Selezione al primo posto per trovare rendimenti nell’high yield

Lo scenario attuale è sfidante e approcciarsi al panorama complessivo delle aziende può non essere semplice. “Dovremmo chiederci quali sono le aziende con vantaggi competitivi in questo scenario, in particolare con una bassa sensibilità alla pressione sui margini determinata dagli alti costi dell'energia”, afferma Francesco Rossi, Lead Portfolio Manager di Euromobiliare Advisory SIM. La risposta? “Quelle che performano grazie al proprio modello di business, a una maggiore marginalità o a una minore sensibilità rispetto alla domanda. E poi ancora, grazie a una minore necessità finanziaria, soprattutto nel brevissimo periodo”, continua Rossi. Secondo il manager “il mercato è ancora quasi congelato. Oltre alla minore necessità di finanziamento, queste aziende presentano un forte equilibrio di cassa, puntano su settori strategici con un potenziale supporto governativo (è il caso delle utilities o delle forniture energetiche) e una bassa esposizione geopolitica. E poi il resto sarà una sorta di pre-screen e di idee pre-top down. Naturalmente, all'inizio è necessario esaminare nel dettaglio i bilanci delle società”.

Guardare ai rendimenti è importante. Ma spesso si rischia di trascurare elementi come la sostenibilità, che restano invece rilevanti. “Penso anche io che sia importante considerare i vantaggi competitivi delle aziende nel contesto dello scenario attuale. E aggiungo che in questo particolare momento storico è necessario prendere in considerazione un ulteriore elemento, ovvero i criteri ESG. Spesso l'azienda che ha un vantaggio competitivo ha incorporati nel suo DNA i criteri ESG”, commenta Filippo Valvona, Fund Selector, Fund Research and Manager Selection di Amundi.

“Per fare una selezione bisogna considerare il valore reale di un asset o di un’azienda tenendo in considerazione i fondamentali e le valutazioni”, sottolinea Diego Cereda, head of Fixed Income di Mediobanca Sgr. “Il mercato in alcune fasi punisce anche le aziende migliori. È necessario quindi prendere in considerazione il livello dello spread incorporato nella valutazione e cercare il valore laddove il posizionamento può risultare competitivo”, ribadisce il manager. “Al momento riteniamo che il pricing power delle aziende sia uno dei fattori più importanti per selezionare gli emittenti migliori, così come la capacità di rifinanziamento che è un aspetto essenziale. Per identificare le migliori aziende ‘high convinction’ occorre un’analisi completa e dettagliata che riesca a cogliere diversi fattori tra cui: pricing power, capacità di rifinanziamento, valutazione e sentimen”, conclude Cereda.

Più che fare un’analisi del singolo titolo è spesso necessario osservare i movimenti all’interno dell’asset class nel suo complesso. “Faccio parte di un team in cui l’attività principale non è selezionare il singolo strumento finanziario, ma selezionare il gestore terzo che meglio si muove all’interno della specifica asset class”, ricorda ad esempio Cristian Grigatti, CFA, head of Portfolio Management Multi Manager di Fideuram Investimenti SGR. “Nel caso degli High Yield ritengo che siano da premiare i gestori che riescono a massimizzare il rendimento dei loro portafogli per unità di rischio. È importante che il gestore, partendo da un rendimento a scadenza interessante sia in grado di assorbire gli eventi di stress, molto frequenti all’interni del mondo high yield, e quindi di contenere la volatilità realizzata del prodotto che gestisce, massimizzando, quindi, quello che viene definito ‘Coumpounding Effect’. Preferisco, quindi, investire in portafogli ben diversificati per area geografica, settore industriale e, soprattutto, per scadenze”, aggiunge Grigatti. “La presenza di una quota di portafoglio a maturity contenuta, permette, infatti, di meglio gestire eventuali riscatti e di sfruttare un situazioni di debolezza del mercato per incrementare il rendimento a scadenza del prodotto”, sottolinea il manager.

Per la selezione, quindi, non c’è un metodo universale. Una chiave può essere quella di guardare al dettaglio: “Il nostro lavoro quotidiano è guardare ogni azienda su base individuale e cercare di identificare se abbia vantaggi competitivi sostenibili, che consentono di mantenere i margini”, esordisce Konstantin Leidman, fund manager di Wellington Management. “Quello che abbiamo visto è che quando arriva molta capacità in un qualsiasi settore, di solito i rendimenti si deteriorano drasticamente”, prosegue Leidman. “Lo abbiamo visto per i Paesi produttori di petrolio, ad esempio, e lo stesso vale per le energie rinnovabili. Disporre di un team stabile ed esperto di analisti del credito e azionari con una profonda competenza settoriale ci consente di comprendere meglio le aziende del mio set di opportunità e di distinguere tra le aziende che hanno vantaggi competitivi sostenibili e quelle che non li hanno. Credo che questa sia la ricetta segreta di Wellington”. Secondo il gestore “ci sono molte buone aziende in Europa. Tutte queste aziende sono dotate di un forte valore che, come investitori, apprezziamo. Un esempio concreto di uno specifico emittente che abbiamo in portafoglio ed e’ anche n elle prime d10 posizioni è proprio Cellnex, società spagnola attiva nel business delle torri, detenendo infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche. In particolare ospita, nei suoi siti, apparati di trasmissione radio per le telecomunicazioni”.