Dickson (Capital Group): "Probabilità recessione Usa ormai ben al di sotto del 50 per cento"

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Julie Dickson. Foto concessa (Capital Group)

Nel 2023 gli Stati Uniti non sono entrati in recessione come previsto da molti esperti. Ma secondo Capital Group si dovrebbe adottare un punto di vista differente sul tema. “Una recessione in effetti c’è stata, solo che non si è verificata tutta insieme”, osserva Julie Dickson, Investment Director che ha recentemente presentato l’outlook 2024 della casa di gestione sull’azionario. “Nell’ultimo anno e mezzo diversi settori economici hanno sperimentato una contrazione in diversi momenti; un fenomeno definito dagli economisti ‘rolling recession’, ovvero ‘recessione progressiva’. Grazie a questo raro evento, è possibile che gli Stati Uniti non vadano incontro a una recessione convenzionale entro la fine di quest’anno o perfino del prossimo nonostante il fardello di un’inflazione elevata e dell’aumento dei tassi d’interesse”, spiega l’esperta.  

Capital Group porta l’esempio dell’immobiliare residenziale statunitense. Il settore ha registrato una brusca flessione dopo che la Federal Reserve ha iniziato ad aumentare aggressivamente i tassi d’interesse. “A un certo punto, nel 2022, le vendite di case già esistenti sono crollate di quasi il 40%. Oggi, invece, ci sono segnali di una ripresa del mercato”, argomenta Dickson. “Se queste contrazioni e riprese andranno avanti, gli Stati Uniti potrebbero riuscire a evitare la recessione più ampiamente prevista della storia. Grazie a un mercato del lavoro robusto e a una spesa al consumo resiliente, nel 2024 l’economia statunitense potrebbe crescere a un tasso annualizzato pari a circa il 2%. È stata la recessione di Godot: la aspettavamo tutti, ma a nostro avviso la probabilità che si verifichi una flessione pesante è ormai ben al di sotto del 50 per cento”, dice Dickson.

Possibile rimbalzo degli utili aziendali

I segnali che giungono agli investitori sulla direzione di marcia dell’economia sono contrastanti. “Ma quando si tratta di quotazioni azionarie c’è un indicatore che conta più di tutti: gli utili aziendali”, avverte Dickson. Negli Stati Uniti, stando alle attese di consensus degli analisti di Wall Street raccolte da FactSetnel 2024 gli utili delle società dell’indice S&P 500 dovrebbero salire di oltre l’11 per cento. A ciò si aggiunge un incremento atteso del 6,3% nei mercati sviluppati (Stati Uniti esclusi) e un robusto aumento del 18% in quelli emergenti. “Dal momento che il 2023 è stato un anno difficile, è ragionevole attendersi un rimbalzo degli utili nel 2024 che potrebbe fornire margini per un rialzo dell’azionario. A nostro avviso non sarà un anno terribile per gli utili aziendali; reputo più probabile una crescita compresa tra il 6 e l’8% negli Stati Uniti, e potenzialmente più elevata in alcuni mercati emergenti”, spiega l’esperta.

L'AI oltre il tech

Nel 2023 l’attenzione del mercato è stata catturata dagli importanti progressi nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), che hanno spinto al rialzo i titoli azionari di alcune società Big Tech. “Ma i beneficiari dell’ascesa dell’IA non si trovano solo nel mondo della tecnologia”, dice Dickson. “Le applicazioni basate sull’IA stanno stimolando innovazione in un gran numero di settori, tra cui quello farmaceutico, quello bancario e perfino quello dei fast food. McDonald’s, ad esempio, sta sfruttando l’IA per velocizzare il sistema di gestione degli ordini dei propri drive-through; Pfizer la sta impiegando per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci, mentre JPMorgan Chase sta distribuendo bot basati sull’IA per rilevare i furti di identità. Società come queste si uniscono alla platea dei beneficiari più scontati, come NVIDIA, che progetta potenti chip per computer necessari per eseguire le applicazioni dell’IA, e Microsoft, co-proprietaria della celebre app di IA ChatGPT", prosegue. "La sfida, per gli investitori, sarà quella di separare euforia e realtà nel contesto della crescita esponenziale prevista per i sistemi basati sull’IA nell’arco del prossimo decennio”, dice l’Investment Director.  

Il boom del ‘Made in America’

Secondo l’analisi di Capital Group l’industria americana sta per essere sommersa da uno tsunami di liquidità in grado potenzialmente di dare impulso al ciclo di investimenti di capitale e rimodellare il settore manifatturiero e quello energetico statunitensi. “Con l’obiettivo di sostenere le catene di approvvigionamento locali, ampliare la produzione di energia pulita e fornire slancio al settore dei semiconduttori nel Paese, il governo USA ha stanziato 1400 miliardi di dollari da spendere nei prossimi 7 anni in progetti di investimento in conto capitale”, evidenzia l’esperta. “Questi investimenti si traducono in una potenziale crescita di ricavi e utili da parte delle società con la capacità e la Flessibilità necessarie per intraprendere questi costosi progetti, come la modernizzazione della rete elettrica statunitense e la realizzazione di stabilimenti produttivi”, ritiene il gestore di portafogli azionari Anne-Marie Peterson. “Molte aziende del settore industriale hanno operato per anni in mezzo a un deserto, metaforicamente parlando. Investimenti di questa entità possono trasformarle da lente società cicliche a imprese growth”, dichiara.

Europa: focus sulle aziende innovative

Secondo la casa di gestione bisogna ricredersi sul fatto che l’innovazione provenga solo dal settore tecnologico USA. “L’Europa ospita un gran numero di aziende che stanno compiendo progressi in un’ampia gamma di settori. AstraZeneca, la casa farmaceutica anglo-svedese che ha sviluppato il vaccino contro il Covid e che produce il farmaco per il trattamento del cancro ai polmoni Tagrisso, ha investito aggressivamente in ricerca e sviluppo dotandosi di una robusta pipeline di terapie oncologiche e per malattie rare nelle ultime fasi del proprio sviluppo”, dicono da Capital Group.  “Sika, multinazionale svizzera di prodotti chimici specializzati, appare destinata a beneficiare dell’irrigidimento delle norme sulle emissioni e dell’aumento degli investimenti infrastrutturali nelle economie sviluppate, grazie ai propri materiali da costruzione durevoli ed efficienti sotto il profilo energetico”, dicono. Inoltre, secondo la casa di gestione, l’innovazione sarà la chiave anche per risolvere i problemi legati alla sostenibilità nel settore aerospaziale. “L’irrigidimento degli obblighi in materia di emissioni incentiva le compagnie aeree a ordinare gli aerei più aggiornati ed efficienti.La francese Safran, primo produttore al mondo di motori per aerei a fusoliera stretta, in collaborazione con General Electric, sta sviluppando motori in grado di ridurre le emissioni del 20 per cento. Sebbene l’America rimanga un importante motore di innovazione, gli investitori farebbero bene a guardare all’Europa e oltre alla ricerca di opportunità d’investimento in grado di apportare diversificazione al portafoglio, fattore propizio per i produttori che impiegano le tecnologie più all’avanguardia”, concludono da Capital Group.