Mouton (NS Partners): "Selezioniamo le aziende leader ponendo grande attenzione alle valutazioni"

Pierre Mouton, NS Partners_news
Pierre Mouton. Foto concessa (NS Partners)

Il 2024 ha fatto registrare un buona partenza ma, a breve, il prosieguo d'anno potrebbe essere destinato a perdere la spinta propulsiva. “Il mercato azionario ha iniziato quest’anno sotto ottimi auspici, che sono stati dettati principalmente dalle aspettative di taglio dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. L’anno appena avviatosi dovrebbe essere infatti quello di un allentamento della politica monetaria, parallelamente al processo disinflazionistico che sta sostenendo i listini, insieme alla solidità degli utili societari”, ricorda Pierre Mouton, head of Long Only Investment del NS Partners – DGC Stock Selection.

Tuttavia, l’esperto ricorda come l’inflazione potrebbe continuare a scendere con una certa difficoltà e, anche per questo, “la Fed ha dichiarato che tagliare i tassi troppo rapidamente potrebbe essere un rischio. Abbiamo già osservato come le recenti previsioni di mercato fossero troppo ottimistiche; infatti, a dicembre il mercato scontava sette tagli contro i tre/quattro di adesso (anche se noi abbiamo sempre avuto una certa cautela a riguardo) e questo ha incrementato la volatilità nel mese di gennaio. Il rally dei mercati potrebbe quindi estendersi solo nel caso in cui gli utili delle aziende dovessero rimanere solidi e, allo stesso tempo, l’inflazione continuare a rallentare”, dice.

Secondo il gestore del fondo che si è aggiudicato il rating FundsPeople 2024, la grande questione riguarda il rendimento decennale statunitense, dato chiave tenuto in considerazione dagli analisti; sembra improbabile che ritorni ai minimi degli ultimi cinque anni. “Questo significa che in futuro navigheremo in condizioni di mercato molto diverse rispetto a oggi. L'economia sarà più volatile e le valutazioni avvertiranno la pressione di fattori di sconto elevati. Riteniamo che questo possa essere un grande cambiamento per gli investitori, che però renderà ancora più importante la gestione attiva”, sottolinea.

Il fondo

Il team di investimento di questa strategia basa l’intero processo di selezione su una metodologia di tipo bottom-up, non escludendo alcun tipo di settore dall’universo investibile, secondo un approccio puramente blend. “Questo ci porta quindi a selezionare anche titoli meno comuni, permettendoci quindi di ottenere successo nelle scelte finali di investimento. L’obiettivo principale è infatti quello di costruire un portafoglio che possa navigare in tutte le condizioni di mercato. Oltre a questo, analizziamo la qualità delle aziende in cui investiamo grazie a un approccio a 360 gradi e, successivamente, stimiamo la loro valutazione di mercato”, commenta il professionista. Ciò significa ponderare il track record del management, oltre a selezionare aziende che abbiano un livello di indebitamento moderato e generino flussi di cassa consistenti. “Implementiamo inoltre la strategia con un cap del 4% per ogni singola posizione del portafoglio totale, che comunque rimane concentrato in un numero compreso tra 40 e 45 posizioni azionarie”, prosegue. Inoltre, il fondo è anche conforme all’articolo 8 della normativa SFDR e nel processo di investimento NS ha incluso anche valutazioni sulla sostenibilità, le quali permettono di identificare meglio le opportunità. “Grazie a queste metodologie il fondo è stato in grado di battere il benchmark, consistentemente, in un orizzonte temporale superiore ai 5 anni”, dice

Il posizionamento

Il DGC Stock Selection non ha preferenze di settore o di aree geografiche, in quanto la analisi del team si basa principalmente sulla bontà degli indicatori finanziari e aziendali delle società in cui investiamo. “Nonostante ciò, attualmente circa il 70% del nostro portafoglio è investito in società statunitensi o canadesi, mentre quelle europee contano all’incirca per il 21%. A livello marginale, invece, resta un 5% che fa riferimento alla Svizzera e un 2% al Regno Unito”, dice Mouton.

Andando più nel dettaglio nell’allocazione settoriale, “abbiamo un’esposizione simile sui primi tre comparti, pari all’incirca al 16%, che sono quello industriale, tecnologico e finanziario, seguiti da healthcare e beni di prima necessità, rispettivamente al 15% e all’11% dell’intero portfolio”. Secondo l’esperto, il potenziale impatto dell’intelligenza artificiale è destinato a non rimanere un fenomeno isolato. “Ci sono infatti sono molte aziende promettenti, alcune delle quali ancora sconosciute, che potranno beneficiare di questo trend: da Alphabet a Microsoft, passando per Palo Alto Networks. Non da ultimo, anche le aziende industriali potrebbero vedere una ripresa delle quotazioni sulla base di un aumento della domanda aggregata di beni manifatturieri, ma anche di una resilienza dei principali indicatori macro che, se negli USA sono molto incoraggianti, non lo sono in Europa, dove la discriminante principale sarà invece la ripresa dell’attività economica cinese”, ammette. Infine, in questo particolare contesto di mercato, l’esperto tende a sottopesare il segmento immobiliare, in quello dell’energia sono esposti solo in misura ridotta mentre il portfolio non comprende le utilities.

Update

Recentemente il team ha cercato di ridurre l’esposizione degli investimenti alle società connesse al mondo delle materie prime, i cui titoli stanno subendo un po' di volatilità legata alla riduzione dei ricavi in parallelo ai prezzi delle commodities. “Allo stesso tempo, ci siamo concentrati sull’incrementare le quote in portafoglio di società industriali come Cummins e Paccar; questo sulla base del fatto che ci sono buone prove che l’economia americana si dimostri più resiliente delle aspettative, almeno nella prima metà del 2024”, dice. A detta dell’esperto di NS, questo dovrebbe spingere gli investitori a privilegiare un’esposizione più marcata verso questo segmento, dovuto all’aumento della domanda aggregata di beni durevoli. “Come già anticipato, l’economia americana, quella sulla quale siamo più esposti, ha dimostrato di essere molto resiliente nonostante il più aggressivo ciclo di rialzi dei tassi di interesse da 15 anni a questa parte”, spiega. Al momento le prospettive del team sono positive in quanto, entro l’estate, le principali banche centrali dovrebbero ridurre il costo del denaro, azione che porterà a una maggiore esposizione sull’equity a livello globale. “Tuttavia, la nostra filosofia resta sempre quella di selezionare le aziende leader, cosa che richiede metodo e analisi – ponendo grande attenzione alle valutazioni -  ma che porta a rendimenti ben superiori a quelli di riferimento nel lungo periodo”, conclude.