Gas e nucleare nella Tassonomia, il parere dei gestori

Nucleare News
Nicolas Hippert, foto concessa (Unsplash)

Gas e nucleare sono energie verdi. Non smette di suscitare clamore all’interno dell’industria del risparmio gestito (e non solo) la decisione della scorsa settimana della Commissione europea di includerle nella Tassonomia UE. Sebbene riguardi soltanto le attività legate alle due fonti energetiche in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione, la proposta di Bruxelles, che prima di entrare in vigore dal 1° gennaio 2023 dovrà essere esaminata dal Parlamento e dal Consiglio europeo, sta suscitando un inteso dibattito. Di fatto, classificandole come sostenibili, la Commissione le fa rientrare nel perimento degli investimenti per la transizione energetica del Vecchio continente. “Si tratta di un cambiamento non da poco, se si pensa che esattamente due anni fa, il 15 gennaio 2020, il Parlamento europeo approvava a gran maggioranza il Green Deal, bollando le due fonti controverse come non sostenibili”, osserva Massimiliano Comità, portfolio manager di AISM Luxembourg.  

La crisi energetica

Ma le cose sono cambiate da allora. Il rimbalzo dell’economia globale dopo la crisi del COVID-19 ha fatto schizzare alle stelle i prezzi dell’energia. E a oggi le fonti rinnovabili come l'eolico e il solare non sono in grado di soddisfare da sole il fabbisogno energetico dei Paesi. Soprattutto se quest’ultimi si vedono costretti a ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili per il raggiungimento degli obiettivi di net-zero. Ed è proprio in questo contesto che l’Unione sta schiudendo le porte al gas e al nucleare. “L’Europa ha una necessità impellente: l’energia. E in previsione di una ripartenza, questo bisogno diventa sempre più urgente”, spiega Comità. Inoltre, secondo i piani di transizione energetica, l'UE mira a ridurre i gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e a raggiungere la neutralità di carbonio entro il 2050. Il gas e il nucleare sono diventati così dei validi candidati per sostituire i combustibili fossili. “L’energia nucleare produce lo stesso livello di gas serra dell'energia eolica e solo il 25% di quella solare attraverso il suo intero ciclo di vita, includendo, quindi, l'estrazione dell'uranio, il trasporto ecc.”, fa notare Yun Bai, head of Factor Investing Research presso Vontobel Asset Management. “Pertanto potrebbe facilitare enormemente la decarbonizzazione”, aggiunge. Inoltre, secondo l’analisi dell’esperta di Vontobel il nucleare si è evoluto molto negli ultimi anni, diventando più sicuro. Sebbene riconosca che scoraggiate dagli incidenti nucleari del passato, le società spesso temono il rischio di fuga di radiazioni dalle discariche nucleare, per Yun Bai “l'attuale tecnologia di gestione delle scorie è piuttosto matura con un rischio di incidenti estremamente basso”. Dal canto suo Comità invita a riflettere all’alternativa fornita da gas e nucleare tenendo conto delle tempistiche implicate dal processo di transizione energetica dell’UE. “Proviamo a fare due conti: per costruire una centrale nucleare ci vogliono sette anni e la vita media di un reattore di terza generazione è stimata in 60 -100 anni. Può un simile progetto considerarsi di transizione, quando l’obiettivo di emissioni nette zero è fissato per il 2050?”, domanda il portfolio manager. “La verità è che i soldi investiti in gas e nucleare oggi sono fondi in meno per le energie più verdi”, dice.

Posizioni contrastanti

La decisione della Commissione ha scatenato una disputa tra gli Stati membri, divisi tra favorevoli, in primis la Francia, e contrari, guidati dalla Germania. E anche all’interno del settore dell’asset management ci sono posizioni divergenti. “È difficile garantire che non ci siano altri esiti negativi di natura ESG dal nucleare in questo momento", afferma l'analista di investimenti in obbligazioni verdi di NN IP Isobel Edward. Mentre per Yun Bai gli ultimi sviluppi tecnologici potrebbero permettere all'energia nucleare di essere un'energia ancora più mainstream in futuro: “Impianti di dimensioni più piccole, con costi inferiori e tempi di costruzione più brevi rispetto ai tradizionali, riducono l'intensità di capitale; l'utilizzo delle scorie per la produzione di energia efficienta i processi di smaltimento; la tecnologia per migliorare la flessibilità del programma di funzionamento degli impianti permette una pianificazione ottimale dell'approvvigionamento energetico”, sostiene l’esperta di Vontobel. Infine, anche per quanto riguarda il gas naturale, NN IP crede che non sia da considerarsi come un’attività ‘green’: “Il metano, il componente principale del gas naturale, è 28 volte più potente dell'anidride carbonica nell'intrappolare il calore nell'atmosfera, e ci sono molte domande senza risposta sul tasso di perdita di metano lungo la catena di approvvigionamento della produzione di gas naturale”, spiega Isobel Edward.

Impatti sulla Tassonomia

Candriam pone l’attenzione sul fatto che l’inclusione di gas e nucleare potrebbe danneggiare la credibilità della struttura fornita dalla tassonomia come fondamento dell’agenda sulla finanza sostenibile europea. “Avrebbe dovuto fornire all’aziende, agli investitori e ai governi una definizione comune di ciò che significa sostenibilità, partendo dal clima che è probabilmente il più semplice tra i temi legati alla sostenibilità che la tassonomia ambisce a coprire”, afferma il senior ESG analyst Alix Chosson. “L'inclusione del nucleare e del gas aggiungerà ulteriore complessità. Il rischio è di creare confusione piuttosto che consenso e chiarezza”, afferma. Secondo NN IP il fatto che una fonte energetica sia inclusa nella Tassonomia non vuol dire necessariamente che debba esserlo anche nelle strategie di investimento sostenibili. “Per la nostra strategia dei green bond, le novità sulla tassonomia non cambiano molto le cose", afferma Isobel Edward. “Al momento la Tassonomia, sta solo fornendo una guida utile e le best practices in ogni settore. I fondi rilevanti dovranno chiarire il loro allineamento alla Tassonomia UE a partire dal 2023", conclude.