo è alta, ma quella per iniziare a ridurre i tassi è ancora più alta", concorda Ann-Katrin Petersen, senior strategist del BlackRock Investment Institute. Per Peterson, con un mercato del lavoro rigido e una produttività contenuta, il rischio che l'inflazione non si allenti a sufficienza impedirà alla Bce di prendere in considerazione tagli fino a ben oltre il 2024.

Inoltre, esperti come Sebastian Vismara, economista di BNY Mellon IM, non escludono del tutto un ulteriore inasprimento della politica all'inizio del 2024, in linea con la sua opinione che l'inflazione potrebbe sorprendere al rialzo rispetto alle aspettative all'inizio del nuovo anno.