Il tema della transizione energetica è centrale anche per Amundi. “Il segmento environment è strettamente legato alla transizione ecologica e l’attenzione degli investitori per questo tema è in continua crescita. Basti pensare che negli ultimi dodici mesi abbiamo osservato all'interno dei veicoli UCITS, sia ETF sia fondi attivi, flussi significativi sul macro-tema environment, pari al triplo rispetto al segmento technology e più del doppio rispetto a quello che noi definiamo socio-demografico”, afferma Pierluigi Poli, fund selection analyst di Amundi SGR. “Tuttavia è in atto un riallineamento dei portafogli, con una crescente attenzione alla sostenibilità anche negli altri due macro-temi. Ad esempio nella parte infrastrutture c'è un legame sempre più forte con la sostenibilità, in particolare legato alla decarbonizzazione, ma anche nel segmento healthcare e, in modo minore ma crescente, nella dimensione technology”, aggiunge.
L’attenzione verso la sostenibilità è dunque elevata. Tuttavia, è elevato anche il rischio di una minore differenziazione tra i prodotti sostenibili: “Se guardiamo i lanci di prodotti attivi e passivi dal 2019 ad oggi nell'universo tematico UCITS, più della metà (una percentuale in crescita) riguarda prodotti che sono classificati come articolo 8 o articolo 9 del Regolamento SFDR. Da una parte vi è sicuramente una spinta importante verso la sostenibilità sia dal mercato che dai clienti, dall'altra, bisognerà prestare una maggiore attenzione perché arriveremo ad un punto in cui queste etichette offriranno sempre meno differenziazione perché gran parte dei prodotti rientrerà in tale classificazione. Sarà pertanto necessario analizzare i vari sottostanti dei fondi e applicare criteri più stringenti”, chiarisce Poli.
Per quanto riguarda i temi legati direttamente alla transizione ecologica in portafoglio, “la view di lungo periodo è sicuramente positiva. Nel breve periodo occorrerà muoversi tatticamente: all'interno del segmento environment, negli ultimi mesi abbiamo per esempio gradualmente ridotto l'esposizione all’azionario legato all’acqua e alla gestione dei rifiuti, che ha raggiunto valutazioni elevate, favorendo altri sotto-temi, come il clean energy, che ha sofferto ma è tornando a livelli di valutazioni quasi pre-pandemici”, sottolinea il manager evidenziando, infine, il fatto che “per quanto riguarda i prodotti cosiddetti “net zero”, l'universo investibile è estremamente ridotto, sia lato azionario che obbligazionario, e quindi non è ancora possibile costruire un portafoglio diversificato composto unicamente da tali prodotti. Però il trend punta in questa direzione”, conclude.
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