Small cap: cosa sono e quali fattori bisogna considerare prima di investire

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Foto: D()MENICK, Flickr, Creative Commons

La pandemia ha segnato uno spartiacque per i mercati. Prima che il Covid 19 sconvolgesse le nostre vite, le società ad alta capitalizzazione registravano quotazioni e risultati eccellenti, con il sostegno della politica accomodante attuata dalle banche centrali. Ma oggi sembra tutto cambiato. La politica monetaria è diventata restrittiva e si sente parlare sempre più spesso del potenziale delle small cap. Ma cosa sono e quali fattori dobbiamo considerare prima di investire? Lo spieghiamo in questa voce del Glossario FundsPeople.

Cosa sono le small cap? Caratteristiche principali

Le small cap sono titoli con una capitalizzazione compresa tra 250 milioni e 2 miliardi di dollari (anche se la forchetta può variare). Queste azioni tendono a essere più rischiose per gli investitori, ma offrono anche rendimenti più elevati in virtù delle dimensioni, dell’età media e dei mercati finali che le caratterizzano. Inoltre, di solito sono più volatili e meno liquide rispetto alle large cap.

Perché possono rappresentare un’opportunità di investimento?

In generale, le azioni a piccola capitalizzazione possono offrire buone opportunità di investimento grazie al loro potenziale di crescita superiore, al ventaglio di occasioni più ampio e alle inefficienze del mercato. Vediamo perché.

Il potenziale di crescita superiore abbinato alle maggiori opportunità deriva dal fatto che spesso questi titoli sono meno maturi di quelli delle grandi aziende e hanno davanti a sé ancora tanti anni di possibile crescita. Inoltre, generalmente possono contare su un team direttivo più impegnato e intraprendente.

In secondo luogo, il ventaglio di opportunità più ampio si riferisce a due aspetti. Da un lato, le dimensioni delle società che compongono l’indice sono molto più ridotte rispetto a quelle delle large cap; dall’altro, anche la dispersione dei rendimenti è maggiore. Come illustra Nicholas Paul, institutional portfolio manager di MFS IM, in questo approfondimento, questo fattore offre maggiori opportunità di generare alfa ai “gestori attivi dotati dell’esperienza e delle profonde risorse di ricerca che servono per individuare opportunità azionarie interessanti”.

Infine, le inefficienze del mercato si concretizzano in una copertura inferiore da parte degli analisti, una minore liquidità degli asset (rapporto rischio/opportunità) e l’opportunità di determinare i prezzi a livello regionale.

Tuttavia, l’investimento nelle small cap non è esente da rischi. Il rischio principale è la scarsa liquidità: essendo meno liquide per via delle loro dimensioni ridotte, possono generare perdite più consistenti a breve termine in presenza di bruschi movimenti del mercato.

Composizione settoriale degli indici small cap

I titoli a bassa capitalizzazione tendono a essere più ciclici, in parte perché i relativi indici sono generalmente più esposti ai settori ciclici del mercato, come la finanza e l’industria. Uno degli indici small cap più conosciuti è il Russell 2000, composto da azioni che vanno dalla micro alla media capitalizzazione. 

Pertanto, il carattere ciclico delle società a piccola capitalizzazione va di pari passo con una maggiore sensibilità alla crescita degli investimenti rispetto alle large cap. Queste ultime, più difensive, sono più orientate a una crescita strutturale e in genere presentano una minore dipendenza dagli investimenti.

Più orientate al mercato nazionale

In linea generale, le small cap tendono a essere più concentrate sul mercato nazionale. In un contesto di mercato in continua evoluzione come quello attuale, i titoli a bassa capitalizzazione possono rivelarsi più agili di quelli ad alta capitalizzazione, in virtù delle loro dimensioni minori e dei team direttivi più ridotti.