Questione donna: la grande assente dell'asset management

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foto flickr: creative commons

Se la percentuale di donne impiegate nel Regno Unito è la più alta che si sia mai registrata (il 62% nel febbraio dello scorso anno), la presenza di donne nella gestione patrimoniale è ancora troppo bassa: appena un 7% dei fondi in UK è gestito o co-gestito da una donna. Una scarsità che sembra essere un fenomeno globale, come suggerisce una ricerca di Morningstar: meno del 10% della gestione statunitense ha nomi femminili e solo il 2% dei fondi è completamente gestito da una donna. Insomma, dove sono le donne gestori di fondi?

Columbia Threadneedle Investments ha pubblicato un documento dal titolo Missing persons: Gender balance in asset management (Le grandi assenti: equilibrio di genere nella gestione patrimoniale), in cui viene esplorata l'importanza della rappresentanza femminile tra i gestori di fondi e le possibili misure per ristabilire l'equilibrio. Nel documento vengono menzionati dati sull'industria britannica da cui emerge che oggi nel Regno Unito le donne rappresentano il 44% dei commercialisti, il 48% dei medici di base e il 24% degli avvocati di studi legali. A fronte, le donne occupano appena il 21% delle posizioni nei consigli di amministrazione e il 15% nei comitati esecutivi all'interno delle società di gestione patrimoniale europee.

In generale la presenza femminile nel ramo EMEA di Columbia Threadneedle non cambia di molto:

 

Columbia Threadneedle Investments, EMEA

Giugno 2015

Dicembre 2014

Dicembre 2013

% di donne nel Consiglio di amministrazione della società2

22%

22%

13%

% di donne nel Comitato di gestione aziendale (Comitato esecutivo)

24%

11%

8%

% di donne nel senior management (livello Direttore esecutivo)

19%

16%

11%

% di donne tra i professionisti dell'investimento

28%

29%

21%

% di donne tra il personale, in totale

37%

37%

35%

 

La società, però, per la prima volta, divulga i dati sulla diversità di genere tra gli indicatori chiave di performance inclusi nella relazione annuale sulla responsabilità sociale, in un appello a migliorare l'equilibrio di genere nel settore della gestione patrimoniale. Questa iniziativa giunge in risposta alla carenza di trasparenza in materia di diversità tra i gestori europei e riflette la consapevolezza del fatto che la divulgazione costituisce il primo passo verso il miglioramento

"Sebbene le cifre dimostrino che la nostra azienda è in linea con la media in termini di equilibrio di genere nelle società di gestione patrimoniale europee, restiamo indietro rispetto ad altre professioni, in un'epoca in cui la percentuale di donne tra la popolazione attiva nel Regno Unito tocca un massimo storico. In effetti, di tutti i posti di lavoro, quella di un gestore di fondi è senza dubbio il più adatto per le donne" dice Mark Burgess, CIO EMEA della SGR britannica, che ribadisce come "gli orari fissi contribuiscono a un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, mentre la centralità del lavoro di squadra e della collaborazione agevola i congedi parentali e di maternità in senso ampio. Inoltre, le donne tendono ad avere un approccio più ponderato, riflessivo e orientato al lungo periodo, caratteristiche fondamentali per una carriera di successo nel settore della gestione di fondi".