Fischietti (Borsa Italiana): “Cresce la domanda di ETF attivi e l’offerta si adegua”

LuisaFischietti (Borsa Italiana, Gruppo Euronext)

Negli ultimi due anni gli asset manager storicamente attivi hanno iniziato a guardare con interesse ai prodotti passivi. Secondo i dati ETFGI relativi allo scorso giugno sugli ETF attivi, i flussi in entrata a livello globale sono cresciuti del 19,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nonostante le reticenze iniziali, legate all’ossimorico contrasto che questi prodotti sembrano nascondere in quanto “prodotti passivi attivi”, la domanda sale, e così l’industria adegua il passo. L’attrattività arriva dal fatto che questi veicoli presentano tutte le caratteristiche dei tradizionali ETF ma anche i benefici della gestione attiva.

Guardando alla fotografia dei prodotti passivi tradizionali, in Italia i dati relativi ai flussi su ETFplus di Borsa Italiana del 2023 indicano una size media dei contratti e numero di contratti e controvalore in leggera flessione rispetto all'anno passato. Di circa il 20%. "Il 2022 ha registrato volatilità e turnover molto alta, e di conseguenza tanti contratti", spiega Luisa Fischietti, head of Italy ETF di Borsa Italiana, Gruppo Euronext. “I flussi positivi mese su mese sono perlopiù legati agli strumenti con componente obbligazionari. Fatta eccezione per la parte equity world, che permette di esporsi a livello globale sulla componente azionaria con un rischio contenuto, la parte obbligazionaria governativa e corporate sono in crescita come conseguenza del rialzo dei tassi di interesse”. La size media dei contratti degli ETF tematici negli ultimi tre anni è rimasta costante, circa 8mila euro. “Questo dato indica un tipo di clientela prevalentemente retail”, spiega ancora Fischietti”. Si tratta di fondi che permettono di accedere con facilità ai mega e macro trend, quindi ai temi di lungo periodo, siano essi smart city, cyber security, blockchain, e risultano idonei all’interno dei piani di accumulo (PAC)”. In tanti però sostengono che il potenziale del retail sia nel nostro paese rimanga ancora ampiamente inespresso e che il modello tedesco, dove proprio i PAC fanno da traino, possa essere il benchmarck a cui l’industria dovrebbe puntare.

ETF attivi

Ma a partire dal 2022 la vera novità per l'industria è stata quella degli ETF attivi. Quest’anno, con l’arrivo di ARK Invest in Europa attraverso l’acquisto di RizE EFT e il lancio di prodotti attivi di big player come J.P.Morgan, il trend sembra essere confermato. “In Italia gli ETF attivi quotati sono 83 e i relativi dati di negoziazione sono significativi. Si tratta di un vero trend e l'offerta non farà che adattarsi”. Questi prodotti, spiega Fischietti, conciliano i vantaggi di un tipico fondo gestito attivamente, quindi scelte di asset allocation, monitoraggio continuo e gestione del rischio per generare alpha, ai punti di forza dei prodotti passivi, uno su tutti il fatto di avere un prezzo di negoziazione continuo, di essere quindi liquidi.  “Si tratta di strumenti che possono essere inseriti in una strategia di diversificazione del portfolio a con costi contenuti”.

ETF sostenibili

Chiude l’anno un po’ in sordina il tema ESG. I flussi sugli strumenti sostenibili sono in continua crescita anche se con una percentuale di accelerazione inferiore, il che però è “fisiologico se pensiamo che questi prodotti sono partiti da una crescita quasi a zero”. Ad oggi ci sono 449 ETF ESG per AuM pari a 41 miliardi di euro e inflows da inizio anno pari a 2,2 milioni di euro. “Come Borsa Italiana ci affianchiamo alla normativa e da quest’anno rendiamo disponibile sul nostro sito, per ogni strumento quotato, l'etichettatura (fornita dagli emittenti articolo 8 e articolo 9 ex Sfdr)”. In precedenza gli ETF sostenibili venivano classificati come un asset class separato, mentre a partire dal 2021 sono stati restituiti alle rispettive classi di investimento.