Debito emergente, le opportunità sono anche ESG

Marcin Adamczyk notizia
Marcin Adamczyk (immagine ceduta)

Contrinbuto a cura di Marcin Adamczyk, Head of Emerging Markets Debt di NN Investment Partners. Contenuto sponsorizzato

Dopo la fase più critica che ha coinciso con l’inizio della pandemia, la ripresa economica nei mercati emergenti (EM) sta acquisendo nuovo slancio e oggi riguarda più Paesi. Se poco tempo fa i segnali positivi provenivano solo dalla Cina, ora anche quei Paesi che sono stati duramente colpiti dalla pandemia durante la primavera e l'estate hanno imboccato la strada della ripresa. Possiamo essere quindi abbastanza fiduciosi che lo slancio sulla crescita continuerà a migliorare. Inoltre, riteniamo che l'approccio e i piani dell’amministrazione Biden avranno progressivamente un impatto più positivo sui mercati emergenti. In tale contesto, riteniamo che questa asset class possa offrire interessanti opportunità di investimento.

L’asset class mercati emergenti è molto ampia, in espansione ed estremamente varia. Coinvolge più di 80 Paesi, da quelli più estesi come ad esempio la Cina, a realtà molto piccole come i Caraibi. In un mondo dove i tassi di interesse sono molto bassi o quasi negativi un po’ dovunque, i mercati emergenti, a seconda del segmento, offrono in questo momento un rendimento che va dal 4% fino ad arrivare al 7%, con un profilo rischio/rendimento molto attraente. Per cogliere tali opportunità in questa asset class, la specializzazione di un gestore in questa area geografica può fare la differenza.

L’attenzione ai criteri ESG nelle strategie EMD

Le strategie EMD di NN IP sono gestite attivamente e usano un approccio fondamentale combinato bottom-up e top-down. Una ricerca approfondita è alla base di tutte le nostre posizioni attive. Analisi fondamentale ed esperienza ventennale in questa asset class ci permettono di intercettare i driver di crescita. E, ultimo ma non meno importante, e di grandissima attualità, l’integrazione dei fattori ESG nel nostro processo di investimento.

I fattori ESG stanno acquisendo sempre più rilevanza ovunque nel mondo degli investimenti e cresce la richiesta da parte degli investitori di inclusione dei criteri ESG nel processo di investimento. La crisi del Covid-19 che stiamo affrontando, non ha fatto altro che accelerare questo processo ed è molto probabile che la fase di ricostruzione post pandemica vada nella direzione del “green”. Questo avvicinerà i temi ESG ai mercati emergenti.

Se guardiamo al passato, il fattore Governance, è stato il principale driver dei prezzi degli asset nei mercati emergenti. Ed è stato anche il fattore principale per spiegare gli spread dei Paesi. Tuttavia, crediamo che il mondo stia cambiando veramente e che i fattori socio-economici e socio-ambientali avranno una crescente influenza sugli investimenti nei mercati emergenti, come avviene in quelli sviluppati. Senz’altro la crisi del COVID ha rivelato la forte attenzione posta sulla coesione sociale e su come le società stanno gestendo la pandemia. Inoltre, lo stimolo normativo fornirà un po’ di supporto ai paesi più colpiti. E questo aiuto multilaterale sarà probabilmente condizionato ad una scelta green, cosa non prevista in passato.

Infine, gli investitori stanno sempre più coinvolgendo anche i governi sul tema delle emissioni ambientali e sociali, come per esempio facciamo noi con l’engagement con il governo del Brasile e dell’Indonesia riguardo al tema ambientale della deforestazione. L’engagement diventerà sicuramente sempre più dinamico. E, infine, l’emissione di Green Bond: molti di questi Paesi possono valutare l’emissione di Green Bond, diversificando così la loro base di investitori.

Le prospettive nel 2021

L’arrivo dell’amministrazione Biden è sicuramente positivo per i mercati emergenti, ma un altro tema importante sarà quello del vaccino: molto dipenderà dalla velocità di distribuzione alle popolazioni dei mercati emergenti. I recenti annunci riguardo ad alcuni vaccini logisticamente più facili da trasportare e conservare dovrebbero supportare il ritorno della crescita nei mercati emergenti.

Dal punto di vista dei fondamentali è ovvio che non possiamo ignorare il forte rimbalzo della crescita in Cina, tuttavia ci soffermiamo anche su Paesi che sono cresciuti meno quest’anno: il Messico spicca come quello che non ha usato troppi stimoli fiscali quest’anno, il che promette bene per i prossimi anni. Inoltre, il Messico dovrebbe anche trarre vantaggio dall’amministrazione Biden e dal suo focus su un approccio regionale. Guardiamo cautamente invece la Turchia, che, dopo quattro anni di politica monetaria non ortodossa, ha esaurito i tipici cuscinetti come le riserve in valuta estera. Tuttavia, si intravedono segnali di un ritorno alla ortodossia. È ancora presto, ma sicuramente è da tenere sotto osservazione.

Il 2021 sarà senz’altro un anno molto ricco di sfide per tutti noi e per questo ci stiamo preparando a dovere. Abbiamo un importante team di 25 professionisti che lavorano sul debito dei mercati emergenti. Di recente abbiamo riscontrato un crescente interesse per la nostra strategia EMD in valuta forte che ha visto superare la soglia di 6 miliardi di dollari di AUM mentre gli asset totali gestiti dal team superano i 16 miliardi. Quindi, riteniamo di essere pronti per catturare le opportunità del prossimo anno.

Guarda anche la videointervista per saperne di più sulle opportunità sul debito emergente.