EFAMA supporta la richiesta di regolamentazione di dati, ricerca e rating ESG

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EFAMA, l'Associazione rappresentativa del mercato europeo della gestione degli investimenti, ha fatto eco all'appello lanciato dalle autorità dei mercati finanziari francesi e olandesi per una regolamentazione europea dei dati, della ricerca e dei rating ESG.

"I gestori patrimoniali vogliono incoraggiare questa tendenza di investimento socialmente responsabile, ampliando la loro gamma di prodotti sostenibili e fornendo agli investitori informazioni affidabili e comparabili, anche in risposta alla normativa UE introdotta per combattere il greenwashing e aumentare la trasparenza. Per raggiungere questi obiettivi, gli investitori hanno bisogno di dati solidi e affidabili. Data la mancanza di informazioni pubblicamente disponibili, gli asset manager si affidano fortemente alle informazioni provenienti da fornitori terzi di dati ESG, ricerche e rating, il che comporta costi elevati e molte domande", afferma Giorgio Botta, regulatory policy advisor di EFAMA.

In particolare, l'associazione evidenzia una serie di punti che necessitano di attenzione, la cui importanza cresce con l'aumentare del patrimonio gestito secondo i criteri ESG. Questi sono i seguenti:

- Concentrazione del mercato e costi: i membri dell'EFAMA osservano una crescente concentrazione nel mercato dei dati ESG, dovuta in parte all'aumento delle fusioni che si osserva in questi fornitori di dati e ai costi crescenti dei dati ESG. EFAMA ritiene che questo aumento del costo dei dati ESG "sia particolarmente dannoso per le aziende più piccole, che hanno meno risorse e meno potere contrattuale, e per gli investitori finali, che alla fine pagano il conto".

- Comparabilità e affidabilità dei dati. EFAMA sottolinea che i dati e le ricerche su ESG di terzi sono spesso incoerenti e che le valutazioni che forniscono possono variare notevolmente da un fornitore all'altro. "Questo limita l'affidabilità, la comparabilità e l'utilità delle informazioni fornite ed espone gli investitori al rischio del greenwashing", dicono.

- Trasparenza nelle metodologie. L'associazione chiede a questi fornitori di dati trasparenza sulla metodologia che utilizzano per la raccolta e l'elaborazione dei dati. "Una maggiore trasparenza consentirebbe agli asset manager di garantire che le informazioni fornite siano affidabili nel contesto delle loro strategie d'investimento e dello sviluppo dei prodotti", affermano.

Su questo punto, l’associazione invita anche queste aziende ad impegnarsi in un maggiore dialogo con le aziende qualificate "per migliorare la qualità della ricerca e delle valutazioni ed evitare analisi fattuali errate e conclusioni fuorvianti o sbagliate".

Infine, avverte che potrebbero sorgere potenziali conflitti di interesse a causa di quanto sopra e, per evitare ciò, lancia una raccomandazione alla Commissione Europea per sviluppare un quadro normativo europeo per i fornitori di dati ESG, di ricerca e di rating.

La petizione di EFAMA giunge in un anno che è stato particolarmente florido in termini di regolamentazione degli investimenti ESG. Il 2020 ha infatti registrato grandi progressi in termini di tassonomia ESG e sono state approvate diverse iniziative per chiarire i concetti, e si prevede che questa regolamentazione continuerà ad aumentare nei prossimi anni.